Bioglio-Francavilla un percorso comune.

Storia di un popolo di immigrati

Giovanni Donadio, la stessa persona dell’articolo “La mia testimonianza perché non ci siano più guerre.”, pubblicato su questo giornale il 2 maggio u.s., rientrato nell’agosto del 45, dal servizio militare, dopo aver servito la patria nella seconda guerra mondiale, ha tentato in ogni modo e per ben due anni, di trovare una collocazione lavorativa nel proprio paese, ma il dopoguerra, già di per sé difficile ovunque, a maggior ragione nel profondo sud della Basilicata, ha fatto maturare al giovane Giovanni l’idea di tentare la fortuna altrove.

34225_138436439500774_7801380_nAvendo egli, come si evince dall’articolo citato, avuto un’esperienza di vita in un paesello delle pre-alpi biellesi, dove era stato ospite di una famiglia, nel luglio del 1947 matura definitivamente l’idea di abbandonare Francavilla alla volta di Valle San Nicolao.

Donadio torna presso la stessa famiglia, torna a fare il calzolaio, come lo fece allora, lavorando solo per pagarsi il vitto e l’alloggio.

I tempi sono difficili, però qui si intravede all’orizzonte la possibilità di una ripresa economica, cosa che, al sud Italia ed in particolar modo a Francavilla, sembrava un miraggio.

La guerra aveva portato con sé distruzioni e miseria, gli effetti si facevano sentire ovunque, Donadio non si arrende, resiste, coltiva un sogno, quello di poter essere assunto in una industria tessile della zona; nel luglio del ‘48, infatti, la ditta Albino Botto e figli, di Bioglio, comune limitrofo a Valle San Nicolao, lo assume nel reparto tintoria, dove lavorerà per 12 ore al giorno dalle 18 alle 6 del mattino ininterrottamente per 33 anni.

Dopo poco più di un mese di lavoro, torna a Francavilla per le ferie. Mentre il biellese prometteva un futuro, Francavilla e la sua zona erano piombati in un degrado socio-economico ancor più di prima.

I compaesani, gli amici, i conoscenti nel vederlo tornare, tutti si informavano: dove stava, cosa faceva, che cosa prometteva quella parte d’Italia meno sfortunata del nostro profondo sud.

Egli raccontava di una prospettiva assai più florida di quella che Francavilla potesse offrire. I racconti si facevano sempre più incoraggianti e le prospettive di Francavilla sempre più aride, tanto da spingere il giovane Antonio Giordano, già sposato con Maria Cusumano da Caltagirone, ad affrontare da solo, questa avventura, lasciando la moglie con sua mamma, Angela Marrone, a Francavilla.

34225_138436452834106_3093117_nArriva nel biellese e resta per i primi tempi ospite del Donadio, intanto arrivano da Francavilla anche Antonio e Giliberto De Fino, Giuseppe Ciminelli, Mario Abitante, e alcuni di loro, installano una sartoria nella frazione Portula, del comune di Bioglio, ma di li a poco anche il Giordano viene preso a lavorare dalla ditta Albino Botto e figli, potrà a questo punto richiamare la moglie, il figlio, la mamma e il fratello, ricongiungendo così l’intero nucleo familiare; si stabilizzeranno nella frazione Alcinengo di Bioglio per sempre.

Intanto l’economia inizia a fare i primi miracoli, le industrie tessili si moltiplicano, il problema di quelle aree, era diventata la mancanza di manodopera, la voce a Francavilla si diffonde, parte subito Prospero Negrone, che di lì a poco chiama il cognato Nicola D’Agostino e sua sorella Luigia e l’intera famiglia.

Subito dopo è la volta di Biagio Negrone, Giuseppe Costanza, la famiglia Breglia, la famiglia Bernardo e così via, tanto da creare un fenomeno di massa, si costituisce così una seconda Francavilla a Bioglio.

Ovunque si udiva parlare il dialetto francavillese, gli arrivi in quegli anni erano a dir poco quotidiani, chiaramente non tutti trovavano collocazione, ma la maggior parte ha trovato lavoro e dignità, tanto da radicarsi e stabilirsi in queste bellissime valli.

Inizialmente vanno a stabilirsi a Bioglio, dove trovano ospitalità, Bioglio ha un sindaco: Piero Rey, che assieme a sua moglie sig.ra Giuliana Caviggia, si sono adoperati affinché tutti potessero soddisfare i bisogni essenziali, da qui, da queste pagine, vorrei pubblicamente ringraziare a nome dell’intera comunità di Francavilla, l’avvocato Rey e sua moglie Giuliana, per quanto hanno fatto per le nostre genti, lo loro sensibilità, la loro umanità, non hanno mai fatto mancare il sostegno a favore di una reale integrazione.

Non meno hanno fatto i suoi successori: Mario Fiorio; Giuliano Lusiani; Elio Allasa; Gianni Fusaro ed infine l’attuale Stefano Ceffa, (genero di Egidio Bernardo) al quale va riconosciuto il grande merito, assieme all’allora sindaco di Francavilla, Felice Marziale e il suo vice Domenico Maurella, che su proposta di Egidio Bernardo e dello scrivente, hanno immediatamente creato le condizioni per istituire il gemellaggio tra i due comuni e le due Parrocchie, grazie all’intesa immediatamente scaturita tra don Franco Lacanna e don Luigi Tajana (tra le Parrocchie in occasione dei solenni festeggiamenti del 500° anniversario della fondazione del Santuario di Banchette, il 5 ottobre scorso, c’è stato un nuovo incontro, don Franco ed una piccola delegazione hanno partecipato a questo evento).

 

34225_138436432834108_4186444_nGemellaggio concretizzato il 30 aprile 2010, una folta delegazione di francavillesi guidati dal Parroco don Franco Lacanna e dal vice sindaco Domenico Maurella, inizia con la visita al cimitero di Bioglio, nel quale si è avuto modo di constatare la numerosa presenza di defunti francavillesi, che ha commosso i presenti, e ha ribadito il profondo legame tra le due comunità. Insieme don Luigi Tajana e don Franco Lacanna, alla presenza di un gran numero di partecipanti, di origini francavillesi, residenti a Bioglio, nel biellese, in Piemonte, in Lombardia e nelle lontane province del nord Italia, hanno partecipato alla celebrazione di una Santa Messa in suffragio dei defunti originari di Francavilla.

Alla fine della celebrazione, vi è stato uno scambio di doni tra i due parroci, subito dopo tutta la delegazione di Francavilla, insieme ai francavillesi convenuti da tutto il nord Italia, si è trasferita nel municipio di Bioglio, dove il Consiglio Comunale Straordinario convocato dal Sindaco Ceffa, con all’o.d.g. un solo argomento: unire le comunità di Francavilla e Bioglio perché nei fatti gemellati da oltre 60 anni, ha sottoscritto l’atto ufficiale di gemellaggio.

Queste due comunità, infatti, hanno costruito ricchezza materiale e immateriale, fianco a fianco nelle fabbriche nei cantieri hanno contribuito alla crescita sociale, politica, economica e culturale di questa ricca provincia piemontese.

Gli interventi del sindaco Stefano Ceffa e del vice sindaco Domenico Maurella, dei due parroci don Franco e don Luigi, ognuno per il proprio ambito, hanno motivato le ragioni perché queste due comunità devono poter intraprendere un cammino comune, in quanto fautori di una storia comune.

Dopo questi interventi, hanno preso la parola uomini e donne che sono stati i protagonisti di questo percorso comune, apportando contributi e testimonianze che hanno commosso la folta platea.

Non è finita qui. Ci hanno sbalorditi con effetti speciali, come si suo dire, perché, dopo l’incontro in Comune, siamo stati accolti dall’associazioneamici volontari di Bioglio”, guidati dalla instancabile presidente, signora Gabriella Mazzia, presso il salone delle feste, “la Valentina” dove hanno servito noi, che arrivavamo da Francavilla ed ai francavillesi di lassù, una ottima cena, facendoci degustare tutti i prodotti tipici della gastronomia piemontese in segno di gratitudine e di riconoscimento dell’integrazione vera tra Francavilla e Bioglio.

Anche qui, durante la cena, numerose sono state le testimonianze, i racconti, gli incontri tra persone che si conoscevano solo per sentito dire, ma che mai avevano materializzato un incontro.

La commozione era palpabile, in quella occasione ebbi modo di dire che, oltre a Francavilla e Bioglio, francavillesi altrettanto numerosi si trovano nella città di Buenos Aires in Argentina, dove hanno realizzato la CASA DEI FRANCAVILLESI nella quale ognuno di noi può sentirsi a casa propria.

Il sindaco Ceffa ci portava a conoscenza di un loro gemellaggio con la città di Valcourt nel nord della Francia, proponendoci l’opportunità di poter un giorno fare un incontro a tre Francavilla-Bioglio-Valcourt.

Da questo incontro, ognuno di noi è ritornato a casa, penso abbia avuto la piacevole sensazione di sentirsi cittadino del mondo, in quanto, ovunque egli vada trova sempre un francavillese, un biogliese ad accoglierlo.

One thought on “Bioglio-Francavilla un percorso comune.

  1. Complimenti per il bello articolo, dalle origini della immigrazione ad una realtà ormai consolidata. Una bella favola da coltivare e tramandare. Nicola Vitola

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