Futuro a rischio: senza migrazioni l’Europa muore

 

imageDi fronte al dramma dei rifugiati, la Chiesa segue una linea chiara e semplice, al di là di ogni polemica. È una posizione che esprime tutte le realtà del cattolicesimo e direi di un popolo, per cui non si può respingere chi arriva nel nostro Paese, proveniente da guerra e persecuzione. Non solo le strutture ecclesiastiche, ma anche le famiglie, un vasto circuito di persone comuni, collaborano a fare spazio a quanti arrivano. È tutta gente che ha ben chiaro il senso di umanità come bussola nella vita quotidiana.

Un evento drammatico delle folle in fuga dalla guerra o in cerca di futuro che osano il tutto per tutto in viaggi da incubo fino all’ultima partita fra morte e vita nel Mediterraneo. La fierezza di tante vite salvate non toglie la consapevolezza di tante altre inghiottite dal mare.

Per chi arriva chiedendo protezione internazionale le parole d’ordine restano salvare e accogliere. È importante poi promuovere un servizio su tutto il territorio che trasformi l’accoglienza in un cammino comune attraverso i percorsi scolastici e professionali .

Ma va ricordato che l’integrazione è un percorso biunivoco: anche le nostre comunità sono chiamate a ripensarsi alla luce di questi incontri, per costruire una nuova comunità fatta anche di storie, culture, altri mondi.

Diversamente, rischia di degenerare in un processo di assimilazione che, come è successo in Paesi come Belgio, Francia, Inghilterra, può generare in sofferenza, distanza, esclusione sociale. Inclusione significa valorizzare la partecipazione civile, politica, amministrativa dei migranti, significa attenzione a una politica familiare che guardi al mondo delle 400 mila coppie miste in Italia, ai bambini figli di stranieri che sono nelle nostre scuole.

E mentre i grandi sono divisi tra una ripartizione di immigrati e il loro respingimento, il cristiano sa che non può essere cristiano senza di loro. Che sono loro, uomini e donne percossi in strada e mezzo morti, che diventano decisivi per la qualità della sua adesione.

Don Camillo Perrone
Don Camillo Perrone

“Affermiamo con forza che abolire Schengen renderebbe più povero il Sud dell’Europa.

I fatti di Colonia, il rischio di chiusura delle frontiere, i muri che si alzano insieme alle paure, le morti anche di tanti bambini nel Mediterraneo stanno mettendo a dura prova non solo la libera circolazione delle persone e la loro sicurezza, ma anche la sicurezza di tutti. Soprattutto è a rischio il futuro. Infatti, senza migrazioni l’Italia, L’Europa muore.

Senza migrazioni lo scambio culturale s’impoverisce, Senza migrazioni anche il dialogo religioso ha una battuta d’arresto. Senza migrazioni si muore. Le migrazioni sono una provocazione ad essere “custodi dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, ovunque essi vivano” osserva il Papa favorendo “ la solidarietà, la cooperazione, l’interdipendenza internazionale, l’equa distribuzione dei beni della terra”.

Papa Francesco invita le nostre comunità alla “ cure dei buoni contatti personali e a superare pregiudizi e paure: ingredienti essenziali per coltivare la cultura dell’incontro”, guardando non tanto alla condizione dei migranti regolari o irregolari ma alla loro dignità.

Quest’anno il Vangelo della misericordia ispirerà e incoraggerà percorsi nuovi e diffusi di accoglienza, nei centri e nelle periferie delle città, cammini di integrazione dei migranti che potranno favorire inclusione e partecipazione alla vita sociale e politica, prassi sociali e tutela dei diritti e dei doveri di chi arriva e di chi ospita.

Il nuovo umanesimo cristiano che andiamo cercando lo troveremo anche includendo nel nostro orizzonte questa umanità allo sbando nella tempesta di guerre ed ingiustizie. L’apprenderemo anche dalla generosità di tanti uomini e donne che inventano giorno per giorno risposte creative a queste sfide.

Sconcertano le posizioni anti –Schengen di molti Stati Europei e allora diciamo che urge formare al senso di responsabilità riguardo alle gravissime piaghe della famiglia umana: violazione di libertà e diritti dei popoli, sfruttamento, corruzione, crimine organizzato, migrazioni forzate…

Per queste ultime, accanto al dovere dell’accoglienza, occorre ricordare come sottolinea il vademecum elaborato di recente dai vescovi italiani “le cause del cammino e della fuga dei migranti dalla guerra alla fame, dai disastri ambientali alle persecuzioni religiose”.

È ribadita, ancora una volta, la necessità di aprire “canali di ingresso regolari” e trovare “ modalità nuove di gestione dei flussi delle persone in arrivo in Europa”. La Chiesa sia sempre all’avanguardia con grande scatto di responsabilità per costruire processi di integrazione nelle nostre comunità.

Il rispetto. l’accoglienza, l’inclusione, l’integrazione aiutano il nostro Paese a crescere. Solo un cammino insieme, senza paure e pregiudizi, offre a tutti un futuro.

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