C’era una volta “Carpuccio”

Carpuccio” (Policarpo), era un disabile, aveva gli occhi che spandevano calore e amore, era il personaggio di Francavilla e dei paesi circostanti, conosciuto da tutti.

Antonio Capuano

Sapeva le ricorrenze festive dei paesi del circondario, e a ognuna di essa partecipava con assiduità e fervore, raggiungendo questi paesi con mezzi di fortuna ed alcune volte anche a piedi.

A quei tempi il termine “disabile” non era ben definito, tanto che, coloro i quali ne erano portatori, venivano definiti “Mbroni” (incapaci di intendere e di volere); questa brutta definizione, non era tanto dovuta alla cattiveria, bensì all’ignoranza, perché la disabilità era spesso confusa. Abbandonati a se stessi e non giustamente motivati e stimolati, queste persone, venivano etichettati come “scarti umani”.

Carpuccio” era umile e rispettoso verso tutti, la sua presenza silenziosa, la sua poca loquacità lo portavano a dispensare dolci sorrisi per saluto.

Nella sua travagliata esistenza, pur non avendo ricevuto da altri, grandi manifestazioni di affetto, Lui non ha mai mostrato odio o rancore verso nessuno.

Se fossi responsabile della toponomastica delle vie del mio paese, sicuramente, prenderei seriamente in considerazione l’ipotesi di dedicargli una strada, pari a coloro i quali si sono distinti per capacità e notorietà, in quanto, anch’Egli a suo modo ha saputo vivere una difficile condizione umana con la dignità di un grande uomo.

Credo fermamente che “Carpuccio” oggi goda in Paradiso della presenza del Signore, per i meriti acquisiti durante la sua vita terrena.

7 riguardo a “C’era una volta “Carpuccio”

  1. Ho molto apprezzato questo “pezzo” “C’era una volta Carpuccio” da farmi andare indietro nel tempo per averlo conosciuto e condividere al tempo stesso i sentimenti egregiamente espressi.
    In una comunità, molto spesso, questi personaggi vengono emarginati non per colpa loro, per poi riemergere prepotentemente nell’armadio dei ricordi . Infatti,un articolo di Filippo di Giacomo
    titolato M’ arraKorda del 7.7.2014 su Francavilla informa, rievoca d’aver sognato Carpuccio in un vicolo del paese che veniva molestato e fatto arrabbiare….

  2. Caro Antonio, invece di intitolargli una via tutti noi francavillesi della nostra generazione dovremmo chiedere pubbliche e postume scuse al povero Carpuccio per tutto ciò che gli abbiamo procurato, come riporti molto bene nella poesia sopra pubblicata. Ricordo molto bene anche che dai paesi vicini aveva lo stesso trattamento e quando rientrava a casa portava una bisaccia piena di tozzi di pane.
    Certamente se i servizi socio-sanitari fossero stati in funzione e le autorità comunali fossero state più sensibili alla problematica il buon Carpuccio avrebbe potuto condurre una vita umana e dignitosa. In segno di vero pentimento facciamo una grande opera di bene in sua memoria. Io ti dò la mia disponibilità.

  3. Ricordo benissimo il caro Carpuccio, omino gentile , semplice ed educato. Ricordo quando a Chiaromonte passava davanti al negozio di mio padre e lui lo faceva entrare e mi mandava a casa per fargli preparare da mia madre cibo caldo e indumenti puliti da donargli.
    Immagini di paese ormai che non esistono più presi da problematiche che non hanno valori umani riconducibili alla semplicità del buon vivere dei nostri posti.

  4. Ero ancora ragazzino, ma ricordo perfettamente la figura di “Carpuccio” come protagonista di gesti e di gioco a mo’ di scherno, deriso e aiutato nello stesso tempo da chi provava un minimo di compassione. Anche il semplice saluto che gli si faceva era per riderci sopra….
    Erano altri tempi, oggi, invece, le varie istituzioni avrebbero preso di sicuro provvedimenti a riguardo. Non ci resta che chiedere perdono ad una persona che suo malgrado viveva in maniera semplice e sereno, nonostante fosse disturbato e deriso da grandi e piccoli. Queste immagini di paese rimangono comunque nelle nostre menti.

  5. Figli di un’altra epoca non ci rendevamo conto della nostra crudeltà. Nemmeno quando Carpuccio, a volte esasperato, raccolto un sasso e sollevato il braccio come a lanciarlo, quel sasso non ce lo tirò mai.

  6. ricordo il povero carpuccio passava per casa mia mia mamma lo faceva entrare e gli preparava da mangiare…ricordo che gli piacevano tanto i fritl (cigoli)di maiale e a pitt i sanguinacc….e lui la ringraziava con il sorriso perché non sapeva parlare bene…ricordo quando lo facevamo arrabbiare lui si sbatteva di testa contro il muro ma noi eravamo bambini non capivano…lui delle volte si faceva male usciva il sangue e noi impauriti tornavano a casa…caro carpuccio riposa in pace nell’ assemblea dei santi oggi capiamo il vero valore che eri una persona umile e buona per questo ti chiedo perdono e scusa….

  7. Antonio promuoviamo una sottoscrizione per realizzare la tua proposta per ricordare a tutti noi che l’esistenza degli emarginati non onorano la SOCIETA’ CIVILE se questa non si preoccupa adeguatamente di coloro che vivono ai margini. Su Carpuccio mi sono già espressa quando Filippo lo ricordò nei suoi versi.

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