Ermete Nustrini
Ho letto con interesse i recenti articoli, “Caro Leonardo” e “Giacimenti petroliferi…” pubblicati su FrancavillaInforma. Sento di concordare con le analisi dei due autori ed emotivamente con il loro sottinteso rimpianto.
Li trovo, tuttavia, difettosi di mancate conclusioni che, invece, una simile analisi dovrebbe doverosamente comportare. Ma andiamo per ordine.
E’ bello e commovente soffermarsi e riflettere sul passato: dove sono finiti i contadini di Rocco Scotellaro, il dialetto tursitano ed il pane che sapeva di grano? Non sono finiti; sono semplicemente cambiati, si sono evoluti. Sono diventati un’altra cosa.
Non in peggio. Un’altra cosa!
Nell’aprile del 1910 si inaugurò a Firenze uno dei primi scali aerei in Italia.
Gran folla per vedere ed ammirare il biplano di Aristide Faccioli, primo aereo italiano a volare! E pensare che le ali dell’aereo erano di tela, cucita a mano dalla moglie del pilota!! Mio nonno vide l’evento sulle spalle di suo padre.
E’ trascorso poco più di una vita di tutti noi e quell’aereo, con le ali di tela cucite a mano in famiglia, si è evoluto, è diventato un’altra cosa: ci ha portato sulla Luna, presto ci porterà su Marte e, dopo, avanti ancora.
Ogni Regione ha le sue riflessioni. I contadini del sud, di Rocco Scotellaro, come tutti i contadini di quell’epoca, vivevano una vita di sacrifici; perfino lavarsi, partorire, ammalarsi, spostarsi, istruirsi era un sacrificio inimmaginabile. Eppure, oggi, i nipoti e pronipoti dei contadini di allora della mia Regione, la Toscana, vivono in case riscaldate, con acqua corrente, il bagno completo, la luce, il frigo, la lavatrice, la TV, l’automobile, l’assistenza sanitaria.
Quei contadini non sono finiti; si sono evoluti, sono cambiati. Non in peggio: l’universo agricolo di oggi è un’altra cosa. Forse dimentichiamo gli antichi sapori ma saremmo disonesti con noi stessi se diciamo che non mangiamo cibi sani e genuini.
Non si può, tuttavia, disconoscere che l’analisi dei due autori porta a riflettere sui tanti aspetti negativi prodotti da un certo progresso.
L’inquinamento dell’aria, del suolo, dei mari, e dei fiumi ne sono la conseguenza più evidente e dolorosa. Afferma Nicola Vitola: “A forza di emendamenti hanno svenduto la salute pubblica agli interessi petroliferi. Ci hanno riempito la testa con le loro royalities……” Ma perché riversare sui petrolieri colpe che sono, forse, più nostre che loro? I petrolieri fanno il loro interesse mentre noi dimentichiamo di fare il nostro: cioè, controllare che gli standard di qualità e sicurezza convenuti in sede contrattuale siano effettivamente rispettati; che i limiti imposti nello sfruttamento del suolo e sottosuolo non siano alterati e superati; in altre parole, che il progresso sia vero progresso e non inganno.
Per sollevare la nostra coscienza pensiamo che, forse, basti lamentarsi.
La colpa è soltanto nostra; siamo noi che abbiamo abdicato a questa tutela con i nostri Organi istituzionali spesso sordi e ciechi a causa di interessi personali, politici, campanilistici, e chi può più ne metta!!
Ai giovani che leggono questi articoli dobbiamo comunicare e trasmettere non solo il nostro struggente ricordo del passato ma anche l’orgoglio di avere contribuito, con i nostri sacrifici, ad una evoluzione e ad un cambiamento di vita inarrestabile. Proviamo a dire : …di sicuro troverai la nostra Lucania profondamente cambiata …..in meglio!!