Educare ai valori: centralità della scuola

agesc_logo_800_800Gli uomini di oggi, esaltati dal progresso tecnologico, inebriati dalla crescente quantità e varietà dei beni di consumo, eccitati dalla sempre maggiore facilità di accedere al benessere, all’agiatezza, al tempo libero, al divertimento, al piacere, mostrano di sentirsi spavaldamente sicuri di sé, arbitri e padroni del proprio destino, e si sforzano di far credere, soprattutto a se stessi, di non aver bisogno di nessun altro e di nessun’altra cosa. Tuttavia, nel subcosciente, soffrono di una grande insicurezza. Sentono di essere insidiati da tante incombenti minacce: malattie, instabilità economiche, sconvolgimenti sociali e politici, calamità naturali, labilità degli equilibri familiari e amicali, inquinamenti, guerre.

Forse mai, come ai nostri giorni, in ogni settore della vita, in tutte le età e a tutti i livelli, c’è tanto sbandamento, incertezza, delusione, crisi. Non c’è valore dell’ordine morale civile e religioso, che non venga contestato; è fraintesa la natura di bene e di male, di colpa, di coscienza, di pudore; non si ha stima e rispetto per il dono della vita, propria e altrui; si brucia incenso, senza freno, all’istinto sensuale, alla ribellione, alla violenza. Non si crede più al sacrificio per la conquista di un bene e si pretende in ogni campo un cammino facile e comodo, pur restando sempre insoddisfatti. Sembra non esistere più la verità, ma l’opinione, il trend, la tendenza. Piccole e potenti lobbies hanno in mano il controllo delle coscienze, oltre che quello economico, e impongono quelli che sono i loro valori, indifferenti a quelli che sono gli elementi fondamentali della natura stessa dell’uomo: il vero, il bene, il bello.
“Siamo consapevoli che la scuola insieme alla famiglia, sono garanti dell’impresa qualitativamente più importante e sacra di ogni comunità: la cura educativa, culturale e intellettuale delle nuove generazioni” (Consiglio permanente della CEI).
Educare alla vita buona del Vangelo, ai valori autentici che riguardano la persona, la società: ecco l’imperativo categorico, da tenere sempre presente per agire.
scuola-cattolicaLa dimensione propriamente e specificamente spirituale è essenziale per l’uomo, ed è fonte di libertà e di diritti inalienabili.
“Educare, dunque, è accompagnare ciascun individuo, lungo tutta la sua esistenza, nel cammino che lo porta a diventare persona e ad assumere quella “forma” per cui l’uomo è autenticamente uomo” (Card. A. Bagnasco).
Lo sviluppo economico e tecnologico avvenuto negli ultimi decenni è stato talmente imponente e repentino da far perdere i punti di riferimento che nel tempo avevano rappresentato i capisaldi valoriali su cui si costruiva il processo educativo, a partire dalla famiglia, alla scuola, alla comunità ecclesiale, alla società civile.
Urge una vigorosa presa di coscienza da parte della Scuola del fenomeno sempre più crescente di mancanza di valori che la società e il mondo della comunicazione offre ai ragazzi. Occorre richiamare le famiglie, la Chiesa, le Istituzioni a collaborare e a fare rete, perchè tale carenza non si aggravi ulteriormente a scapito della persona, della famiglia e della società.
La scuola deve riprendersi il ruolo che sembra aver perso, puntando soprattutto sul fattore persona, non solo per via della centralità che devono avere gli alunni, in quanto destinatari del servizio educativo scolastico, ma anche per far leva sulla passione educativa che ancora sostiene tanti insegnanti.
La sfida educativa – in conclusione – potrà essere vinta solo da un rinnovato impegno di tutti, solo se tutte le energie della società, dello Stato e della comunità sapranno riconoscersi alleate nel rispondere al bisogno di educazione dei nostri figli, senza pregiudizi né contrapposizioni. Ne va del nostro futuro. Ed allora mettiamo al centro la Scuola, bene di tutti.

Fonte: http://www.sanseverinolucano.com/?p=1545

 

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