La scomparsa dell’ing. Felice Di Nubila ed il dovere della memoria

Da qualche giorno, dopo una vita intensamente vissuta, è salito alla casa del Padre l’ing. Felice Di Nubila, uno dei figli più insigni della comunità di Francavilla in Sinni e, pur avendo altri rappresentato (e bene) la grave perdita che l’intera comunità ha subito, non poteva mancare la voce di un ex rappresentante delle istituzioni, che ha avuto l’onore di confrontarsi spesso con lui ed assumere con lui importanti iniziative che hanno scritto una pagina storica nella evoluzione del nostro comune.

Antonio Amatucci

Se ne è andato, varcando il cancello che dà sul mistero, in maniera discreta, lui che era stato un uomo di spessore nazionale nel campo del management pubblico, lasciando dietro di sé lacrime e rimpianti in quanti lo hanno conosciuto per aver perduto un riferimento sicuro, una mente poliedrica, che amava studiare, proporre e fare, non senza aver prima ascoltato, una inesauribile fucina di iniziative culturali e di ricerche storiche, che si era proposto costruttore di ponti fra il passato, che amava esplorare, ed il presente, che amava proiettare nel futuro. Fu uno dei manager nazionali più importanti degli anni 80-90, dopo una intensa e proficua attività professionale, che gli aveva consentito di assumere innumerevoli incarichi dagli anni 57 in poi, fino a diventare Amministratore Delegato dell’Agip e della Samin nell’81 e Presidente dell’Agip-Raffinazione nel 1983.

Eppure, incontrare questo gentiluomo, legato alle proprie origini ed al proprio paese, nelle visite frequenti che era solito fare, non creava disagio, anzi gli era congeniale aprirsi al dialogo ed abbracciare tramite il passato, che lo legava alle origini, il presente che avrebbe desiderato sempre più rispondente alle mutate esigenze dei tempi. E in quelle frequentazioni che lo rendevano familiare e “comune”, spinto da un filo invisibile, seppure inossidabile, con il passato ed i valori familiari ed umani che tanto amava, nasceva in lui l’esigenza di lasciar traccia di quei valori antichi con la trasposizione poetica di “Boschi, lupi, luci”, una raccolta di poesie nelle quali non traspare l’esigenza della poesia quale ricerca di linguaggio aulico della rappresentazione di fatti, eventi, ricordi, affetti, quanto piuttosto la sua utilizzazione per “liberarsi del peso di nostalgie cocenti, dei rimpianti”,  traducendo in versi ”le suggestioni che ha potuto raccogliere rileggendosi nel libro della memoria” Fu poeta senza aver la pretesa di esserlo, perché la poesia lo aiutò a ritrovare una parte di sé, mai abbandonata nel fragore della città, e quei valori familiari, umani, sociali, etici, che rispolverava, esaltandoli e riproponendoli nella loro autenticità ed essenza.

immagine del convegno ricerca storica Francavilla

Fu storico, perché amava scoprire l’essenza delle origini ed era attratto dalla ricerca e dalla conoscenza del passato, solo attraverso il quale, sosteneva, siamo in grado di comprendere meglio il presente e proiettarci nel futuro. Per questo fu ispiratore ed organizzatore della ricerca storica sulle origini di Francavilla, che volle fortemente, trovando nel Comitato Promotore da lui promosso e nell’Amministrazione Comunale di Francavilla, che in quegli anni avevo l’onore di guidare, l’adesione completa, che si tradusse in una “raccolta sintetica di documenti, analisi di ricerca, ricordi ed immagini per rappresentare la vita comunitaria di Francavilla e della sua evoluzione storica, scaturente dalla indagine su fonte storica costituita da oltre 10.000 documenti cartacei e pergamenacei provenienti dalla Certosa di San Nicola e dalle tradizioni popolari, tramandate ai nostri giorni dalle persone più anziane”. Pregno di significato e di alti contenuti storici e culturali fu il Convegno organizzato dall’Amministrazione Comunale il 23.12.1989, nel quale un pubblico numeroso ed interessato partecipò alla presentazione della ricerca, dalla quale scaturirono successivamente ulteriori studi culminati con la pubblicazione del testo “Francavilla sul Sinni. Le origini feudali, la cultura contadina, il lavoro e lo sviluppo” dello stesso Ing. Di Nubila e “Francavilla nella Media Valle del Sinni. Origini di un microcosmo rurale nel secolo XV” del Prof. Antonio Giganti. Non meno importante, sotto il profilo storico, è lo studio redatto dall’Ing. Di Nubila nel suo testo “La Basilicata nel crocevia della storia”, un lavoro notevole che abbraccia, insieme alla storiografia regionale, numerose tematiche dei nostri giorni, offrendo un valido contributo alla conoscenza della Basilicata e stimolando temi ed aspetti attuali tutti ancora da esplorare.

Mi piace, infine, ricordare come dobbiamo alla sua autorevole mediazione la soluzione di un problema annoso, molto avvertito dalla nostra comunità per i disagi che determinava e soprattutto per il pericolo che determinava alla sicurezza ed alla pubblica incolumità, rappresentato dalla presenza in Piazza Amendola dell’impianto di distribuzione dei carburanti ed alla necessità della sua delocalizzazione. Non vi è dubbio che la sua azione, nella soluzione di quella vicenda, al di là delle sollecitazioni e della disponibilità dell’Amministrazione Comunale nella ricerca di soluzioni alternative, fu decisiva come testimoniano i numerosi scritti intercorsi con i vertici di Agip-Petroli, che mi faceva tenere in maniera personale e discreta. Ecco, credo sia doveroso rendere testimonianza ad una persona che ha portato lustro a Francavilla, che oltre a rappresentare ed impersonare valori autentici dal punto di vista umano, professionale, morale e sociale, ha ben operato per la comunità, di cui è stato profondamente innamorato e di cui amava esplorare il passato, per cogliere gli aspetti più autentici e proporli alle nuove generazioni, perché, acculturandosi ai valori della tradizione, costruissero un ponte con il futuro. La morte ineludibile, ci priva della sua presenza, ma egli resta vivo tra noi per la sua opera illuminata e per le sue preziose testimonianze. “Defundus adhuc loquitur”, “Benchè morto, egli parla ancora” (San Paolo agli Ebrei di Abele) ed egli continuerà a parlare alle generazioni future attraverso i suoi scritti, le sue opere, le sue riflessioni, i suoi rigorosi e profondi insegnamenti.

                                              

One thought on “La scomparsa dell’ing. Felice Di Nubila ed il dovere della memoria

  1. La tua “voce” dopo 10 giorni dalla scomparsa mi è giunta gradevole da rammentare alcuni episodi che contribuirono a caratterizzare il suo andirivieni Roma-Francavilla nel corso della tua consiliatura, C’ è un tempo per ogni cosa sotto il cielo.Ci sono storie che custodiamo nella memoria e che non siamo noi a scegliere quando raccontare la Storia. Quando tutto questo avviene, prende forma la tua nitida affettuosa testimonianza.

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