Per fermare la corruzione le leggi non bastano

don Camillo Perrone
don Camillo Perrone

La festa della Liberazione del 25 aprile segna la conquista dei valori supremi della pace, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza e della giustizia sociale; sancisce altresì l’impegno per il rispetto e l’osservanza della Costituzione, della solidarietà e dell’amor patrio. Sono questi i presupposti dell’autentico progresso individuale, sociale, morale, culturale e politico di una Nazione.

Per quanto concerne l’Italia occorre una riforma organica di leggi, una rinascita morale. Bisogna impegnarsi, tutti, in una lotta di liberazione dal marciume. Chi ha il vero amor di patria desidera far onore alla sua patria con il proprio comportamento onesto e generoso; desidera anche che la sua patria sia grande non con la violenza sugli altri paesi, ma con la sua civiltà, la sua collaborazione per il bene del mondo, il suo contributo spirituale e generoso al bene di tutti.

Siamo un Paese in difficoltà economica e morale; gli scandali hanno frequenza e gravità estreme. Eppure siamo chiamati a essere forti e concordi. Questo non avverrà se i cittadini saranno, come ora sono, disillusi e distanti dalla cosa comune.

imagesLa corruzione è tra le ragioni principali del pericoloso declino civile. Si concorda, a parole, che per batterla occorrano buone leggi, rapidi processi, amministrazione pubblica sana, un clima morale rinnovato. Ma le norme su anticorruzione si trascinano da anni.

<<La corruzione puzza! E la società corrotta puzza! Un cristiano che lascia entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, puzza!>>. Le parole forti di Bergoglio risuonano da Napoli al resto d’Italia. Nel primo giorno di primavera. mentre a Bologna sfilano in 200 mila per la Giornata della memoria in ricordo delle vittime di tutte le mafie, nella città partenopea papa Francesco condanna, ancora una volta, senza mezzi termini, l’illegalità, la criminalità, il traffico di droga, la delinquenza.

Un male che dilaga quando «si chiude la porta ai migranti, si toglie il lavoro e la dignità alla gente», quando si mette il denaro al primo posto, quando si sfruttano gli altri. <<Corruzione e mafie sono i due volti di una stessa medaglia», dice don Ciotti, contro di esse serve l’impegno della politica, delle istituzioni, della Chiesa. Ma serve anche l’impegno personale: «Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, che sfruttano e corrompono i deboli con il cinico commercio della droga e altri crimini», dice Francesco scuotendo Napoli.

«Si può tornare a una vita onesta», dice il Papa, rivolgendosi «ai criminali e a tutti i loro complici», e ripetendo «umilmente, come fratello: convertitevi all’amore e alla giustizia>>.

LAPR0970-047-kZvE-U80561726940ABE-620x349@Gazzetta-Web_articolo«Mi fa piacere una Chiesa che sa guardare in cielo ma non si dimentica e non si distrae rispetto ai problemi della terra», dice a Bologna don Luigi Ciotti, che un anno fa era con papa Francesco, a Roma, proprio per la Giornata della memoria. Un «filo lega oggi le due città, Napoli e Bologna», dice il fondatore di Libera. Un filo fatto soprattutto dei volti delle vittime, solo in Campania 305, che Napoli ha esposto sul Palazzo della Regione e lungo il tragitto che ha portato il Papa sul lungomare. Volti e storie che chiedono resistenza, conversione e giustizia.

E urge educare ai valori.

I nostri figli saranno protagonisti di un avvenire solido se, ancorati a valori antichi, ameranno percorrere sentieri inesplorati, andando oltre il plauso della gente; se custodiranno la pazienza di sognare oltre le sconfitte momentanee; se nutriranno l’interiorità e il silenzio per rispondere alle domande che contano nella vita; se sceglieranno un’esistenza che si pone regole di comportamento; se cresceranno in un coraggioso spirito di servizio.

«L’educazione è partecipazione di valori, che avviene a livello vitale, mediante la testimonianza insieme con l’insegnamento» (Paolo VI).

E più di tutto, va corretta la decadenza morale – ripetiamo – con l’educazione, con la formazione e soprattutto con l’esempio.

Il clima precipita per contegni che avviliscono la cittadinanza, la persuadono dei vantaggi dell’illegalità, propiziano il terreno alle mafie. Ma noi cittadini spesso siamo similmente responsabili di assenteismo, elettorale ed etico.

 

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