Abolizione delle Province senza demagogia

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L’ input chiaro al Senato di andare avanti fino in fondo sul ddl Delrio era giunto da Scalea (CS), dove in una conferenza stampa il premier Matteo Renzi aveva chiarito che sulle Province era arrivato il momento di dare un messaggio chiaro, forte e netto. Tremila posti in meno ai politici per tornare a dare speranza ai cittadini.

Adesso si procede seriamente con un provvedimento che porta a ridurre di almeno tremila unità le persone che percepiscono una indennità che non avranno più e provare l ‘ ebbrezza di cosa significa andare a lavorare. E’ un risultato storico, piaccia o non piaccia.Lo vogliono i cittadini con i quali è necessario riallacciare la fiducia. Il tema del riassetto istituzionale prevede l’istituzione di dieci Città Metropolitane con il trasferimento di alcune delle funzioni delle Province a Comuni e Regioni. In attesa della riforma del Titolo V della Costituzione, e della definitiva abolizione, gli organi provinciali non saranno più eletti dai cittadini. Non sono mancate reazioni favorevoli o polemiche, secondo cui,costituisce il primo tassello di un complesso di riforme,oppure aumenta la burocrazia, i costi e, impone governi  locali non eletti dai cittadini . Al di là di tutto questo, l’obiettivo dell’esecutivo Renzi è quello di fare approvare la legge alla Camera in tempi rapidi, per evitare che all’election day del 25 maggio, quando si voterà per il Parlamento europeo, gli elettori ricevano al seggio anche le schede per le province. Per ora le Province restano soltanto come agenzie di servizio ai Comuni. Tutto questo non è forse una frenata alla  spending review ? Non si tratta, ovviamente, né di populismo né di giustizialismo dell’ultima ora ! La parola che si pronuncia dal politico di turno, in ordine alla suddetta abolizione è “populista” o “populismo” come se fosse un sinonimo di “demagogo” o “demagogia”. “Populismo” significa 1357507895appellarsi alla popolazione. Da che mondo è mondo, chi detiene il potere vuole che la popolazione venga “tenuta lontana dalla gestione degli affari pubblici”. Se, invece, per “populismo” si vuole intendere una politica che riavvicini i cittadini alla cosa pubblica anziché a quelli ristretti della “casta”, la cosa non è solo positiva, ma ha un nome ben preciso : “democrazia”. In ultima analisi,e per meglio intendersi, la popolazione dovrebbe essere partecipe e non spettatrice.

Roma, 01.04.2014

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