don Camillo Perrone "Parroco emerito di S. Severino L."
Gli uomini di oggi, esaltati dal progresso tecnologico, inebriati dalla crescente quantità e varietà dei beni di consumo, eccitati dalla sempre maggiore facilità di accedere al benessere, all’agiatezza, al tempo libero, al divertimento, al piacere, mostrano di sentirsi spavaldamente sicuri di sé, arbitri e padroni del proprio destino, e si sforzano di far credere, soprattutto a sé stessi, di non aver bisogno di nessun altro e di nessun’altra cosa.
Tuttavia, nel subcosciente, soffrono di una grande insicurezza. Ma diciamo di più: nella mentalità moderna, in un mondo postcristiano, desacralizzato, non c’è più posto per Dio e il Vangelo non fa più colpo. La presenza dei credenti non meraviglia più nessuno; non succede niente in quel mondo, non ci sono più miracoli. La cultura contemporanea non si erge affatto contro Dio, ma modella un’umanità “senza Dio”. Gli individui vivono assorbiti nell’immediatezza dove Dio non può che essere assente. Oggi diventare ateo non implica scelta alcuna; meno ancora esige negare l’esistenza di Dio; basta lasciarsi andare per essere come tutti gli altri.
Ma ecco la cosa peggiore: se si voltano le spalle a Dio vince la legge del più forte.
Se guardiamo attorno a noi, se guardiamo con realismo al villaggio globale del quale facciamo parte, non possiamo non cogliere i segni di un travaglio. Segni dolorosi e preoccupanti, come la terza guerra mondiale a pezzi di cui parla con frequenza Papa Francesco o come l’aumentare anche nel nostro Paese di episodi di razzismo e l’estendersi del disagio sociale.
Lo sguardo del cristiano, nel rivolgersi a questa realtà magmatica e contraddittoria, non può dimenticare l’origine di tutto ciò. “Quando viene abbandonata la legge di Dio, la legge dell’amore” scrive Francesco nel Messaggio per la Quaresima 2019, “finisce per affermarsi la legge del più forte sul più debole. Il peccato che abita nel cuore dell’uomo (cfr Mc 7,20-23) – e si manifesta come avidità, brama per uno smodato benessere, disinteresse per il bene degli altri e spesso anche per il proprio – porta allo sfruttamento del creato, persone e ambiente, secondo quella cupidigia insaziabile che ritiene ogni desiderio un diritto e che prima o poi finirà per distruggere anche chi ne è dominato”.
Il Messaggio del Papa per la Quaresima sprona a incarnare la forza risanatrice del Vangelo contro odio e cupidigie. La causa di ogni male è il peccato, l’essere renitente ad accettare il Vangelo di Cristo. Il peccato si manifesta come avidità, brama per uno smodato benessere, disinteresse per il bene altrui.
E nonostante l’attuale deserto spirituale in cui l’uomo post-cristiano è piombato, si può ancora intravedere nella sua anima qualche molecola di cristianesimo, come una elevata sensibilità per i diritti umani, per una rinnovata coscienza del problema ecologico, oppure in tanti gesti di solidarietà che si compiono in determinati drammi di carestia, di siccità, di terremoti, di alluvioni e altre pubbliche calamità. La sensibilità per alcuni valori che sono di tradizione cristiana, quindi, può costituire un formidabile aggancio per una “nuova evangelizzazione”. Questa è necessaria come subito affermiamo.
L’uomo non può vivere senza un assoluto; molto del suo impegno è indirizzato a raggiungere Qualcuno al di là dell’orizzonte, a volte senza riuscirci o riuscendovi solo parzialmente. Solo Dio può costruire da parte sua un incontro di salvezza con l’uomo.
Tutta la vita di Gesù è stata una continua e totale offerta di salvezza per l’uomo.
Accettare la presenza misericordiosa di Cristo e accogliere la sua azione benefica significa orientare tutta l’esistenza in una direzione ben precisa, dopo aver preso coscienza di quanto sia devastante il peccato, causa di ogni male, che solo il Salvatore può distruggere.
Viviamo in tempi sempre più difficili e da tutti si comprende come solo l’amore può salvare la nostra generazione. Appunto Cristo Salvatore è la sorgente dell’amore vero: quello che distrugge l’egoismo, la violenza, la sete di danaro e di potere. Lui solo crea le basi di una società nuova: quella che i violenti vorrebbero realizzare con la morte e noi credenti con la vita. Diceva S.S. Pio XII il 10 febbraio 1952: “Da milioni di uomini si invoca un cambiamento di rotta…E’ tutto il mondo che occorre rifare dalle fondamenta, che bisogna trasformare da selvatico in umano, da umano in divino, vale a dire secondo il cuore di Dio”.
Accade che spesso le leggi umane sono quasi tutte fondate sull’interesse egoistico. Allora dobbiamo diventare seminatori d’Amore perché questo mondo è da gran tempo imprigionato nel suo egoismo e nel suo odio. Nella stessa società, che osa chiamarsi cristiana, s’annida l’odio, esplodono guerre, trionfano oppressioni, persecuzioni, sfruttamenti. La stessa società cristiana è divisa in straricchi e poveri, in chi nuota nell’abbondanza e chi non mangia!
Purtroppo crescono gli egoismi di varie dimensioni, i nazionalismi esasperati, le competizioni egemoniche. Stigmatizziamo i sanguinosi conflitti ancora in atto, gli assalti e gli eccidi nelle moschee (come è avvenuto nella Nuova Zelanda), i focolai di tensione e di contrapposizione causati da crescenti diseguaglianze fra ricchi e poveri, dal prevalere di una mentalità egoistica e individualista. Stigmatizziamo il razzismo, la xenofobia, le estorsioni, l’usura e il caporalato. Occorre guardare a Cristo Gesù quale vero restauratore sociale, che si è fatto tutto a tutti, onde urge una visione della stessa politica che non sia ingabbiata da sterili contrapposizioni troppo laicistiche, ma che possa svilupparsi sui binari della solidarietà sociale.
La politica deve cercare di recuperare partecipazione, consenso e rispetto liberandosi dalla piaga della corruzione e dai più meschini particolarismi.
L’On. Amintore Fanfani, il 22.10.1964, affermò:
“I politici sono guide civili cui il Signore affida il mandato di guidare i popoli verso la pace, l’unità, la promozione e l’elevazione spirituale e civile di ciascun popolo e di tutti insieme”.
Per concludere, vogliamo essere cittadini degni del Vangelo, donne e uomini che abitano le città e i paesi della Basilicata con la passione del futuro.
Afferma il Papa Benemerito Benedetto XVI:
“L’amore sociale è l’unica forza che può trasformare il mondo”.
Necessita spezzare la logica di un sistema ovvero di una cultura di secolarismo ateo, d’agnosticismo e di indifferenza, di cui si subiscono tutte le contraddizioni e le perversioni, proponendo un’alternativa credibile che riaffermi i valori evangelici della fraternità, della carità, della comprensione e del dialogo.