Decio Scardaccione a 17 anni dalla sua scomparsa

BIOGRAFIA – Decio Scardaccione nato il 18 marzo 1917 a Sant’Arcangelo, dal barone Don Giuseppe Scardaccione e da Donna Maria Latronico di Tursi,  discendente di un’antica e nobile famiglia lucana di proprietari terrieri. Dopo aver frequentato la Scuola Pratica di Agricoltura  di Eboli si diplomò all’Istituto Tecnico Agrario di Lecce.

Sen. Decio Scardaccione

Laureatosi nel 1943 in Agraria all’Università degli Studi di Bari, dove venne poi incaricato per l’insegnamento di Economia e politica agraria, si dedicò alla ricerca, nel mondo contadino, di quelle che erano le capacità umane, in particolare dedicandosi allo studio di tutto il fenomeno della capitalizzazione del lavoro nell’agro di Alberobello, nella Costiera Amalfitana e nella Costiera calabra.

Fu un sostenitore del concetto che non doveva essere l’uomo al servizio della nuova struttura economica, cioè passare dal servaggio del padre al servaggio dell’apparato economico moderno, per cui si pensava di preparare tutto in funzione di un’azienda dove il contadino era uno dei fattori della produzione ossia il mero fornitore del lavoro, bensì bisognava rendere l’uomo artefice dell’azienda creata a sua misura nel contesto economico politico e storico in cui questo si trovava.

Mentre era docente di Estimo Rurale ed Economia e Politica Agraria all’Università di Bari, fu invitato da giovani esponenti della DC – quali Tommaso Morlino, Ardigò e Pace – a svolgere dei corsi di formazione teorico-pratici di un anno ai contadini assegnatari della Riforma agraria.

Negli anni sessanta, in qualità di segretario generale della Confederazione nazionale del mondo rurale e dell’agricoltura, diede prova della sua professionalità e della sua competenza, tanto unanimemente apprezzate da meritare la nomina a Presidente dell’Ente di sviluppo di PugliaLucaniaMolise ed Irpinia, ove operò con generale approvazione del mondo contadino verso il quale fu intellettualmente onesto; spese tutte le sue energie a favore del mondo rurale che, del Mezzogiorno, per molti anni fu significativa ma non sempre gratificante espressione; si impegnò con la sua rocciosa intransigenza a favore degli strati meno abbienti.

Fu, pertanto, tra i più equi realizzatori della riforma agraria e ricoprì tale carica di Presidente dell’Ente di Riforma Agraria fino al 1968, quando, al termine delle elezioni politiche dello stesso anno, venne eletto al Senato nel collegio di Corleto Perticara.

Nominato presidente del Primo Comitato di Programmazione Economica-Regionale, fu sottosegretario al Ministero dell’Interno e deputato al Parlamento europeo. Nominato Presidente dell’ESAB, negli anni ottanta svolse con grande serietà tale ultimo incarico pubblico, con impegno trasversalmente apprezzato, tanto da subire un attentato con 5 colpi di pistola, organizzato da parte della locale criminalità organizzata.

La sua vasta produzione scientifica e politica, conservata presso l’Università degli Studi di Bari e presso l’Università della Basilicata, da lui fortemente voluta.

sen. Decio Scardaccione e on. Aldo Moro

RICORDO DELL’ON. VITO DE FILIPPO

Il 29 marzo del 2003, 17 anni fa in Roma moriva Decio Scardaccione, uomo politico fra i più rappresentativi nel Mezzogiorno, nel secondo dopo guerra. Avviò la sua attività politica sui passi di Aldo Moro. Per lunghi anni Senatore della Repubblica, Sottosegretario di Stato, e prima fulgido esempio di tecnico ed economista che interpreto’ una delle più straordinarie stagioni di riscatto del sud: quella della Riforma agraria. Amico del suo conterraneo Emilio Colombo ma anche forte nella sua autonomia e nella sua visione della società condiziono’, con lungimiranza, il dibattito politico nella DC e nella politica nazionale per tanti anni. Lo voglio ricordare, qui, con le parole che pronunciai in chiesa a Sant’Arcangelo il giorno della sua morte.

I Maestri non muoiono mai!

http://www.old.consiglio.basilicata.it/pubblicazioni/scardaccione/Scard_10.pdf?fbclid=IwAR2WZN9nRyb4NmiFe2s3Lj0DauFqcl6h-IlzKNpkQNfO3aVutq-LDb0U2Yg

 

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