Antonio Fortunato
Il 21 dicembre u.s. la Siritide riportava che la Val Sarmento avrà un nuovo polo scolastico unico per i comuni di San Paolo, San Costantino, Noepoli, Terranova,
Non si può costruire un’altra struttura impiegando risorse finanziare quando si possono utilizzare edifici scolastici esistenti o confluire nelle scuole di Senise, centro funzionale dell’area.
Si dirà, come ha fatto l’ing. Formica su questo blog, che nei piccoli centri devono rimanere le pluriclassi. Secondo me è meglio avere scuole centralizzate. Infatti già negli anni settanta l’assessore regionale Nicola Savino, per migliorare le condizioni logistiche e l’offerta formativa delle scuole delle sperdute frazioni densamente abitate, favorì la realizzazione di centri di raccolta alunni, tra cui quello di Rimintiello (comune di Moliterno). Noi a Francavilla approvammo negli anni ottanta un centro simile in contrada San Biase. Ma ahimè! i successori amministratori democristiani accantonarono il progetto.
Da molti anni pero’ gli alunni delle campagne frequentano le scuole del capoluogo con il risultato che si è annullato il gap tra paese e frazioni. Ho elementi per poter dire ciò essendo stato un docente della Scuola Media.
Nessuno si chiede come mai siamo arrivati a questo punto di non ritorno, le comunità sembrano corpi in agonia, e né tanto meno i responsabili di questa debacle fanno mea culpa chiedendo scusa.
Ma non è da oggi che i soldi pubblici vengono spesi a cuor leggero. Sono nato e cresciuto in via Roma a Francavilla sul Sinni, nel corso, il centro del paese dove c’e la Chiesa Madre, che si presentava come foto accanto. Intorno agli anni sessanta, per quel senso di modernità, furono sostituite le scale esterne delle abitazioni e il selciato meraviglioso e funzionale fu coperto da uno strato di asfalto nero. Si diceva che era arrivato il progresso. Non fu così, perché si formarono le buche, in estate si riscaldava e quando pioveva l’acqua scorrendo liberamente bagnava i piedi. A ogni votazione per buttare un pò di fumo negli occhi si ripassava un altro nastro di asfalto.
La stessa cosa accadde per via Vittorio Emanuele, Piazza dei Senisesi e Piazza Municipio. Qui intorno al 1985 fu eliminato lo strato di bitume per far posto a una pavimentazione con mattonelle di asfalto e cemento che si frantumava di giorno in giorno diventando impraticabile. Gli amministratori decisero dopo una decina di anni dalla messa in opera di sostituirla con delle pietre di porfido rettangolari con uno spessore di 3-4 cm che si staccano una dopo l’altra.
Ogni anno vengono sistemate a macchia di leopardo. Nel corso invece (Via Roma), dopo i lavori della metanizzazione, si è reso necessaria una nuova pavimentazione: quella attuale. Per togliere il vecchio selciato ce ne è voluto perché le pietre erano molto spesse e quindi ben ancorate (vedi foto). Per questo lavoro sono state utilizzate delle pietre vulcaniche grigio scuro, rettangolari con uno spessore di 5-6 cm. Ebbene, a distanza di pochissimo tempo queste pietre si stanno staccando.Tutto ciò ho potuto notare vivendo nel paese. Come si vede siamo partiti male e abbiamo continuato sperperare il denaro della collettività con opere non necessarie e fatte male.
Mi chiedo e chiedo a chi di competenza: chi controlla, chi collauda e chi è tenuto a chiedere un risarcimento in questi casi? La storia insegna che gli antichi romani erano i maestri nella costruzione delle opere pubbliche per il bene comune; oggi invece il bene comune viene messo da parte facendo prevalere l’interesse personale.