Rionero in V., a Michele Placido la Cittadinanza Onoraria

 

Michele Placido arriva all’Istituto Superiore di Rionero in Vulture, dove si sta tenendo la XIV edizione del Certamen Giustino Fortunato, accompagnato da un fragoroso scroscio di applausi.

Chiara Lostaglio

I Rioneresi amano l’attore e regista di origini lucane proprio come lui ama questa terra ancor più che Ascoli perché dice è da Rionero che nasce in me l’idea di fare l’artista, dai racconti delle mie zie che mi suggestionavano con rituali magici e affascinanti tradizioni.

“Molti dei miei film nascono dai ricordi di bambino legato ai valori della terra, ricordo che mio padre ci faceva inginocchiare e fare il segno della croce, era un importante momento di raccoglimento, per guardarci dentro, interrogarci. Stessa funzione avevano quei “sovrumani silenzi” leopardiani che oggi è raro trovare, oggi abbiamo distrutto il silenzio”.

E’ un Placido melanconico ma allo stesso tempo grato per aver vissuto l’infanzia in una terra speciale che poi l’ha portato a Roma, dove, lavorando come poliziotto, ha potuto pagarsi gli studi all’Accademia Nazionale D’Arte Drammatica. Una carriera lunga e ricca quella di Placido che ha lavorato con Monicelli, Comencini, Montaldo, I fratelli Taviani, Lizzani, Bellocchio, Squitieri, Zampa, Rosi, Borowczyk, Jacquot, Zampa, Amelio, Tornatore, Moretti; di tutti questi straordinari registi ricorda che, quando facevano le audizioni, guardavano la profondità degli attori.

Apprezzati anche i suoi film da regista: Del perduto amore (1998), Un viaggio chiamato amore (2002), Romanzo criminale (2005), il grande sogno (2009) per citarne alcuni.

“Se faccio l’attore lo devo ad una professoressa, non andavo bene a scuola. Credo che la scuola debba aiutare gli ultimi, ciò che cerco di fare io. Ho fondato un teatro a Tor Bella Monaca per aiutare le persone di un quartiere degradato. Aiuto gli ultimi perché sono stato io stesso un ultimo”.

L’attore ha poi premiato i lavori vincitori del Certamen entusiasta della valenza ed originalità.

L’artista si è commosso per aver ricevuto la cittadinanza onoraria della città di Rionero in Vulture, dove era nato suo padre Beniamino, e da oggi diventa portavoce dei valori di una Terra che ha segnato profondamente la sua vita umana e professionale.

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