I soldi pubblici vanno spesi bene… 5^ parte

Anche la nostra Redazione esprime la vicinanza alle famiglie delle vittime e ai cittadini dei territori colpiti dalle ultime perturbazioni atmosferiche. Inoltre, vogliamo manifestare la nostra più viva indignazione perché ancora oggi per colpa degli uomini, perché di colpa si tratta, devono accadere simili catastrofe.

La Turra Francavilla in S.

Non voglio commentare le responsabilità personali di gente che ha costruito abusivamente o del tale sindaco che non ha fatto demolire; voglio ribadire ancora una volta che i soldi pubblici non vengono spesi bene, anzi c’è un’aggravante questa volta: non si fa il proprio dovere. Con la delega alle Comunità Montana (legge n. 19 del 20.06.79) nella nostra regione gli ingenti fonti destinati alla salvaguardia e alla tutela del territorio dal dissesto idrogeologico con l’apertura dei famosi “cantieri forestali” non hanno portato nessun beneficio. Infatti sistematicamente dopo le piogge autunnali, assistiamo a scene apocalittiche: villaggi franati; fiumi e torrenti che esondano allagando terreni su cui si pratica un’agricoltura moderna e redditizia.

Dopo le altre leggi sulla forestazione il risultato non cambia, perché i cantieri forestali la cui durata oggi prevista per 151 giornate all’anno vengono impiegati in tutti i comuni per la manutenzione del verde pubblico, per pulire le vie comunali e sistemare qualche stradina di campagna tagliando siepi e pulendo le cunette.

I braccianti, non avendo un progetto serio a cui far riferimento, lavorano a un ritmo lento: cercano di far passare la giornata.

Qui scatta l’aggravante per i responsabili tecnici o politici. Tutti sappiamo che questi cantieri sono “un ammortizzatore sociale” e un serbatoio di voti e non facciamo nulla per rimuovere certi comportamenti rifugiandoci nell’atavica indifferenza.

Questi cittadini hanno il diritto di lavorare, non 151 giornate, ma tutto l’anno; nello stesso tempo il lavoro deve essere per loro gratificante sia per l’impegno che per i frutti che esso deve apportare. Non è etico e giusto un simile comportamento nei riguardi di altri braccianti che si spezzano la schiena nel metapontino per 30 € al giorno, magari anche vittime dei caporali!

Da quando è stata impiantata la Villa Comunale di Francavilla ricordo tutti gli addetti che vi hanno prestato servizio sempre da soli e per tutto l’anno. Essi sono: Domenico Germano (Zi Duminiche u carceraete), Vozzi Giuseppe, Gianbattista Mangieri e Biagio Cupparo. Da alcuni anni assistiamo all’alternanza nella villa di squadre di braccianti sia forestali sia quelli addetti a lavori socialmente utili e sia quelli del REI. Molti anziani ricordano che i cantieri forestali negli anni addietro realizzarono nel nostro territorio montano-collinare piccole briglie, sistemarono i fossi con piccoli interventi per controllare la forza dell’acqua piovana quando scende a valle. In località Scaldaferri San Biase (la timpa del Sacarlo) vi fu attuata l’ultima piantumazione di conifere. Oggi abbiamo un bel boschetto. Questo modo di fare forestazione, non apportando nessun beneficio al nostro territorio, deve essere completamente rivisto.

Municipio di Francavilla in Sinni

Un altro aspetto del dissesto è l’uso sconsiderato del suolo per le nuove costruzioni in edilizia.

Già esistono dispositivi legislativi per recuperare i fabbricati esistenti in caso di necessità. A questo punto mi pongo un interrogativo: perché le autorità ecclesiastiche vogliono costruire un edificio da destinare a Chiesa e ad altre attività in periferia? Non potrebbero utilizzare i fabbricati attigui recuperandoli dal degrado e abbandono a cui sono stati finora destinati? Ricordo anche che il paese non è più paese se vengono cancellati quelli che sono i luoghi che identificano la nostra appartenenza: il Campanile e il Municipio.

Fermiamoci prima che sia troppo tardi; ascoltiamo anche altre proposte alternative.

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