Don Enzo: in Albania ho piantato un piccolo seme

Carissimi, sono davvero sorpreso, in modo positivo naturalmente, di come state reagendo alla mia ultima lettera. Grazie, perché in tanti mi state contattando per sapere come fare a donare il vostro contributo al fine d’alleviare a qualcuno soltanto, soltanto qualche scampolo di sofferenza. Madre Teresa diceva:

Quel che facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma, se non lo facessimo, l’oceano avrebbe una goccia in meno”.

don Enzo Appella

Ci tengo a precisare che l’iniziativa serve soprattutto a noi, per imparare a sottrarre con più gioioso coraggio qualcosa alle nostre (false) sicurezze, come il denaro, che spesso abbiamo tramutato in un dio il quale, soprattutto in questi giorni di tremenda crisi che tutti sta spiazzando, si rivela incapace di ascoltare il nostro cuore, di avvertirne i patemi, gli affanni, le speranze. E come potrebbe? È pur sempre solamente un idolo, il denaro, che Gesù chiamo “mammonà”. Certo un idolo potente, e pure assai, ma, pur avendo narici, non odora, pur avendo occhi, non vede, pur avendo bocca, non parla e pure avendo cuore, non palpita. Io non vorrei stare tutta la mia vita, fatta di passione, di carne e di anelito, di sangue e di respiro, d’immenso che si schiude all’Oltre, di amore che mi fa cantare e sognare e volare, appresso a una cosa inanimata e fredda come un cadavere putrefatto, dunque indecente! E voi? Molti perdono anima e cuore per andargli dietro forsennatamente! Si può, per questo, chiudere gli occhi allo splendore del creato non accorgendosi di null’altro che… del denaro. Non ci salverà il denaro! Tu puoi averne accumulato anche tanto, ma se poi arriva, magari senza preavviso come nel caso del corona-virus, un minuscolo invisibile essere che si insinua attraverso il tuo respiro e lo blocca, ti blocca, il denaro non ti servirà per frenarne la corsa contro di te. L’infezione sta colpendo poveri e ricchi, non solamente i poveri.

Stiamo seguendo con apprensione quel che sta succedendo qui, in Italia, e nel resto del mondo. Dov’è finito il potere (presunto) di tanti: uomini di affari, prestigiatori della parola, manager, politici, gente dello spettacolo, dello sport, gerarchi, malavitosi e quant’altro? Forse, anziché potere, dovremmo dire “spavalderia”. Ma avremo tempo per parlarne, per confrontarci umilmente tra noi e con altri e non perdere l’occasione della lezione che stiamo ricevendo. Preghiamo Dio solo di uscirne tutti indenni! Ci toccherà, poi, ricostruire i gangli essenziali del nostro esistere che sono o stanno scoppiando: lo faremo, aiutandoci gli uni gli altri, riscoprendo la comunione.

Don Enzo Appella

Intanto, passiamoci la mano sulla coscienza e chiediamo ancora al Signore di darci la forza di essere attenti a chi ha più problemi di noi, a chi sta peggio di noi, come si suol dire, perché il peggio non è da noi, nonostante tanti guai che pur patiamo, ma ben altrove. Persino io me ne sono accorto, vivendo qualche tempo con chi è nel disagio più completo. Troppo poco, certo, il tempo dedicatovi per poter adesso far da maestro a qualcuno, men che meno a voi, miei carissimi. Sarei presuntuoso! Non sono affatto, non ancora, un missionario che torna dopo anni di vita dedicata agli altri. Sono solo un povero uomo che cerca di continuare a distinguere, nella ridda delle voci ammalianti, il richiamo del Dio misericordioso e a seguirlo per averne entusiasmo. In Albania, nel frattempo, ho piantato un piccolo seme e, a Dio e alla sua Chiesa piacendo, vorrei continuare in maniera più seria e prolungata a coltivarlo. Vedremo! Parte del mio cuore adesso batte anche lì.

don Enzo Appella

Sento di essere grato alla vostra disponibilità a farvi condurre sulle meravigliose strade della solidarietà, dell’amore reciproco. Vi fidate ancora di me! Mi commuove percepirlo. Vi vedo, in questa occasione di raccolta per una borsa di studio a favore di un seminarista povero, come vi ho spiegato, così fervorosi, così solerti, così motivati. Molti mi dicono: “abbiamo poco”, “è solo un piccolo contributo”. State tranquilli: Dio conosce le intenzioni del cuore e quelle, ne sono certo, sono ricche. Non cambieremo il mondo con la somma dei nostri soldi, neanche quando generosamente li doniamo per una buona causa come la presente, ma con l’atto d’amore che accompagna tutto ciò, perché esso ci avvicina così tanto a Dio. L’amore viene dall’Amore e ci indica la tenuta incredibilmente immortale del Paradiso! Io voglio andare in Paradiso. E voi? Io voglio amare. E voi? Certo che sì! Se no che uomini saremmo!

Abbiamo deciso, insieme ad alcuni che mi coadiuvano, che era bene aprire per comodità anche una PostaPay. L’ho fatto. Pertanto le forme di donazione possono essere a scelta le seguenti:

1) utilizzando il codice Iban IT21D3608105138218838718846

  •  Num. Poste Pay  5333 1710 9822 8220

        intestato a Appella Vincenzo Andrea    

2) mettendo in una busta chiusa e consegnando, mentre siete usciti per la spesa o altro, a Mattia Arleo presso il forno in variante, oppure a Paola Cerrato presso la Farmacia, oppure a Teresa Cupparo

3) consegnando direttamente a me, qualora dovessimo incontrarci durante la Settimana Santa (pur sapendo che non ci potranno essere liturgie condivise)

4) inventando voi un altro modo ancora.

Vi aggiornerò puntualmente di quanto raccoglieremo e di quando spedirò all’interessato; lo farò soprattutto utilizzando lo spazio che con generosità mi ha messo a disposizione il Giornale online FrancavillaInforma, a cui va tutta la mia gratitudine e il benemerito per il servizio che offre.

Non mi resta che abbracciarvi col cuore benedicente e dirvi buona Pasqua: Cristo risorga, anzi è risorto!

Il vostro Don Enzo

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