Un canto tra i colli il 24 agosto alle ore 18 Palazzo Pignatelli “Radici”

Noi siamo la nostra memoria, noi siamo questo museo chimerico di forme incostanti, questo mucchio di specchi rotti. (Jorge Louis Borges)

Giovanna Saporito

Il giorno 24 agosto alle ore 18,00 il PALAZZO PIGNATELLI, della città di MARSICO NUOVO, sarà coronato da ricordi, Giovanna Saporito presenterà RADICI.

Palazzo Pignatelli è un palazzo molto imponente situato sul corso Vittorio Emanuele, la sua costruzione risale al 1670, ma il pozzo nel cortile, datato 1572, fa pensare che l’edificio possa risalire al XVI secolo. Questa data può trovare conferma anche nello stile dell’edificio, semplice e raffinato, tipicamente rinascimentale. La facciata presenta un portale in pietra lavorata che immette in un ingresso dove, sulla volta, è affrescato lo stemma della famiglia Pignatelli. Suggestivo il cortile ad arcate che ospita alcuni cippi romani provenienti dalla località S. Giovanni.

RADICI non è altro che una raccolta dei miei ricordi diventati pensieri ed un invito a viaggiare, a conservare il passato nel cuore e nei cassetti, grazie alle foto e alle cartoline.

Non solo cartoline per arricchire la conoscenza di questa piccola Comunità, i suoi cambiamenti.

Non solo cartoline per fissare ciò che fugge inesorabilmente, una realtà in movimento, una creatività ai nostri sguardi.

Ricordi, quotidianità, gente laboriosa, particolari dimenticati, case sparite, case costruite, foto con gli amici, partite di pallone, attimi di emozioni in questo giardino di colori.

Non solo cartoline per osservar le ombre attraverso il vetro di un balcone, per guardare e non dimenticare tra brividi che accarezzano il cuore.

Non solo cartoline per rubare le voci sussurrate che danno agli occhi splendore.

Non solo cartoline per candidi e dolci ricordi che come farfalle ricamano per noi un fiore.”

I lampi di memoria’ aiutano a fissare dei dettagli, aiutano a ricordare tutto ciò che resta di qualcosa, di qualcuno, di qualche luogo e per questo hanno una grande importanza.

Radici di Giovanna Saporito

Viaggiamo nei ricordi di continuo e il nostro presente è frutto del nostro passato, grande è il nostro bagaglio, grande è la mia memoria: ho rincorso il passato, me ne sono impossessata imprigionandolo nei versi grazie alle emozioni che mi hanno lasciato, grazie alle relazioni umane che avevo istaurato, calde e intense, grazie ai paesaggi che mi hanno affascinato. I miei ricordi sono fatti di sagome, voci, paesaggi, canti, suoni, odori, rumori … e riaccendono la mia memoria risvegliando i vissuti emotivi e in un attimo un momento catturato diventa arte, un momento d’arte diventa viaggio, un viaggio diventa condivisione e amore.

“Dov’è sepolto Gianuario un angolo di Paradiso sceso dal cielo sembra per la lucente luce che rischiara. Il corpo che oggi viene venerato fu ritrovato grazie a Susanna, donna marsicana molto devota. Sul monte Arioso fu nascosto e poi trovato tra cumoli di terra e pietre, tra radici di alberi di faggio, lì fu buttato dopo essere stato ucciso. Perché nei cuori non vi fosse sgomento Gianuario predicava amore, quell’amore che allontana e riempie il vuoto dell’anima.

Gianuario perse la vita accusato di turbare la quiete pubblica, Dio volle così e così fu…

Radici di Giovanna Saporito

Si fermò il suo cuore, triste nel silenzio rimase la collina, ma le sue parole scavarono le montagne, misero radici. Come un incantesimo San Gianuario non è solo una figura del passato da ricordare e venerare, ma è rifugio, guida e fede.

Apriamo i nostri cuori al Santo Patrono Gianuario e ai diaconi Felice e Onorato la cui testimonianza è molto preziosa per la loro missione di Evangelizzazione. “

La leggenda di San Gianuario

La leggenda vuole che, nel III sec. d.C., Gianuario, Vescovo di Cartagine, arrivò in Lucania e, precisamente a Potenza, per predicare il Vangelo. Ucciso nel bosco dell’Arioso dai soldati di Leonzio, Governatore romano della Lucania, che non gradiva la sua opera di evangelizzazione, venne sepolto sotto un faggio.

Verso la metà del IX sec. d.C., una donna marsicana di nome Susanna, per tre notti di seguito, sognò  Gianuario che la pregava di recarsi dal Vescovo Grimaldo e di disseppellire il suo corpo portandolo a Marsico.

Il corpo del Vescovo fu rinvenuto nel luogo sognato dalla donna, ma insorse una  disputa tra Marsicani e Potentini circa il suo possesso. Essa  si risolse a favore dei primi grazie alla coppia di buoi che lo trasportò verso Marsico fermandosi nei pressi dell’Abbazia di S. Stefano. Era il 26 Agosto.

Nel 1826 il Vescovo Marolda fece edificare in suo onore una splendida chiesa, l’attuale Chiesa dedicata a San Gianuario.

Orazio scriveva: ille terrarum mihi semper praeter omnes angulus ridet, ‘’quell’angolo di terra mi rende felice sopra tutti gli altri’’ ( Orazio, odi ).

“Un abbraccio di odori e di sapori, sagome di corpi, un paesaggio antico, un eco prepotente vi si annida, alle vermiglie colline va il ricordo dove anche le foglie intrecciano una melodia. Un coro di brividi sale e nell’anima paralizza la memoria, il presente, come un fremito d’ali, desta e incanta e Marsico appare.”

Marsico è quell’angolo del mondo che unito alla melodia dei miei affetti, ai sentimenti sinceri, ai suoni e soprattutto all’amore mi rende felice. L’amore, quello sguardo appassionato verso tutto il creato, quell’ all’amore racchiuso nel mio cuore è riuscito a congiungere l’attuale presente con il passato creando dei veri quadri. I miei pensieri sono una tela di sfumature con una cornice mista di storia, emozioni, ricordi, natura, e se si chiudono gli occhi e si ascoltano i versi il quadro sarà visibile, ognuno potrà colorarlo con i colori della propria anima.

Radici di Giovanna Saporito

RICORDANDO I GIORNI DI TRISTEZZA, I RICORDI MI INSEGUONO. RICORDANDO I GIORNI DI GIOIA, IO INSEGUO I RICORDI, ed ecco mi sono immersa nella memoria strappandola all’oblio per testimoniare qualcosa che non c’e’ più, purtroppo, e voi leggendo e ascoltando potrete ritrovare emozioni perdute, emozioni che fanno parte del vostro vissuto e in voi potrà vibrare qualcosa di speciale, il vostro cuore batterà forte all’ unisono con il mio. Però, accadrà ciò solo a chi nutre forti sentimenti per il paese nativo, per quei luoghi contenitori di valori, custodi delle nostre identità, teatri della nostra spiritualità, motore di stupore e meraviglia.

RADICI non è una lezione di storia né di geografia ma è “una scatola preziosa, un baule con una chiave fatata, il mio cuore.

“Negli spazi del cuore lembi di cielo e ghirlande di fiori, si sbriciola il cuore alla vista del verde paesaggio stampato negli occhi, si sveglia il cuore, si immerge nell’aria incantata al cinguettio degli uccelli. Marsico scrigno prezioso di tesori mai perduti, sempre nel mio cuore anche se la mia vita è rapita dalle onde del mare, è inebriata da Salerno, la città in cui vivo. “I ricordi sono i custodi della mia memoria ed hanno scritto i pensieri, essi sono uno spaccato della mia vita e grazie ad essi ho potuto dare qualche notizia della trasformazione di MARSICO nel tempo. I miei ricordi li ho descritti con semplicità osservando e riosservando il paesaggio, quell’autentica ricchezza da ammirare, ho ascoltato e ascolto parlare le pietre, quante notizie mi trasmettono, mi sono persa e mi perdo tra le montagne, quell’incantevole distesa di verde, passeggiavo e passeggio lungo il viale per ammirare, per sognare …

Mentre si legge si può capire il filo conduttore dei miei scritti, l’amore unito allo stupore, l’amore unito agli affetti familiari, l’amore ramificato nei ricordi infantili. La memoria dell’infanzia per me è come un rifugio dalla vita frenetica quotidiana e viaggiare nei ricordi è quasi un’arma di difesa.

La mia fanciullezza dentro di me danza e ride, la fanciullezza e’ l’Eden della mia vita. E’ stata un giardino luminoso sparso di spensieratezza, gioia e allegria, quanti ricordi!!! Quanti ricordi, una piccola morsa stringe il mio cuore. Immagini nitide, solari i baci e le carezze dei miei genitori, Emiddio e Giuseppina, i miei nonni, Durante, Linuccia e Mariannina, che mi cullavano con tanto amore, mia sorella Rosetta che mi coccolava con attenzioni. Il nascondino, le belle statuine, le mie amiche del cuore, Angela, Maria, Pina, Teresa, Filomena…

Giovanna Saporito
Giovanna Saporito

Ricordi di colorate voci, di sogni e speranze dove gli occhi sfavillavano di mille meraviglie. Un grande bagaglio mi hanno lasciato e l’entusiasmo dell’infanzia non mi ha mai abbandonato, quell’aquilone non è volato via, un filo, anche se sottile è legato a me col suo soffio lieve.

La mia fanciullezza danza e ride, leggiadre ombre si rincorrono, si intrecciano e richiamano il mio cuore che sobbalza d’amore.”

Nel labirinto della mia anima i miei antenati sono il filo di ARIANNA, sono le figure di riferimento, la traccia della storia della mia famiglia, la trasmissione di tradizioni, e pur guardando al futuro sono stata sempre interessata e affascinata dai miei avi ed è stato bello specchiarsi nel loro mondo attraverso i loro racconti e nonostante le differenze mi sono confrontata ed ho fatto tesoro dei valori che mi hanno trasmesso.

Grazie miei avi, grazie miei ricordi, grazie a voi mi sono opposta al tempo e mi sono appropriata del tempo. “Il tempo non è passato invano, un tripudio di ombre, una tempesta di emozioni travolge me e noi miseri mortali.” IO SONO MARSICANA

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