AUGURI, Trinità

Avere 80 anni e non sentirli: il suo fisico asciuttissimo tradisce l’anagrafe. Il suo aspetto serio e sorridente rimane dolce come la sua voce, la stessa che appartiene a Don Matteo della serie televisiva. Già, non è quella di Trinità e delle scazzottate che non fanno mai male, al fianco e in simbiosi con l’amico di sempre Bud Spencer. Erano entrambi italiani ma la scena western degli anni ‘70 imponeva nomi all’americana. E così Mario Girotti prenderà lo pseudonimo di Terence Hill, in omaggio alla madre tedesca Hildegard. Ma il cognome è italiano, suo padre era originario di Amelia (Terni); Mario nasceva a Venezia il 29 marzo del 1939. Una vita itinerante fra Europa e America.                     

Armando Lostaglio

Il nostro incontro è a Trento durante le giornate del Religion Today Film Festival – diretto da Andrea Morghen – dove, ad ottobre scorso, ha ricevuto il Premio alla Carriera e presentato il suo ultimo film da regista Il mio nome è Thomas, in anteprima, da lui scritto, diretto e interpretato, in collaborazione con Luisa Tonon, e prodotto da Jess Hill; una commedia leggera che segna il ritorno dell’attore dietro e davanti la macchina da presa per la prima volta dopo Doc West del 2009. Lui è sulla moto (non a cavallo) in un bel rapporto educante con una giovane assillata da problemi caratteriali. Abbiamo parlato di cinema e di televisione, della diversità fra gli occhi lucenti di Trinità e la seriosità del prete in bicicletta. Naturalmente la sua ultima pellicola è dedicata a Bud Spencer, il napoletano Carlo Pedersoli, scomparso nel 2016: gli è stato vicino prima che spirasse.                                                                     

Sebbene Terence abbia iniziato da giovanissimo – scoperto da Dino Risi e poi da Gillo Pontecorvo e Citto Maselli con una piccola parte nel capolavoro di Visconti Il Gattopardo dove è un avvenente ufficiale con Alain Delon e Giuliano Gemma – l’allora Mario Girotti (cognome legato al grande attore Massimo Girotti), otterrà la notorietà internazionale grazie ai film recitati al fianco di Bud Spencer: decine e decine di opere che riempivano le sale e che hanno divertito generazioni più diverse: il 7 maggio 2010 ai due attori è stato conferito il David di Donatello alla carriera. E quindi la lunga serie di Don Matteo che lo porterà a stabilirsi stabilmente in Umbria. Un attore che sa sorridere alla vita, sebbene la sua esistenza sia stata funestata da drammi. Lo abbiamo invitato per il suo compleanno in Basilicata, terra che, sa bene, assomiglia alla sua ultima patria, l’Umbria. Può darsi che venga.

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