A San Costantino Albanese un convegno sulla ricerca storica e sulla cultura arbëreshe

SAMSUNGSi è tenuto martedì 23 dicembre, nell’ambito del programma “Natale Arbëresh” promosso dall’Amministrazione Comunale di San Costantino Albanese, presso la Casa Parco, un interessante convegno dal titolo “Memoria e ricerca storica: percorsi nella Basilicata meridionale e nella cultura arbëreshe”, tematiche la cui rilevanza ha visto anche un interessamento del pubblico presente.

Dopo i saluti del sindaco Avv. Rosamaria Busicchio, sono intervenuti la dr.ssa Maddalena Scutari che ha messo in evidenza aspetti della fondazione di San Costantino Albanese e le peculiarità della sua parlata; il Prof. Antonio Boccia, presidente dell’ISSBAM (Istituto di Studi Storici per la Basilicata Meridionale), che ha conferito sul Risorgimento a San Costantino Albanese e il Prof. Carmine Cassino che ha presentato la nuova rivista annuale di studi storico-umanistici “Basiliskos”. Moderatore del convegno è stato il giornalista Gennaro Cosentino.

L’obiettivo è stato quello di promuovere la ricerca delle fonti storiche e la pubblicazione di documenti di particolare interesse, nonché la ricostruzione biografica di personaggi di pubblico rilievo in una comunità la cui cultura, in quanto minoritaria, ha le sue modalità proprie d’espressione e una sua specificità: si tratta di una cultura viva che svolge una funzione aggregativa poiché fornisce agli appartenenti alla comunità una precisa identità.

Sebbene insediatisi dal XV secolo in poi nelle regioni meridionali italiane, gli arbëreshë non hanno mai smesso di pensare alla patria d’origine. Abitanti in piccole comunità rurali isolate tra loro, circondati da popolazioni diverse per lingua, tradizioni e cultura, gli italo-albanesi hanno conservato, in uno spirito di forte solidarietà e coesione etnica, gli aspetti caratterizzanti della propria individualità nazionale. In particolare, la nostalgia della patria perduta, il ricordo delle leggendarie gesta di Skanderbeg e della sua epopea, sono espressione di un sentimento comune tra gli arbëreshë e parte integrante del loro patrimonio culturale e delle loro tradizioni.

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