Antonella De Salvo
Una delle cose che ho scoperto da quando vivo in Cambogia é che a Senise esiste una zona che porta il nome di questo paese! É sempre molto divertente osservare l’espressione incredula delle persone alle quali spiego che non vivo nella “Cambogia”di Senise, ma proprio in quella vera!! Qui lavoro per l’associazione AiBi Amici dei Bambini (www.aibi.it), un’organizzazione non governativa con sedi in oltre 28 paesi nel mondo, che si occupa di progetti di cooperazione allo sviluppo nell’ambito della tutela dei diritti dell’infanzia. In particolare, in Cambogia portiamo avanti due tipi di intervento: da un lato collaboriamo con il Ministero degli Affari Sociali con progetti di formazione finalizzati a rafforzare il sistema sociale di protezione dell’infanzia (qui ancora precario) e dall’altro lavoriamo direttamente con i bambini in difficoltà attraverso progetti di educazione, sostegno e accompagnamento familiare http://www.aibi.it/ita/attivita/cooperazione-internazionale-2/cambogia/.
Lo scorso 28 gennaio ho festeggiato il mio secondo Cambogianno. Vivo da due anni in questa terra affascinante e allo stesso tempo irritante, una terra che quando senti di aver compreso, ti sorprende con nuove e inaspettate sfaccettature. Una terra un pó come l’aria, che senti che ti sfiora, ma non riesci mai ad afferrare. Una terra che per certi aspetti mi ricorda la mia terra, e forse per questo mi ha toccato tanto il cuore… La Cambogia é una distesa sterminata di palme da zucchero, alberi da cocco e risaie.
É un paese a vocazione principalmente agricola (é costituita per l’ottanta per cento da aree rurali) ed é comune vedere i lavoratori nei campi usare tecniche e strumenti di altri tempi e altri luoghi, come carri di legno trainati da buoi, contadini ripiegati su se stessi che raccolgono l’oro cambogiano (il riso) o minute signore dallo sguardo deciso che trasportano con eleganza enormi sporte di frutta e verdura sulla testa.
La quiete immersa in luoghi senza tempo e i tramonti sulle infinite pianure lussureggianti che si riflettono sulle acque dei fiumi di cui questa terra è ricca, offrono uno spettacolo e un’atmosfera senza uguali. La gentilezza e la semplicità della sua gente rendono difficile non innamorarsi di questo piccolo e lontano lembo di terra.
Ma poi c’é un’altra Cambogia… quella della crescita ad ogni costo, quella della logica economica che si inserisce in ogni aspetto della vita, quella della vita che vale poco, quella dell’incomprensione tra logiche interne e interessi esterni, quella della complessitá di una realtá che troppo spesso é vittima di se stessa.
Il famoso sorriso khmer cela la molteplicitá di aspetti che caratterizzano la societá cambogiana attuale, che é passata per la grandezza dell’impero Khmer, per la sottomissione dei paesi vicini, per l’incubo del regime dei khmer rossi, per finire in logiche di progresso e sviluppo che, inserite in un contesto di valori morali spesso incompatibili a quelli del mondo “occidentalizzato”, provocano un impatto particolarmente violento e contradditorio.
La Cambogia conta con una popolazione tra le piú giovani al mondo, circa il 60% dei suoi poco piú di quindici milioni di abitanti, ha meno di 30 anni. L’economia del paese va a gonfie vele: negli ultimi dieci anni il PIL é cresciuto ad un tasso medio del 7% annuo e il reddito medio pro capite é pari a circa mille dollari. I settori che maggiormente contribuiscono a sostenere questi ritmi di crescita sono il turistico, il tessile, della costruzione e l’agricolo (http://www.kh.undp.org/content/cambodia/en/home/countryinfo.html).
Ció nonostante, quasi la metá della popolazione vive in uno stato di povertá multidimensionale, cioé sperimenta gravi privazioni nell’accesso ai servizi di base – alimentazione, sanitá, educazione- e non é in grado di soddisfare le necessitá primarie funzionali allo sviluppo umano.
Ció nonostante, quasi il 90% delle coste cambogiane e delle risorse naturali vengono svendute per far posto a business che non hanno bisogno né dell’uomo, né della natura per essere redditizi.
Ció nonostante, sono tantissime le situazioni di rischio e vulnerabilitá ai quali sono esposti migliaia di bambini, giovani, adulti e anziani senza nessun tipo di tutela sociale o giuridica.
Ció nonostante, qui si rivela in tutta la sua veritá la riflessione di Rousseau, secondo il quale “nessun cittadino dovrebbe essere abbastanza ricco da poterne comprare un altro, e nessuno tanto povere da esser costretto a vendersi”.
Un paese ricco (di risorse naturali, di potenzialità, di opportunità, di investimenti esteri, di giovani), pieno di poveri. I conti non tornano. Non saranno la ricchezza e la povertà le due facce della stessa moneta? Non sarà che il modello di sviluppo attuale – che crediamo indispensabile per eliminare le miserie, le povertà e le ingiustizie – abbia necessariamente bisogno di queste per esistere?
Antonella De Salvo
Economista, specializzata in Sviluppo Locale e Cooperazione Internazionale – Universitá degli Studi di Parma
Coordinatrice dell’ONG AiBi Amici dei Bambini a Phnom Penh, Cambogia.
http://www.aibi.it/ita/attivita/cooperazione-internazionale-2/cambogia/
antonella.desalvo@hotmail.com