Com’era… il Carnevale a Francavilla sul Sinni.

foto tratta dal "Dizionario dialettale di Francavilla sul Sinni" di Luigi Viceconte.
foto tratta dal “Dizionario dialettale di Francavilla sul Sinni” di Luigi Viceconte.

Ogni paese dovrebbe mantenere le proprie tradizioni, tra cui il Carnevale.Abbiamo ascoltato dai telegiornali regionali che in molti comuni della Basilicata, il 17 gennaio scorso, giorno dedicato a S. Antonio Abate, ha avuto inizio il Carnevale con iniziative tese a conservare e quindi a tramandare le tradizioni locali. È un motivo anche di richiamare i turisti che amano oltre alle tradizioni folcloristiche anche la nostra enogastronomia. In altri comuni, tra cui Francavilla la data è passata inosservata. Non è certamente una bella cosa. Riporto l’indagine su Carnevale di Francavilla sul Sinni, richiesta dal prof. Enzo Spera, sociologo dell’università di Bari, la cui rilevazione è stata fatta da me nel 1985 su informazioni del carissimo don Nicolino Viceconte, medico Ufficiale Sanitario in pensione e cultore di storia locale, con lo scopo appunto di sollecitare le Associazioni Culturali di voler partire da qui per organizzare, come si faceva una volta, il nostro Carnevale.

INDAGINE SUL CARNEVALE DI FRANCAVILLA SUL SINNI

Il carnevale Ha inizio il 17 gennaio, Giorno dedicato a Sant’Antonio Abate?

Sì, ha inizio il giorno di Sant’Antonio Abate.

Cosa si faceva o si fa il giorno di Sant’Antonio Abate, o alla vigilia?

Di solito si iniziano le maschere; non si usano fuochi (il fuoco all’aperto, a Francavilla, è usato solo per la sera del sabato Santo). Escono, di solito, per il paese le prime maschere.

Il giorno di Sant’Antonio Abate vengono utilizzati, in cortei o in altre circostanze campanacci?

foto tratta dal "Dizionario dialettale di Francavilla sul Sinni" di Luigi Viceconte.
foto tratta dal “Dizionario dialettale di Francavilla sul Sinni” di Luigi Viceconte.

Prima venivano usati i campanacci dei buoi ai quali si appendevano al collo per ritrovarli in caso di allontanamento dal branco; ora che la terra sono quasi abbandonate e i bovini (tutti da lavoro e tenuti al pascolo libero) sono in numero ridottissimo i campanacci, di cui i giovani non hanno più idea, non si usano più.

Vi sono anche gruppi mascherati organizzati in questo giorno o alla vigilia?

A volte sì, volte no.

I gruppi mascherati come procedono? Vi è una gerarchia tra le maschere?

In gruppi ma piuttosto disordinatamente. Vi è sempre un capo (o più di uno) che organizzano e guidano.

Come sono realizzate le maschere ed i mascheramenti?

Nel passato lo scopo era di rendersi irriconoscibili in modo rudimentale, di solito senza maschere al viso, usando, per estrema ristrettezza economica lo scarto dei comuni abbigliamenti usuali ed usati (grandi giacche alla rovescia, cappellacci, o scialli avvolti in testa, vestiti usati da donna, lunghe camice bianche da donna, lenzuoli in cui si ci avvolgeva di solito prevaleva il bianco tipo fantasma. I visi, senza maschera venivano imbrattati in nero con turaccioli di sughero bruciati e fumo dei camini, e infarinati, baffi rudimentali ottenuti con lo stesso sistema. Campanacci allora in uso e qualche rudimentale fisarmonica (organetto): qualche asino spesso ero nel gruppo, col cavaliere. Molti si travestivano da donna. Lo scopo precipuo era di rendersi rudimentalmente irriconoscibili.

Le maschere visitano le abitazione del paese? I gruppi compiono giri per le campagne?

dopo aver girato per il paese, schiamazzando eccitati, visitavano le abitazioni. Le porte si aprivano quale segno dell’antica ospitalità Lucana. Le maschere cantavano le canzoni di carnevale (ritornelli semplici sempre su un solo motivo accompagnati dal suono cupo è subito una sola nota del cupo-cupo, strumento rudimentale costruito con un grande scatolo cilindrico di latta (anticamente di legno a doghe tipo botticino, piccolo utensile di misura) senza coperchio, la cui estremità aperta veniva chiuso con una pelle legata ai bordi al cui centro era fissata una sottile cannuccia che veniva strofinata nella mano bagnata di saliva). Le maschere con questo canto facevano le lodi dei padroni di casa chiedevano da mangiare e da bere (salsiccia in genere poiché era all’epoca adatta e perché qui squisitissima). Dopo aver suonato e ballato ringraziavano con una strofa adatta allo scopo e continuavano il giro. “Canta lu gallo e torna alla masona (francesismo: casa delle galline) restame lu santanotte e ghiamininn (ed andiamo via). Oggi che maschere, conservando nel travestimento un po’ dell’antico, sono più ricercate nell’abbigliamento che resta sempre però piuttosto rudimentale. Usano batterie con flauti, qualche chitarra e qualche moderna fisarmonica.

Che tipo di comportamento hanno gli individui mascherati?

foto tratta dal "Dizionario dialettale di Francavilla sul Sinni" di Luigi Viceconte.
foto tratta dal “Dizionario dialettale di Francavilla sul Sinni” di Luigi Viceconte.

nel passato (tempi di miseria) caratteristiche erano l’eccitazione e l’euforia (a volte piuttosto aggressiva) nel sentirsi irriconoscibile e quindi nascosti ed alla pari (senza distinzione di ceto e di condizioni economiche Carlo Levi nel suo Cristo…) in un giorno di piena libertà e permissività (giusta reazione – difficilmente si arrivava ad eccessi, dovuti all’eccesso di vino: qualche spruzzata di cenere o di polvere sul viso dei passanti o qualche quasi iniqua randellata con corpi non proprio contundenti. Oggi è un giorno come l’altro: i giovani, sempre eccitati, non hanno più la sensazione fugace ed euforica di un giorno, di libertà e di permissivismo, nè di evasione momentanea dalle angherie e dalle ristrettezze economiche. Sono eccitati e baldanzosi come normalmente, ma sempre innocui, tranne episodi sporadici dovuti all’abuso di bevande alcoliche.

I gruppi mascherati prima di compiere i vari giri per le strade del paese, Si raccolgono in qualche piazza del centro abitato? Si radunano fuori paese? Dinanzi ad una cappella dedicata a Sant’Antonio?

a volte si riuniscono prima in una casa dove si travestono; a volte si riuniscono dopo è percorrono strade e piazze del paese con brevi soste dappertutto. All’imbrunire iniziano le visite nelle abitazioni.

Durante i giri per il paese il gruppo mascherato esegue canti?

prima solo gli accennati canti al cupo-cupo, di questua e di lodi per ringraziare la benevolenza dei padroni di casa. Oggi comuni serenate e tutte le canzoni che capitano.

Con quali strumenti sono accompagnati canti?

il cubo cupo cupo non manca di solito, ma è solo per l’accompagnamento dei ritornelli antichi accennati (I più belli). Per il resto dei canti moderni tutti gli strumenti oggi usati (chitarra, fisarmonica, fischietti col suono flautato, tamburo comune e tamburello con sonagli su cui si batte con la mano.

Nei loro giri e gruppi mascherati producono molto rumore? Percuotendo oggetti metallici lamiere vecchie stoviglie eccetera?

Sono chiassosi e spesso percuotono lamiere o altro.

Se due o più gruppi percorrono le strade del paese o quelle rurali, tendono ad incontrarsi o ad ignorarsi?

se si incontrano a volte si fondono, a volte ogni gruppo prosegue per suo conto. Non litigano.

La brace e la cenere del falò come venivano utilizzate?

solo nel falò del sabato Santo molte persone portano in casa, nel proprio camino, un po’ di fuoco benedetto.

Dopo il giorno di Sant’Antonio abate, si ripete l’uscita dei gruppi mascherati? Le maschere sono le stesse? E gli organizzatori?

si ripete con più frequenza ed intensità nelle ultime tre sere (specialmente la prima è la terza) sono i tre giorni di carnevale, specialmente la domenica e il martedì, i giorni pieni.

Descrivere, se possibile anche per il passato, questi cortei.

sono stati descritti per il passato. Figurava qualche asino nel corteo con carnevale a cavallo (che era un grosso e grasso pupazzo di paglia).

Chi li organizza? Come viene strutturata la partecipazione ai cortei? Come si concludono queste sfilate?

si organizzano i giovanissimi, volta per volta. Non vi è organizzazione fissa usuale. Gli organizzatori dei gruppi cambiano di anno in anno. Le sfilate si concludono con la visita nelle case.

È presente la maschera di Pulcinella? Se si, quale è la sua versione e interpretazione locale, il suo abbigliamento, la sua funzione ed il suo nome locale?

Non esistono maschere che rappresentano Pulcinella. Nel passato prevalendo il bianco delle lunghe camice alcune di dette maschere davano l’idea di Pulcinella senza che vi fosse l’intenzione di rappresentarla.

Durante il Carnevale, vengono rappresentate farse, scenette, testi drammatici improvvisati?

spesso veniva rappresentato il funerale e la morte di carnevale, portato disteso o a braccia o su di un asino. La morte avveniva nel passato bruciando fuori del paese tale grosso pupazzo imbottito di paglia.

I gruppi mascherati si riuniscono per cantare canti relativi al carnevale in posti ben definiti?

la moglie Quaresima (Quaremma). Cantano ma non in posti ben definiti. Cantano dove capita.

Qui sono o vi erano maschere e mascheramenti ottenuti, o corredati, con elementi vegetali? O recanti bastoni con rami di pungitopo o di altro vegetale, o semplicemente con decorazioni ottenute con elementi vegetali, paglia, granturco, Eccetera?

usavano nel passato rami con foglie.

Vi sono o vi erano maschere e mascheramenti, anche parziali, nei quali erano utilizzate pelli animali?

forse nel lontano passato venivano usate pelli di capra o di pecora. Da diverso tempo non si fa più uso di tale utilizzo.

Vi sono o vi erano maschere e mascheramenti ottenuti con camicioni da notte, con pigiami, con maglie interne mutandone bianchi, con pantaloni e giubbini bianchi?

vi erano mascheramenti ottenuti con camicioni bianchi da notte e mutandomi bianchi.

Quali sono, se ve ne sono, le raffigurazioni locali di Carnevale: in persona, in fantoccio, in animale vivo, in animale morto?

un fantoccio imbottito di paglia (carnevale).

La raffigurazione di Carnevale è accompagnata da quella della Quaresima? Da altri fantocci più piccoli?

qualche volta qualcuno vestito da Quaresima con stracci neri accompagnava piangendo il funerale di carnevale.

È o era allestito un processo a Carnevale?

qualche volta l’elogio funebre era un pianto di rimprovero di essere crepato per una scorpacciata di polpette, usatissima ancora nelle tre sere di carnevale.

La raffigurazione di Carnevale veniva o viene bruciata, fucilata, lanciata in un burrone, da un ponte, impiccata, esposta, ecc.?

veniva bruciato fuori il centro abitato.

Come veniva e viene indicato l’inizio della Quaresima?

Il giorno dopo Carnevale, oggi non più, veniva esposto ai balconi o alle finestre un pupazzo rappresentante Quaresima. Tale pupazzo era fatto con una patata (testa) da cui pendevano degli stracci neri (corpo). Nella testa venivano infilate sette penne di gallina: ognuna di essa veniva tolta ogni settimana, fino a Pasqua.

Rilevazione redatta da Antonio Fortunato insegnante scuola media di anni 35. Indagine svolta a Francavilla sul Sinni. Informatore: Giuseppe Nicola Viceconte fu Luigi di anni 72, Ufficiale Sanitario in pensione.

One thought on “Com’era… il Carnevale a Francavilla sul Sinni.

  1. Complimenti Antonio, per questo importante contributo alla ricerca storica su Francavilla!
    E’ un tassello che aiuta a delineare un quadro d’insieme sicuramente utile alla scoperta
    degli usi e dei costumi e del carattere della nostra Comunità nel tempo.

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