XI Festival internazionale del Film corto

Ha la sensibilità lucana il primo premio dell’XI° Festival internazionale del Film corto “Tulipani di seta nera”, diretto da Paola Tassone e presieduto da Piero Righini. Ha decretato vincitore un film di poco più di tre minuti, che per la sua freschezza e potenza ha incantato i critici del 4 Fontane, condotti da Catello Masullo. E “Stronger” diretto dal giovane Antonio Petruccelli. Pochi minuti per raccontare il mondo, con gli occhi vispi e stupendi di un bambino: è Angelo Filardi, che si muove nei boschi lucani di Accettura, gli stessi del matrimonio arcaico degli alberi in maggio.

Paola Tassone

Arriva lì, con la valigia dell’attore, che trasporta determinato e felice. E’ lui che ci porta con mano, con la forza puerile e didattica del teatro. E’ cinema sincero quello di Petruccelli, pugliese creativo che racconta il mondo con gli occhi di Angelo. Colonna sonora sono il canto degli uccelli e i suoi disegni sono il pubblico ideale cui si affaccia scoprendo il sipario fatto di lenzuoli. Ed indossa, da attore consumato, la sua giacca della festa, a dispetto della famiglia fatta di litigi ed incomprensioni.

Bastano i suoi sogni e pochi minuti per imporci la bellezza, nonostante le vicissitudini degli adulti. Meritatissimo il primo premio, già da noi preventivato al primo sguardo, nonostante la rilevante qualità dei film finalisti che pur val la pena di citare, per i contenuti e non di meno l’innovazione del linguaggio. Anche in “Guardami” di Geraldine Ottier (6 minuti) c’è una bambina di 10 anni che in un tema scolastico racconta la sua famiglia. Ed ancora un bambino rom che non può andare a scuola perché la sua famiglia povera glielo impedisce; sarà la forza della musica a convincere il suo mondo che i bambini hanno bisogno di viaggiare sulle ali della fantasia.

Armando Lostaglio

Il film è “Maramandra” del calabrese Vincenzo Alessandro Nucera (13 minuti), capace di parlare (pur in dialetto strettissimo) di rispetto ed integrazione. Altri tempi importanti sono la violenza in casa perpetrata dal marito su Francesca in “11 comandamento non deviare” (15 minuti). Ed il cinema dal sapore amaro e grottesco di “Conosce qualcuno?” di Daniel Bondi (5 minuti). I giovani salernitani di “Salifornia” diretti da Andrea Beluto (15 minuti) ci conducono nei vicoli della solare città campana per raccontarci del duro lavoro di pescivendolo in contrasto con la volontà di aggregazione di un gruppo di giovani sospinti dalla musica. Che è poi il vero filo conduttore del film: rap e poesia dei margini al cospetto di una difficile quanto necessaria integrazione fra i vicoli.

Festival film corti

Donne sono al centro di “Green tea” di Chiara Rap (9 minuti): un intenso rapporto fra due donne amanti, imbarazzo e tenerezza in dolce simbiosi. E “Do ut des” di Valentina Tomada (15 minuti): donne in carriera messe a dura prova. Sono film che sanno raccontare il presente, come “Manicure” di Francesco Napate (5 minuti) e “Nkiruka” di Simone Corallini e Silvia Luciani (14 minuti) su una ragazza di colore alle prese con le difficoltà burocratiche nel nostro paese. E’ dolce ed inquietante “Ascolta i tuoi occhi” (4 minuti) di Marcello Pedretti. Un festival che sa connotarsi per dolcezza ed inquietudine, raccontando il tempo presente e guardando pure alla storia estense (come “Isabella” di Claudio Pelizzer) con la forza ineguagliabile del cinema, e dei giovani che ne sentono il fascino.

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