Giovanni Fortunato
Ampiamente condivisibile quel che scrive l’Avv. Romano Console (articolo: i treni perduti di Matera) che, con il suo alato discorrere, esprime la sua esultanza per la designazione della nostra corregionale città di Matera a capitale europea della cultura per il prossimo 2019.
La gioia, dice Romano, è stata in parte turbata dalla lettura di un articolo, ben circonstanziato, pubblicato su “la Repubblica” del 21 u.s.. Purtroppo non è il solo, ve ne sono anche altri ed altri ancora non si faranno attendere, ma non mi preoccuperei più di tanto, se è vero che l’Exultet che la Chiesa cattolica canta nelle celebrazioni pasquali, esclama “O Felix culpa”, individuando nella colpa originaria il principio del riscatto!
Sono convinto, infatti, che sia giunta l’ora di prendere coscienza che solo una massiccia iniziativa politico-amministrativa, possa dare l’imput ad una serie di opere, non cattedrali nel deserto, capaci di tirar fuori la nostra regione dalle secche dell’immobilismo che ha tarpato le ali ad un progresso effettivo.
Anch’io sono convinto che un intervento sulla rete ferroviaria esistente, sul tratto bloccato del tronco già costruito, possa dare a Matera le gambe per muoversi, per dischiudere la sua incontaminata bellezza ed originalità paesaggistica dei “Sassi” al mondo intero.
Un nostro amico, Filippo Di Giacomo, con una poesia bellissima beneaugurante, pubblicata su questo nostro giornale on line all’indomani della designazione, ha richiamato la favola antica che “racchiude negli anfratti del suo cuore…il sogno d’amore dell’Umanità intera”.
Possano, dunque, le puntuali riflessioni di Romano e l’accorato auspicio di Filippo, dare la spinta necessaria a muoversi, a non perdere altro tempo: è veramente giunto il momento del riscatto e dell’orgoglio!