Tra “in” e “sul” c’è di mezzo Francavilla

nicolinoCari amici, approfittando di questa fredda serata primaverile (oibò siamo al 16 maggio e non sembra) e stimolato dal recente articolo di Antonio Fortunato sull’annosa questione di “Francavilla in Sinni” o “Francavilla sul Sinni”, sono andato a rileggere, con attenzione, i precedenti articoli sull’argomento, pubblicati da Giovanni Fortunato, dall’indimenticato Pinuccio Console e dall’avv. Luigi Viceconte.Ebbene, dopo accorta lettura, sono giunto alla conclusione, sì da profano (non essendo né uno storico, né esperto di legge o materia giuridica) e scusandomi con i sostenitori della preposizione “sul”, di dare pienamente ragione all’avv. Luigi Viceconte, che invece sostiene, tra l’altro unico finora, la necessità di “tenercela questa benedetta preposizione semplice ‘in’ interposta tra Francavilla e Sinni.”

Come scrive Viceconte, il Comune di Francavilla con Delibera del 12 novembre del 1862 adottò la denominazione di “Francavilla in Sinni”, resa successivamente ufficiale con il Regio Decreto n. 1218 del 26 marzo 1863, rimasta poi ufficialmente immodificata, a dispetto anche dell’uso comune del “sul”, per oltre un secolo fino al 2003. In quell’anno, in data 12 agosto, il Consiglio comunale con atto n.37 ritenne di modificare la denominazione in “Francavilla sul Sinni” e di attivare l’iter legislativo. A questo non seguì però l’obbligo di procedere mediante Referendum (vedi sentenze varie), con proposta sottoscritta da almeno 2.000 elettori. “L’Amministrazione comunale non ha provveduto a questi adempimenti ed il procedimento si è fermato” (L. Viceconte).

Pertanto se tutto questo è attendibile nelle sue conclusioni, resta attiva la prima denominazione che prevede la preposizione “in”, così come hanno, a mio parere, scarso valore le argomentazioni di ordine grammaticale di cui si fa alfiere l’amico Giovanni Fortunato e recepite successivamente dal compianto Pinuccio Console, che comunque capitolano di fronte alle ragioni di ordine giuridico.

L’invito allora è quello a mantenere la preposizione “in”, con buona pace dell’articolata “sul”, già solo per evitare le innumerevoli pastoie burocratiche cui andremmo incontro.

Cordiali saluti.

 

Lì, 16 maggio 2014

 

 

 

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