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Il PETROLIO generatore di ricchezza, povertà e misteri


La storia del petrolio contiene due opposte lusinghe: una che parla di progresso, l’altra capace di scatenare guerre e catastrofi ecologiche. Nel rapporto tra queste due lusinghe, si racchiude il segreto di singoli individui, di potenti forze economiche, di sviluppo tecnologico, di lotte politiche, conflitti internazionali e molti misteri.

Ernesto Calluori

La memoria storica ci riporta agli albori della via nera del petrolio che ebbe inizio negli Stati Uniti, intorno al 1888. Protagonista fu John D. Rockefeller che impose dopo la prima trivellazione del primo pozzo petrolifero, un sistema monopolistico senza regole. La storia del petrolio si è arricchita, negli anni, di personaggi e lobby che, per avidità e potere, hanno ridisegnato la geografia degli equilibri internazionali da determinare strategie politiche, alleanze, conflitti o crolli di uomini e nazioni.

Il petrolio con le sue luci e i suoi lutti ha segnato gli avvenimenti che hanno condizionato la storia del mondo. E’ stato un potente generatore di ricchezza, povertà e misteri. L’esplosione aerea nel 1962 a Bascapè non ha solo interrotto bruscamente la vita di Enrico Mattei, fondatore dell’ENI, ma ha reso l’ immagine storica in un groviglio di sospetti, supposizioni, illazioni che rientrano nella categoria dei misteri irrisolti. Le ostilità nei confronti di Mattei furono molteplici in Italia e nel mondo. Le strategie messe in atto dall’Ing. Mattei negli anni cinquanta collocarono i prevedibili giacimenti della Basilicata tra le riserve da conservare per le tecnologie future, che permettessero di perforare oltre i 3000 metri. Solo negli anni novanta si potè attingere alle dovute profondità, dal più grande giacimento petrolifero dell’Europa continentale che, assicurerà per molti anni la copertura del fabbisogno petrolifero italiano.

Il petrolio affiorato nella Valle dell’Agri dagli inizi del novecento è finalizzato alla riduzione della dipendenza petrolifera dell’Italia dall’estero: Libia e Medio Oriente. Sviluppo e lavoro apparivano i termini coniugabili quando l’oro nero cominciò a sgorgare dalle viscere della Val D’Agri. Sviluppo e lavoro restano ancora un miraggio. Come è possibile, nella Regione che concorre alla produzione nazionale del petrolio con circa 4 milioni di Tonn. pari al 72% di quello nazionale, vedere partire tanti suoi concittadini in cerca di lavoro altrove? e poi, ancora, una ricchezza che parte e una povertà che aumenta nei luoghi, dai quali quella ricchezza proviene? E’ mai possibile, che nel Texas d’Italia ci siano ancora città prive di ferrovie e autostrade? Perché mai la Basilicata, custode del più ricco giacimento petrolifero, abbia ancora dati di arretratezza nonostante la pioggia di Euro derivante dalle royalties sull’estrazione del greggio? Le possibilità, a questi interrogativi, per la Basilicata si potrebbero ricercare nei grandi spazi disponibili, nella integrazione di immigrati non scolarizzati, nello sviluppo di energie alternative da sole e acqua di cui la Basilicata abbonda e, infine, nel recupero dei centri abitativi a sostegno di nuove forme di turismo e di accoglienza o emigrati di ritorno. Enrico Mattei, non a caso, era solito affermare che “l’ingegno è vedere possibilità dove gli altri non vedono“.