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Dai ricordi di Antonio De Minco: “sociologia: gli effetti delle componenti della realtà”.

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Su questo blog abbiamo pubblicato e commentato a “pillole” i ricordi di Francavilla e del nostro compianto De Minco con lo scopo di far conoscere la realtà del nostro paese degli anni ’30 ’40 ’50 facendo un confronto con le nuove condizioni di vita createsi nella nostra comunità.

Scorcio panoramico di Francavilla

Ora pubblichiamo l’ultimo capitolo dove il nostro compaesano fa un’attenta analisi sociologica degli effetti delle componenti della realtà sull’individuo.

Un aspetto del suo discorso su cui mi voglio soffermare è il cambiamento che avviene nell’uomo quando dopo la nascita e dopo aver vissuto i primi decenni della sua esistenza in un luogo ritorna nel suo paese d’origine. Ciò può condizionare le scelte delle persone; ed è proprio l’esperienza che ha maturato il nostro De Minco in quanto anch’egli emigrante negli anni ’50.

Osserviamo in base a molti studi recenti che negli esseri umani le varie strutture del cervello sono meno influenzate dai geni e di conseguenza meno trasmissibili per via ereditaria, rispetto a quanto succede con altri esseri animali. A plasmare il cervello umano e a permettere l’evoluzione culturale è invece l’interconnessione con l’ambiente. Quindi ogni persona avrà un cervello costruito su misura per l’ambiente in cui è destinato a vivere.

Ecco perché i giovani che studiano all’università o lavorano fuori dal loro paese di origine non hanno più interesse a ritornarci. Diciamo comunemente che “si sono ambientati in città”. Ma la motivazione fondamentale perché i nostri giovani vanno a lavorare altrove è la mancanza di occasioni di lavoro.

Il rapporto SVIMEZ spiega che dal mezzogiorno scappano i giovani in cerca di lavoro, questa volta se ne vanno i laureati: il capitale umano.

Non fuggono più i disperati con la valigia di cartone.

All’epoca del De Minco e ancor prima l’emigrazione che è sempre stata una piaga sociale del nostro sud, riguardava i poveri cristi in cerca di lavoro manuale e artigianale. Anche se dobbiamo registrare che molti professionisti per affermarsi furono costretti ad emigrare. Furono i cosiddetti cervelli in fuga ante litteram.

Oggi succede la stessa cosa ma su vasta scala.

A questo punto dobbiamo dire grazie a De Minco per averci fatto rivivere il paese di una volta e perché i suoi ricordi possano costituire un punto di riferimento per una ricerca storica più dettagliata.

Antonio Fortunato

 

Sociologia: gli effetti delle componenti della realtà

L’estasi, di norma, investe la sfera individuale. L’intuizione illumina il mondo del percepiente. La leggenda sommerge tutti come una nuvola su di un altopiano. La credenza fa proseliti se la concordanza dei desideri collima con il creduto. La rappresentazione coinvolge l’emotività collettiva. Il mito varca tutte le soglie del raziocinio. Il rito estrinseca e rigurgita quello che nei tempi è stato assimilato ed oggettivato. La magia è una leva attraverso la quale si tenta di rimuovere ciò che affligge e fa paura.

Municipio di Francavilla in Sinni

L’utopia (non-luogo) è un’invenzione che tenta di realizzare l’impossibile. Il simbolo, infine, che coinvolge le azioni e le reazioni, genera il linguaggio. Così ogni realtà sociale, attraverso norme, convenzioni realizza una possibile vita di gruppo, pur tra le difficoltà varie e multiforme, scaturenti non tanto dall’inosservanza delle regole, ma quanto dalle caratteristiche della tipologia umana, la cui natura tenta egoisticamente il proprio tornaconto.

Tuttavia è possibile, così com’è, raggiungere un certo equilibrio di apparente armonia e sopportabile convivenza. Le modalità di applicazione e di realizzazione di tutti quegli elementi “coagulanti ed armonizzanti” in parte sono ereditate come schemi di antiche interazioni ed in parte vengono coniate, attraverso il continuum dell’azione sociale.

Dai testi di sociologia si ricava facilmente quanto il persistere di uno stimolo, indotto e percepito, crei comportamenti modificati. Le abitudini e le ripetitività incidono profondamente sulla psiche dell’uomo, apportandone visibili modificazioni. Certamente ogni stimolo non produce per tutti, lo stesso effetto: le gradazioni sono infinite, perché i meccanismi operanti sono soggettivi e perché gli effetti, per altri si tramutano in nuove cause, generando così, un processo infinito.

Foto rilevata dal libro di A. Capuano “Com’era bello… e com’è… il mio paese”

La varietà e la molteplicità creano una catena infinita di modificazioni. Accertato il rapporto tra causa ed effetto ne emerge che da tante componenti prorompe una risultante dai contorni delimitati: la peculiarità soggettiva della vita dell’uomo, tra gli uomini.

Tutti noi, durante l’arco della nostra vita, subiamo costantemente degli stimoli. A questi reagiamo un po’ per natura e massimamente per comportamento acquisito, vale a dire che mettiamo in essere il frutto di quel bagaglio culturale e sopra strutturale che abbiamo accumulato attraverso la mente.

Diciamo che reagiamo per fatto naturale, ma anche per fatto culturale, secondo la nostra sensibilità. Per riscontrare le mutazioni e le modificazioni che avvengono nelle diverse strutture e anche nell’uomo, basti confrontare le esperienze nuove con quelle del passato. O, come dire: lasciare l’ambiente in cui si nasce e si vive i primi decenni e farne poi, ritorno dopo qualche altro decennio. Lungi da me ogni presunzione di catalogazione o classificazione, perché ritengo che le etichette più che riflettere una vera realtà, tornano utili ad uno stato d’animo. Mi limito a concludere, dicendo:

l’uomo fin dal suo comparire, ha intrapreso il suo viaggio avventuroso e meraviglioso sulla terra, cercando instancabilmente, di modificare, creare, adeguare, fantasticare, sognare, realizzare qualcosa allo scopo di rendere vivibile il suo passaggio, che, pur con aspetti assai controversi e di altalenante gratificazione, resta sempre una fugace apparizione, rispetto alla secolarità ed ai millenni del Creato. Tuttavia cosa assai apprezzabile ed encomiabile, resta sempre per l’uomo il riconoscimenti di aver saputo, attraverso il simbolismo inventare un prodotto “culturale”, quale espressione della sua meravigliosa intelligenza…

 

Padova 10 giugno 1993

 

Se dalla lettura di questi ricordi, doveste riscontrare delle carenze o se, al contrario, riscontrare degli eccessi, nessuno me ne voglia.

La memoria è la memoria: qualche volta essa può fallire.

 

Antonio De Minco