FRANCAVILLA ricorda l’ing.FELICE DI NUBILA

Felice Di Nubila

Nel primo anniversario della sua scomparsa Francavilla ha tributato un ricordo significativo all’ing.Felice di Nubila.Nell’affollata sala del Consiglio Comunale, che ha conferito particolare significato all’evento, anche per la memoria di Amministratore Comunale, hanno dato testimonianza affettuosa il Sindaco Romano Cupparo e l’Assessore regionale Franco Cupparo, a cui hanno fatto corona il sottoscritto, il Prof. Antonio Lerra e il Prof. Lucio Attore dell’UNIBAS, ed a conclusione il Prof. Renato di Nubila, dell’Università di Padova, altro fratello del compianto concittadino.

Il Sindaco, tra l’altro, ha annunciato il proposito di voler conferire un segno emblematico visibile al ricordo dell’ing. Di Nubila. La circostanza memoriale, coordinata dal giornalista Franco Addolorato, ha sollecitato, anche, la presentazione dell’ultimo libro dell’ing. Di Nubila “I Lucani della Basilicata”, che il Prof. Lerra ha definito

“sunto di notizie, di riflessioni su scenari, costumi, eventi, riconducibili al profilo storico-identitario della Lucania, prima, e della Basilicata dopo, e che hanno caratterizzato, coinvolto direttamente o indirettamente la Basilicata attraverso il recupero di documentazione, testimonianze, ricordi e immagini originali del vissuto, di tracce ancora visibili”.

Presentazione libro di Felice Di Nubila

La ricerca storica, ha, quindi, sottolineato il sottoscritto, al quale è stata affidata la introduzione dell’incontro, è una incursione nella grande storia meridionale e nazionale attraverso la lettura di microstori e. Il ricordo è andato quindi, ai rapporti, stretti ed attivi, con il nostro territorio, con particolare attenzione, anche nell’esercizio delle responsabilità di Presidente dell’AGIP e dell’ENI. Fra le tante, l’iniziativa proposta nel 1989 della utilizzazione della pista Mattei, di cui lo scrivente, all’epoca onorato della carica di Presidente del Consiglio Regionale, si fece portatore, ma “snobbata”, salvo a riprenderla dopo 20 anni. Le sue espressioni poetiche, con assonanze, non eclettismo, nel mondo poetico di Pascoli, Albino Pierri, Scotellaro, Sinisgalli hanno costituito momenti lirici importanti e ”le sue parole nascono da un rapporto amoroso con la terra d’origine, con la famiglia, con gli amici, come ha ricordato, in altra circostanza, Mario Trufelli. Quindi il prof Lerra ha ricordato, altresì, il forte legame di Felice Di Nubila con la comunità di Francavilla,

”una visione significativa di centralità della Basilicata lungo la processualità storica tra persistenze ed innovazioni; un lucido ed insistente sguardo verso il futuro, da continuare ad ancorare solidamente a valori, principi, tradizioni, propri del vissuto di comunità”, “l’obiettivo del concorso “al ricordo di sé” ed in certo senso alla continuità della vita, non solo attraverso i progressivi, sempre più labili, “tessuti della memoria”,

ma soprattutto con la forza della documentazione da adeguatamente divulgare anche fra le generazioni.

Insomma una bella lezione di vita e di visione culturale, quella di Felice di Nubila, tanto più significativa oggi nel e dal baricento culturale europeo”.

Presentazione libro di Felice Di Nubila

Il Prof. Lucio Attorre ha evocato il ricordo dell’ing. Di Nubila segnato

“dal suo tratto schivo ma non altero, rigoroso ma non intollerante, poiché al fondo del suo animo, tra gli altri valori condivisi, vivificavano due comuni sentimenti: l’amore per la nostra terra e l’attrazione per la cultura. Da questi legami, mai volutamente recisi sono nati i suoi libri, che lo fanno degno emulo del corregionale Leonardo Sinisgalli. Fu, infatti, Felice di Nubila, in rapporto con il fondatore della rivista “Civiltà delle Macchine” a commissionargli il “logo” dell’AGIP, da cui scaturì il “cane nero a sei zampe” A suo modo Felice di Nubila è la metafora del riscatto del Mezzogiorno, con tutte le contraddizioni. Sotto questo riguardo risulta abbastanza espressivo il tiolo della sua ultima fatica letteraria: ”I Lucani della Basilicata; verso la modernità, tra persistenze e innovazioni. Divulgazione della Storia fra le generazioni di ieri e di oggi” Pur ammettendo una scarsa incidenza proporzionale nel più ampio quadro della Storia, Di Nubila ricusava però la totale destorificazione della Basilicata; infatti non casualmente aveva titolato il suo penultimo lavoro “La Basilicata nel crocevia della Storia”, a sottolineare colore e valore alla compartecipazione lucana alla storia universale”

Da ultimo – ha concluso Attorre – recuperando una “apertura” del Sindaco, ”ritengo opportuno intitolare uno spazio di Francavilla a Felice di Nubila, quale premio più naturale ad un figlio di questa comunità, che in tutta la sua vita ha esaltato i più alti valori etici della carità di patria e del genius loci.”

Presentazione libro di Felice Di Nubila

A conclusione del convegno, Renato di Nubila, ha voluto collegare i significativi contributi dei relatori e delle testimonianze ad alcuni motivi, che hanno segnato l’impegno civile e professionale di Felice. Ne è venuto fuori un profilo caratterizzato da forti connotazioni di stile e di profondo amore per la Basilicata e per Francavilla:

“era orgogliosamente lucano, era consapevolmente impegnato ad incoraggiare iniziative di sviluppo e di riscatto; era consapevolmente informato dei limiti delle nostre zone, del loro retaggio storico e di certa rassegnazione; era fiduciosamente proteso a stimolare la ricostruzione storica della Basilicata per alimentare la “memoria” delle fatiche, della lunga soggezione della gente, ma anche delle potenzialità di tanti “talenti” lucani, costretti a lavorare altrove”.

Ricordando un pensiero di S.Agostino sul tempo, per il quale non c’è né passato, né futuro, ma solo senso del presente, ha indicato la memoria come presente del passato. ”Un paese che cura la memoria della sua storia, sa onorare il passato, sa costruire il presente, sa incoraggiare la speranza, In questo senso comprendiamo l’intento di Felice di Nubila e delle sue pubblicazioni: da buon curatore ha cercato di fornire documenti alla storia e agli storici, perché sapeva che i fatti parlano solo quando la storia li fa parlare. Solo un buon uso della memoria può aiutare la Civiltà contadina a non rimanere “mito” per diventare, invece, storia capace di capire e governare il presente; può aiutare ad evitare il rischio di vedere travolto dalla post-modernità il patrimonio genuino della Civiltà contadina, di una gente per molto tempo “senza nome”, “gente invisibile”, che, nel tempo ha assistito all’incontro di popoli diversi sulle sue terre e a moltitudini di “cafoni” del sud trasformati al nord in operai, alla ricerca di un lavoro per imparare a sentirsi uomini.

Questo è il motivo significativo – ha concluso Renato di Nubila – proposto nella poesia e nei Saggi curati da Felice di Nubila, in un messaggio costante di amore per la sua terra e di impegno per la sua rinascita.”

Potenza,26-7-2019

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