Oltre il velo islamico

Beatrice Ciminelli

Lafif Lakhdar, giornalista e filosofo tunisino, uno degli intellettuali più progressisti del mondo arabo, lo “Spinoza del medio oriente”, è considerato la “voce liberale del mondo arabo”. Nel 2002, il quotidiano saudita con base a Londra al Hayat lo licenziò per aver condannato su al Jazeera le “barbarie” dei regimi arabi, tra cui le mutilazioni e le punizioni corporali. Nel 2004, ha attirato l’attenzione dei mass media internazionali per aver inoltrato una petizione alle Nazioni Unite chiedendo un tribunale non soltanto per i terroristi, ma anche per le figure religiose che istigano alla violenza e all’odio.

Per Lakhdar, anche se alcune ragazze musulmane scelgono liberamente di indossare “l’abito settario”, il velo rimane un accessorio da bandire.
Lakhdar ricorda anche che in Tunisia esiste il decreto 108 del 1981, che vieta di indossare il velo nei luoghi pubblici. “La legge è fatta per essere rispettata e non per essere infranta da persone che sostengono di potersi eccitare sessualmente se i capelli di una donna non sono coperti”, dice Lakhdar, che non risparmia dure parole neppure per l’Europa, che non sa difendere i dissidenti del mondo musulmano.
Per le sue opinioni infatti il giornalista tunisino vive con la certezza di poter essere ucciso in qualsiasi momento. Rachid Ghannouchi, leader del movimento islamista alNahda, lo ha condannato a morte con una fatwa, accusandolo di avere offeso in un libro- che Lakhdar non ha mai scritto – il Profeta Maometto. In un articolo apparso sul portale saudita Elaph.com, si richiedeva l’impiccagione pubblica dell’intellettuale
tunisino. “Quando Ghannouchi prenderà il potere in Tunisia, instaurerà l’obbligo del velo e della barba e la liceità della poligamia – scriveva l’articolo – Ghannouchi, poi, farà prelevare da Parigi Lakhdar e anche la scrittrice eretica, Raja Ben Slama, per impiccarli nella piazza centrale di Tunisi”. In questi ultimi anni, Lakhdar ha cercato di intentare una causa contro Ghannouchi al governo britannico, ma senza alcun successo. Secondo le leggi inglesi, una persona che incita alla violenza non è colpevole fino a quando non uccide qualcuno. La giurisprudenza europea deve essere modernizzata, perché non protegge il cittadino, ma incoraggia il terrorismo.

«E di’ alle credenti di abbassare i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar scendere il loro velo fin sul petto e non mostrare i loro ornamenti ad altri che ai loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro mariti, ai loro figli, ai figli dei loro mariti, ai loro fratelli, ai figli dei loro fratelli, ai figli delle loro sorelle, alle loro donne, alle schiave che possiedono, ai servi maschi che non hanno desiderio, ai ragazzi impuberi che non hanno interesse per le parti nascoste delle donne.»
Corano
Sura XXIV, 31

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