L’inserimento della Donna nel mondo del Lavoro

Il rapido passaggio da una struttura sociale agricola ad una tecnologica ha causato profonde modifiche anche nel ruolo della donna che, sino ad una cinquantina e più d’anni or sono, aveva come unico compito quello di mettere al mondo i figli, di allevarli, avere una funzione primaria nell’ambito della famiglia.

Ernesto Calluori

Oggi, grazie alle lotte condotte dalle associazioni femministe contro un modello culturale che relegava le donne a svolgere quel ruolo, molti pregiudizi sono stati abbattuti e gradualmente le donne si sono inserite nel mondo del lavoro. In questo modo, la donna ha avuto la possibilità di riscattarsi dalla condizione di inferiorità nei confronti dell’uomo proprio a causa dell’impossibilità economica di provvedere a se stessa. Infatti, moltissime donne di ogni condizione sociale, possiedono oggi un proprio reddito che consente di vivere in piena autonomia. Ciò ha apportato notevoli cambiamenti nel costume e nella morale comune. Si è cercato, inoltre, di applicare il principio costituzionale che intende conciliare le esigenze del lavoro della donna con quello della maternità, introducendo una legge a sostegno della genitorialità che prevede misure tese a tutelare gli interessi della madre e del bambino. Inoltre, un periodo di congedo retribuito con un Bonus per asilo nido fino a € 1.500 mentre il congedo paterno passa dai 4 ai 5 giorni. Bisogna riconoscere che in campo legislativo sono stati fatti notevoli passi avanti per realizzare la parità dei sessi; purtroppo, ahimè, vi sono delle realtà, nel mondo del lavoro, in cui la discriminazione – a volte in maniera sottile, a volte palese – si tende a proteggere e preferire l’uomo più che la donna in materia di retribuzione.

Oggi non è raro incontrare donne che esercitano la professione di dirigente aziendale, magistrato, ingegnere e molti altri mestieri considerati fino a non molto tempo fa monopolio maschile. La maggior parte degli ambienti lavorativi sono a prevalenza maschile e, talvolta questo dà luogo a un genere di discriminazione e, in casi estremi, si verificano, spesso, molestie vere e proprie nei confronti delle colleghe donne. Accade, inoltre, in alcune situazioni di precariato, che la donna sia sottoposta alle avances del datore del lavoro da cui pretende una disponibilità non solo lavorativa. Gli annunci di offerte di lavoro sui giornali mirano alla “bella presenza” più che la professionalità, corredata “dalla giovane età “. Vanno compiuti altri passi, auspichiamo, perché si possa raggiungere una condizione in cui la donna possa esprimere se stessa senza temere, per questo, di non essere accettata.

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