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Il Papa della libertà, della pace e della carità


imagesL’aspetto che più mi ha colpito nel pontificato di Pio XII è stato quello che la sua elezione a Vicario di Cristo coincise con una esasperata violazione dei diritti e dell’essenza della persona umana, in una estensione morale e storica di larghissimo raggio. Il Papa è stato l’unico e più strenuo difensore della libertà e non poteva essere altrimenti, perché la Chiesa è maestra di libertà, di rispetto alla persona, soprattutto nei momenti in cui una esasperata esaltazione mitografica scardina l’ordine naturale dei valori e il disegno divino per gli uomini.

Intendiamo riferirci al culto della nazione che degenera nel nazionalismo, al culto della classe che degenera nel classismo, al culto della razza che degenera nel razzismo.

Tre culti perversi che hanno un unico fine: il primato su tutti i popoli e su tutte le società, in nome di una pseudo elezione della natura.
Quello di Pio XII fu un pontificato di libertà, di amore, di donazione, di sacrificio, un pontificato che confermò ancora una volta quanto sia necessario che il mondo perennemente «da barbaro si faccia umano» e «da umano si faccia cristiano». La Chiesa, allora, visse anni difficili contrariamente a quanto ritiene l’opinione più diffusa: non si trattò di una Chiesa trionfante ed egemone; ma di una Chiesa sofferente, e tuttavia capace di un messaggio di speranza e di pace. Pio XII fu il Papa della comunità cristiana unitaria il cui cuore e la cui speranza erano quelle di Pietro. Fu anche il Papa che visse l’esplosione drammatica delle ideologie politiche egemoni: il Papa che scorse all’orizzonte una Chiesa crocifissa
A circa 56anni della morte di Pio XII merita conoscere la sua figura e il suo lungo e difficile pontificato perché di lui, nonostante il suo indiscutibile ed innegabile operato apostolico e diplomatico, sono state ingiustamente scritte parole offensive e degradanti. La figura di Papa Pio XII è una delle più nobili del secolo avendo avuto una preparazione eccezionale nel campo teologico, spirituale, religioso e morale. Le sue qualità intellettive e la sua eloquenza ciceroniana, profonda e chiara, gli dettero la possibilità di esprimere, con scritti ed allocuzioni i suoi pensieri di cattolico, di studioso, di Vicario di Cristo.
18261_543596599002141_901891640_nMentre i profani della religione o i lontani da Dio si occupavano affannosamente delle cose materiali e scientifiche, Papa Pacelli scendeva alla radice del male nella prospettiva e pericolosità di un evento bellico che da qualche tempo minacciava l’umanità e la pace universale. Fu questo il vero tormento del «Papa della Pace!» e fu questo il suo impegno invitando le nazioni a conquistare l’ordine morale e la pace. Ma le sue parole non furono ascoltate. Chi legge i discorsi, i radio messaggi, le encicliche, le esortazioni di questo Papa, resterà certamente meravigliato di tanta sapienza, paternità, umanità e religiosità espresse a condanna del male morale e in particolare le ingiustizie sociali, gli abusi dei potenti sui deboli e gli emarginati, la brutalità della guerra.
Pio XII fu eletto Papa nel 1939 e proprio 75 anni fa scoppiò la seconda guerra mondiale.
Essa non è paragonabile nemmeno lontanamente alla prima. Fu spaventosa, i metodi usati furono orrendi, le barbarie commesse furono bestiali. Ha un bilancio di 50 milioni di morti. Distruzioni: case, ferrovie, strade, industrie, Chiese, scuole, ospedali. Ma più grave fu l’offesa dei valori morali ed umani. Basta pensare alle carneficine nei campi di concentramento, alle deportazioni umane, ai bombardamenti a tappeto, ai forni crematori, alle vendette, alle rappresaglie, ecc. Pio XII cercò con ogni mezzo di allontanare il flagello: « Con la pace — ebbe a dire — tutto si può ancora salvare; con la guerra tutto può essere perduto ». Ma i suoi tentativi ed i suoi passi diplomatici andarono a vuoto e tutto il mondo venne sommerso dal conflitto. Allora il Vaticano, come già ai tempi di Benedetto XV, divenne una centrale di soccorso per le popolazioni colpite, un ufficio internazionale di corrispondenza dei prigionieri, un asilo per tutti i sofferenti. Soprattutto verso l’Italia si manifestò la carità del Papa e se Roma rimase quasi interamente incolume dai bombardamenti, fu per opera sua. . La Chiesa scrisse veramente pagine di carità verso tutti, senza distinzione di nazione, di razza, di religione e di partiti. Finita la guerra, mentre la vita riprendeva lentamente, mentre si ricostruivano le case, le strade e le industrie, c’era bisogno soprattutto di rifare le menti, i cuori, le coscienze, di togliere gli odi, i rancori, sopire le vendette, far nascere il rispetto e la stima dell’uomo e delle istituzioni umane. Pio XII si mise all’opera anche in questo senso; i suoi innumerevoli discorsi su ogni argomento, i suoi messaggi natalizi, le sue encicliche tendevano a questo. I popoli che andavano a Lui trovarono in Lui il Maestro ed il Padre. È stata un’opera veramente meravigliosa per la ricostruzione morale della società disfatta. Chiuse la sua stagione e lasciò spazio alla nuova con la certezza e la speranza che Pietro non poteva mai essere abbandonato dallo Spirito Santo;
Proprio 70 anni fa (4 giugno 1944) risuonarono le campane di Roma per la libertà dell’Italia tutta. I nazisti si ritirarono. Roma fu la prima capitale dell’Europa sotto il terrore nazista ad essere liberata. Pio XII è chiamato “defensor urbis”, difensore dell’Urbe per la quale si prodigò con immenso affetto e cura altamente apostolica.