Antonio Fortunato
Il nostro paese, Francavilla sul Sinni, è conosciuto e ammirato soprattutto per la Villa Comunale. Essa è il nostro fiore all’occhiello. Come siamo arrivati a tanto? Quando sorse il paese, i monaci della Certosa destinarono l’area in prossimità dei loro fabbricati (dove attualmente sorge il Municipio), detto Largo Mercato, allo svolgimento di fiere e mercati e a qualsiasi altra funzione pubblica.

Per alcuni secoli è stato il luogo in cui si è praticata anche la trebbiatura del grano, dell’orzo e dell’avena. Quando si è diffuso il gioco del calcio è stato impiegato come campo sportivo. Dal Dizionario Francavillese del compianto avvocato Luigino Viceconte, apprendiamo che nel 1953-54 c’era già la Villa che occupava solamente la parte retrostante al Municipio e che fu completata nel 1959 con il contributo determinante della ditta Palombaro e dei fratelli Passatordi.
Lo stesso anno venne ultimato e inaugurato l’edificio scolastico delle Scuole Elementari a cui si accedeva percorrendo un lungo Viale, il Viale Insorti d’Ungheria, a partire da Piazza Municipio. Un altro Viale trasversale alla Villa collegava Via Comm. Viceconte con Via Palombaro, dividendola in due parti, quella di sopra e quella di sotto. In quella di sotto, dopo l’impianto di una pineta in coincidenza dell’apertura del nuovo edificio, sorsero due campetti, uno di basket e un altro di pallavolo. Al posto del Calvario che fu spostato dov’è attualmente, sorsero tre campi di bocce. L’area a destra fu adibita a giochi per i bambini.
In estate per tanti anni funzionò un chiosco-bar gestito da Attilio Guglielmelli, poi da Antonio Martino e in epoca più recente è stato aperto il chiosco-bar di Vincenzo Oliveto. Intorno al 1985 a cura dell’Amministrazione comunale fu attuato un intervento strutturale nella villa consistente nella sostituzione della vecchia recinzione e ringhiera con una in pietre e una ringhiera massiccia in trafilato di ferro, utilizzando i fondi del Parco regionale del Pollino destinati per un’altra opera in montagna.
Un altro significativo intervento fu fatto negli anni 2000 che ha interessato la villa di sotto, consistente nella realizzazione di un campo di calcetto, un piccolo anfiteatro e la copertura in legno dei campi di bocce. L’Amministrazione che subentrò ritenne opportuno di smantellare tutte le realizzazioni fatte precedentemente costruendo un “Capannone” in metallo per coprire i nuovi campi di bocce e un’area attrezzata per i giochi dei bambini. Con questo intervento fu eliminato anche il viale trasversale.

Per realizzare quest’opera furono utilizzati i fondi destinati alla costruzione dei marciapiedi lungo via Ciminelli ed Emanuele Gianturco per un importo di circa 500 milioni di lire. Per il verde invece non è stato mai eseguito un intervento appropriato. Sono state rimpiazzate alcune piante, ne sono state aggiunte altre alla rinfusa. A distanza di tanti anni molte piante sono invecchiate e dopo le potature energiche subite, in questa primavera ci ritroviamo senza ombreggiamenti.
Dopo il provvedimento di chiusura totale dei giardini pubblici per contrastare il diffondersi del coronavirus, all’apertura dei cancelli abbiamo notato che l’erbetta delle aiuole è gialla.

Alla luce di questa situazione e alle mutate condizioni socio-culturali della nostra comunità che, grazie a tanti giovani volenterosi e talentuosi, mette in atto spettacoli teatrali (vedi il brigante Antonio Franco del regista attore Aldo Fortunato), manifestazioni culturali e musicali (Circolo ARCI e Associazione Musicale S. Pisani), festività religiose e civili (Parrocchia e altre Associazioni vedi ACLI…), promozione dell’eno-gastronomia locale e dell’artigianato-artistico (Pro Loco), sarebbe opportuno pensare a un nuovo modo di fruibilità del vecchio Largo Mercato meglio conosciuto in paese come “la Chianura”. Certamente non può essere concepito con un intervento a pioggia di ogni amministrazione che si succede; ma dovrebbe essere studiato da professionisti del ramo sotto forma di un pubblico concorso partendo proprio da queste mutate esigenze dei cittadini.