Farsi prossimo, sensibilizzazione socio-politica

Diaconato-appellaNuovi orizzonti si aprono allo sviluppo della carità, chiamata a umanizzare ogni forma di servizio verso gli altri.

Come tradurre la carità in azione storicamente efficace nei confronti delle nuove forme di poverà del nostro tempo? Gli ostacoli? Principalmente l’individualismo.

Se tutta la società italiana, come é stato rilevato dai prof. G. De Rita, ha un alto tasso di soggettività, caratterizzandosi come società consumistica ed edonistica col triste risvolto di gente emarginata e sofferente, la società lucana è contrassegnata da una sua forma tipica d’individualismo.

In Basilicata l’individualismo ha radici profonde e consolidate, storiche e geografiche. È diventato cultura, matrice di scelte. Ci chiediamo cosa può significare oggi, nel nostro contesto di diocesi periferica di una regione periferica del sud, farsi prossimo, avere viscere di misericordia?

“L’ideale culturale del mondo occidentale è l’individuo autonomo, autosufficiente, che si è fatto da sé, che se ne sta per conto suo e senza obblighi verso niente e nessuno” (A. Nolan, Cristiani si diventa). Non sono tanto diverse le conclusioni del Rapporto Censis 2012 sui valori degli italiani, che parlano di una profonda crisi antropologica dovuta all’eccesso di individualismo, di una sorta di intrappolamento nel presente, “che ha radici profonde nella crisi della relazione con l’altro (e l’Altro)” . Proprio, però, da questi segni di sofferenza, che nascondono una profonda nostalgia di cambiamento, può venire l’impulso a riemergere, a cogliere l’opportunità che questo tempo di crisi offre per un’inversione di rotta. Cosa vuole dire oggi, lavorare a un programma per il bene comune, per una gestione equa delle risorse idriche e petrolifere, per uno sviluppo che rispetti l’uomo e la natura e realizzi il comando di essere custodi del creato? Cosa vuol dire nel concreto lavorare a un progetto per il riscatto degli ultimi, guardare il mondo con i loro occhi, far sì che possano dotarsi degli strumenti per uscire da una condizione di sudditanza?

1545209_10201385850711327_1256756753_nI1 mondo di oggi è sostanzialmente distratto e indifferente. In una società fredda, sbadata, gli uomini sono solitari, distanti, apatici, e i veri incontri risultano sempre più difficili. Ci si sente lontani, estranei, soli, anche nel caos del traffico cittadino. L’uomo ha abolito praticamente le distanze spaziali, ma tra i cuori si sono scavate distanze abissali, che producono solitudine, anonimato, estraneità. Di conseguenza, non ci si accorge di chi soffre, perché a un grande progresso tecnico corrisponde una spaventosa carenza in fatto di autentici rapporti umani. In questo aspetto agghiacciante di disumanizzazione della nostra civiltà si inserisce l’attualità della misericordia, che vuol dire prendersi a cuore la miseria, essere complici del dolore del fratello. che si trova accanto.

In questo contesto i 55 parroci della Diocesi di Tursi-Lagonegro, sotto la guida del Vescovo S.E. Mons. Francesco Nolè, mai insabbiati su posizioni retrive, si chiedono nei vari incontri pastorali, nell’ottica di servire con gioia la Chiesa: << i laici hanno dei settori della vita parrocchiale in cui esercitano una reale autorità o questa è solo del parroco? C’è una sinodalità che rende condiviso il cammino? La parrocchia è una scuola di formazione alla verità dei rapporti umani, delle situazioni, della vita morale, sociale e politica? I laici vengono educati a impegnarsi nella vita sociale e politica?

E poi si ribadisce la necessità del Consiglio parrocchiale Affari Economici, che deve esistere in tutte le Parrocchie per la retta amministrazione dei beni, che prevede le spese ordinarie e straordinarie, che prepara il rendiconto amministrativo, che garantisce la cassa parrocchiale, segno della comunione dei beni, che garantisce la doverosa trasparenza.

Diciamo poi che si esige forte impegno da parte del Governo Nazionale e Regionale: – per garantire la difesa del suolo, uno sviluppo armonico del territorio e una rigorosa tutela dei corsi d’acqua e delle coste; – per una puntuale applicazione e attuazione della normativa nazionale e comunitaria in materia di smaltimento di rifiuti, inquinamento atmosferico, rischio industriale e rifiuti tossici e nocivi – per uno sfruttamento ecocompatibile delle risorse del sottosuolo (petrolio – acqua – gas), per una forestazione produttiva ed il recupero delle aree interne; per la prevenzione del rischio sismico, geologico e idrogeologico; per il miglioramento della vivibilità urbana e riqualificazione delle aree con forte vocazione urbana; – per il recupero del patrimonio edilizio esistente su cui non vi sono stati interventi per leggi speciali; – per la prevenzione del sempre più presente rischio “industriale”, per alcune grandi aree – per una politica a tutela della salute dei cittadini. Emergenze da affrontare.

In occasione della Pasqua, papa Francesco ci lancia un forte messaggio di speranza e cambiamento. Per affrontare i mali della società d’oggi, a partire dallo sviluppo sociale diseguale che produce fame e spreco, è necessario dare spazio a una cultura della solidarietà, del rispetto e del dialogo. Contro la “desertificazione” spirituale che rende precaria l’esistenza bisogna imparare a mettersi in gioco e a “sporcarsi le mani” nella quotidiana fatica di credere e testimoniare Gesù servendo l’uomo.

Pertanto urge sensibilizzare donne e uomini di buona volontà a lavorare per una Basilicata, per un sud in piedi e con lo sguardo rivolto in avanti, capace di pensarsi non destinatario passivo di interventi altrui, ma soggetto attivo in grado di generare futuro per tutti.

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