Beatrice Ciminelli
Quando i fanatici musulmani vestiti da talebani non hanno timore di predicare l’odio per le strade di Francoforte, ma un rabbino a Berlino viene aggredito per aver indossato una kippah, tutta l’Europa ha un problema.
Quando le ronde musulmane controllano interi quartieri di Londra, mentre gli ebrei fuggono dalla città svedese di Malmö, la coesione sociale è in pericolo in tutti gli angoli del continente.

Se in Francia si spara in faccia ai bambini ebrei, li si pesta per strada e qualcuno getta dell’acido nei loro passeggini, ma le autorità continuano a parlare di casi isolati, il terrorismo islamico non può essere sconfitto.
Se i musulmani in giro per il pianeta si dilettano nella lettura del Mein Kampf o dei Protocolli dei Savi di Sion, ma ignorano chi siano Hume, Kant, Spinoza, allora non hanno la più pallida idea di cosa voglia dire leggere: è un problema comune a tutto il mondo islamico, che infetta intere generazioni: si parte dall’antiebraismo e si finisce con l’odio contro l’Occidente.
L’antisemitismo è il sintomo di una vecchia malattia che torna a diffondersi; causata dalla distorta immagine che i musulmani hanno di se stessi, ma anche frutto dell’indifferenza di molti europei che non vogliono opporvisi.
Dal 2001 in Europa, Russia compresa, ci sono stati 2.365 morti in attacchi terroristici e 8.800 feriti. Lo racconta Le Monde dopo la strage di Trèbes, nel sud della Francia.
Se non vi indignate per questo, per cosa vi indignate?