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Terrorismo e allarmismo


 

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Dalle colonne di questo giornale on line, datato 20 novembre 2015 , l’ articolo ” La reazione della Francia dopo la rappresaglia ” sosteneva che “la disoccupazione al 40% nelle banliue parigine, favorisce il reclutamento degli appartenenti all’Isis “.Nell’ ultimo mese la minaccia terroristica si è intensificata da avere 225 vittime dell’ aereo russo, 130 persone uccise nella strage di Parigi e per ultimo 27 morti nell’ assalto all’ Hotel della capitale del Mali. Colpire il Mali equivale colpire la Francia e tutto ciò stà a significare che gli attentatori possono agire simultaneamente in più parti del mondo. Allorchè bisogna combattere un nemico diventato mobile, le armi non servono. Gli obiettivi da perseguire vanno decisi collegialmente in sede politica. Apprendiamo, mentre andiamo in macchina che, ai francesi e russi, si unirà anche la Gran Bretagna.Nell’ ultimo mese le comunita’ islamiche, sabato 22, si sono ritrovate in massa a Roma e Milano per condannare i massacri di Parigi, all’ insegna del “Not my name” per manifestare contro il terrorismo. La comunita’ musulmana di Roma,ad esempio, con venticinque moschee e’ la piu’ grande d’ Italia.La penetrazione dell’ islam si

Moschea a Roma
Moschea a Roma

concentra nell’ estrema periferia est e nulla ha a che vedere ne’ con i picchi delle banlieue parigine ne’ con i quartieri satelliti di Bruxelles in Belgio. Il Giubileo, ormai alle porte e nasconde il timore che le celebrazioni dell’ Anno Santo possano diventare un palcoscenico per il terrorismo. Resta, tuttavia, la psicosi della paura e i centralini di polizia e carabinieri vengono presi d’ assalto da decine di telefonate che vedono ordigni e presunti terroristi dappertutto. Cio’ premesso, sarebbe opportuno interrogarci “contro chi siamo in guerra ?”. Volendo approfondire il tema che sta cambiando il nostro modo di vivere , siamo chiamati a rispondere, volente o nolente che, “siamo in guerra contro noi stessi”. Perche’ ? Per la semplice ragione che i terroristi che si sono suicidati ed hanno commesso barbarie, uccidendo senza senso esseri umani innocenti, erano cittadini europei, francesi o belgi. In una parola, sono quelli generati dalle periferie, figli di quei luoghi eccentrici rispetto ad altri, il cui spessore di vita artificiale che viene proposto è come se fosse autentico. Quando gli altri si sentono esclusi da questo modo di apparire, il loro vuoto viene colmato dal fanatismo omicida-suicida sotto forma di un distorto credo religioso. Ad onor del vero, diciamo che, tra gli attentatori di Parigi non ce n’e’ uno che avesse rapporti con moschee o predicatori. Tuttavia, e’ un grave errore affermare che il terrorismo e’ di “matrice islamica” poiche’ la “matrice” e’ la nostra civilta’. Se riusciremo a comprendere, in tale contesto, il riflesso che sussiste tra vittime e carnefici, il quadro ci apparira’ molto piu’ chiaro e potremmo riconoscere che il “cancro” che crea il terreno della intolleranza reciproca, risiede nel fatto che anche gli innocenti diventano carnefici. Martin Luther King, affermava che “abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato a vivere come fratelli”.