Giovanni Fortunato
Dal Vangelo secondo Matteo prendiamo in prestito l’espressione “ex abundantia cordis enim os loquitur” (dalla pienezza del cuore la bocca parla) per rappresentare la base di partenza della poesia di Gino Costanza. Nell’ haiku di questa settimana
“Mandorlo”“Mandorlo in fiore/annuncia a branche tese/la primavera”
l’autore si dimostra osservatore attento della natura, affascinato dai cambiamenti stagionali. Dalla finestra della sua villetta, in quel di Fiume Veneto, ove risiede ormai da oltre quarant’anni, osserva con estrema attenzione l’ evoluzione naturale delle tante piante del suo giardino.
Il suo animo poetico, il suo sguardo attento, innamorato, scruta ogni benché minimo cambiamento ed il vedere il mandorlo, con le piccole gemme, lo rimanda al mondo della fanciullezza vissuta nel suo paese d’ origine, Francavilla sul Sinni. La fanciullezza, allora, era fortemente interessata alla natura, non vi erano altre distrazioni, la televisione era ancora lontana con i suoi programmi per i bambini che, come è noto, arrivarono verso la fine degli anni Cinquanta.
È un tuffo in quella fascia d’etá in cui tutto si osserva con lo stupore ed il candore della fanciullezza. L’ haiku offre a Gino l’opportunità di esprimere, senza orpelli che ne snaturerebbero la bellezza, la natura.
Vi è l’ incanto della scoperta, il fascino della natura.
Gli haiku sono, infatti, una delle più semplici e sincere forme di poesia giapponese. Sono componimenti dell’anima che raccontano le emozioni delle stagioni e la gioia magica della quotidianità.
Nel precedente articolo di presentazione dei componimenti poetici di Gino, fu velocemente affrontata la tematica dell’haiku nipponico che ben si adatta alla sua più recente produzione lirica. Esso, è bene ripeterlo, consente all’autore di comunicare con immediatezza il suo mondo. È una sorta di “pittura con le parole” e stupisce chi l’osserva, dominato dalla meraviglia e dallo stupore delle cose. Ho voluto riprendere queste brevi note illustrative della tecnica poetica utilizzata, per una “degustazione” sempre più avvertita del messaggio di Gino.