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Natale è… “Festa d’inverno”!


Mario Di Nubila
Mario Di Nubila

Le idee psicopatologiche di un certo “modernismo” non hanno più limiti e si scade nel ridicolo! Il preside dell’Istituto comprensivo “Garofani” di Rozzano, alla periferia di Milano, Marco Parma, ex candidato sindaco M5S, cancella il Natale e lo trasforma in “festa dell’inverno” in nome della laicità, dichiarando, altresì, che “Natale è una festa anche per chi non è cattolico. Per lo stesso motivo non abbiamo i crocifissi in aula, per evitare di turbare gli alunni di altre confessioni religiose e che qualcuno potesse sentirsi escluso”. Di fronte alle reazioni di tanti genitori e di rappresentanti istituzionali, tra cui il premier Renzi, che ha definito “un errore il tentativo del preside di affogare le identità di una Italia, fatta di laici e di cristiani, che non rinuncerà mai al Natale, con buona pace del preside di Rozzano”, questi ha annunciato le proprie dimissioni da dirigente scolastico. Ed era il meno che potesse fare! Nella identità culturale del nostro Paese la religione, cattolica, è elemento fondante e se la stragrande maggioranza dei cittadini ne chiede e vuole osservarne le manifestazioni, non c’è laicità, o meglio pretestuoso laicismo a poterle o doverle impedire, a meno che non debba ipotizzarsi la sopraffazione della intolleranza di pochi, ai quali, peraltro, le nostre leggi ed il nostro costume assicurano il massimo rispetto! E in alcuni casi c’è il cedimento, più o meno totale, a pretese di infime minoranze, anche, nel pretestuoso richiamo a principi di laicità, offendendo tradizioni e modelli culturali nostri propri. Il Natale laico è proposta piuttosto patetica, oltre che contraddizione in termini: ammettere l’albero di Natale e proibire il Presepe è una

Marco Parma
Marco Parma

sorta di camuffamento ipocrita. Il caso ci riporta ad altri casi di cristianofobia e di furia iconoclastica, “censura per la fede cattolica in nome di un’accoglienza per le altre fedi senza disturbarle”. Mi piace ricordare il caso, risalente al 2002 del ricorso di tale Soile Lautsi, cittadina italiana di origine finlandese, al TAR del Veneto contro il rigetto del Consiglio di Istituto della sua richiesta di rimozione del Crocifisso dall’aula di una scuola media di Abano terme, in quanto quella esposizione turbava la sua figliuola e sarebbe stata “una violazione del diritto dei genitori ad educare i figli secondo le loro convinzioni, quindi una violazione alla libertà di religione degli alunni”. Contro le decisioni dei vari gradi di giurisdizione italiana TAR e Consiglio di Stato, che avevano rigettato il ricorso, la predetta, con evidente pervicacia, aveva adito la “Grande Camera” europea, che decise a favore dello Stato italiano, riconoscendo, pur nella sua formulazione ”laica”, una evidente identità storica, gratificando il senso di appartenenza alla idea del Cristo, restituendo dignità alle radici cristiane del nostro Paese. Merita ricordare che la sentenza del Consiglio di Stato (Sent.556/2006) aveva evidenziato che “quei valori (contestati) soggiacciono ed ispirano il nostro ordine costituzionale, fondamento del nostro convivere civile, in tal senso il Crocifisso potrà svolgere, anche in un orizzonte laico, diverso da quello religioso, che gli è proprio, una funzione simbolica altamente educativa, a prescindere dalla religione professata dagli alunni”. Al rigore giuridico della sentenza emanata, riteniamo di poter aggiungere valutazioni, che investono il sentimento popolare, ampiamente diffuso, della cultura italiana, non solo religiosa. Il Crocifisso ed altri simboli, quali il Presepio o il canto natalizio di 34242571Sant’Alfonso Maria dei Liguori sono espressione di cultura di tolleranza, di solidarietà, di fratellanza, di amore, di sacrificio, rifiuto di ogni discriminazione verso i “diversi dai cristiani”, i quali , invece, subiscono, nel mondo, discriminazioni, persecuzioni e violenze. La nostra democrazia corre il rischio di subire una iniqua “compressione” per una spesso malintesa apertura verso chi, in nome di quel senso democratico, si avvantaggia, anche in nodo spropositato, della “debolezza” della comunità democratica del nostro Paese e dei paesi europei. “Polemica pretestuosa e tristemente ideologica” definisce il Segretario della Cei monsignor Nunzio Galantino la posizione di quel tale dirigente scolastico Marco Parma, di Rozzano, il quale “in cerca di provocazione”, come ha stigmatizzato il premier Renziè meno importante del Natale”.