Armando Lostaglio
Lido di Venezia. La 73. Mostra del Cinema rimane un grande appuntamento con la cultura mondiale, ma è anche l’occasione per rivedersi, anno dopo anno, con personalità di cinema. E di sicuro la figura di spessore, nel campo del cinema per noi lucani è quella di Antonio Zeccola: lo abbiamo incontrato nel Palazzo del Cinema e a diverse proiezioni. Originario di Muro Lucano, che aveva lasciato con la sua famiglia quando aveva meno di quattordici anni, era approdato a Melbourne, in Australia, ed oggi è fra le massime figure di Managing director per Palace Cinemas, in quel lontano continente. E la sua vita stessa è come un film. Quando la racconta, non senza un filo di emozione, è come se la si vedesse proiettata su un grande schermo, ed è la stessa che hanno vissuto tutti coloro che lasciarono la nostra terra in cerca di miglior fortuna altrove. Il senso del cinema per Antonio Zeccola lo avrà ereditato da suo padre Giovanni, il quale, già nell’immediato dopoguerra, gestiva anche una saletta parrocchiale a Muro Lucano. Purtroppo, le difficili condizioni di vita durante il dopoguerra, in Italia e specie al Sud, costrinsero in tantissimi ad emigrare. Antonio gestisce da diversi anni oltre cento sale cinematografiche, non solo nelle grandi metropoli come Sidney e Melbourne. Ora ne ha aperto ancora due a Adelaide e nella stessa Sidney, e prosegue con una intensa attività di produzione di film, sta lavorando a
BREATH (Respiro) – ci racconta – e a breve partirà il Festival di cinema italiano (dal 13 settembre al 20 ottobre) in 5 città, e in questo ultimo anno vede un incremento di presenze del 10% rispetto alle passate edizioni. I suo festival portano in sala oltre 100 mila spettatori. Ma Zeccola rimane legatissimo alla sua Lucania, è costantemente informato delle attività che si svolgono e ci ritorna costantemente quando viene in Europa per seguire gli appuntamenti dei grandi festival come Venezia, Cannes e Berlino. Ed ogni volta non può fare a meno di ritornare nella sua Muro Lucano: parenti ed amici (come don Giustino D’Addezio) lo aspettano con affetto.