Ernesto Calluori
Di recente abbiamo sottoscritto che “Ue non solidale alimenta nuove paure per il nostro Paese“ sottolineando che l’Europa non ha avvenire fuori dalla solidarietà europea e non esistono possibilità di soluzioni nell’ambito di un solo Paese.
Oggi, registriamo con “riserva”, la svolta europea per fronteggiare una crisi senza precedenti con la proposta che riteniamo audace e coraggiosa della Commissione Europea di 750 miliardi di aiuti con il Recovery Fund. Ciò significa che il nostro Paese potrebbe avere a disposizione direttamente e senza obblighi di restituzione 81 miliardi in sovvenzioni e 91 in prestiti il cui rimborso avverrà dopo il raggiungimento di obiettivi prefissati nei piani nazionali. Insomma, i soldi solo se si fanno le cose che vuole la Ue e non prima del 2021. Ma prima di parlare di quando arriveranno gli aiuti economici e come spenderli è necessaria l’approvazione all’unanimità dal 27 p.v. altrimenti, in caso contrario la suddetta proposta con tutti i miliardi paventati saranno carta straccia.
Intendiamo, pertanto, sottolineare che il segnale è stato lanciato per una Europa più solidale, più politica e meno diseguale al fine di superare gli ostacoli che accomunano gli altri Paesi.
Per il nostro Paese rimane l’unica alternativa. Avviandoci alla conclusione di questo nostro breve excursus, è necessario far presente che l’Unione Europea, prima di essere una realtà strumentale agli interessi economici, era stata concepita come realtà agli interessi degli uomini come sviluppo, inteso, questa volta, come progresso culturale ed umano.