Continua il viaggio nella Basilicata Arbëreshe – S. Costantino Albanese

L’ALTRO IERI, A SAN COSTANTINO ALBANESE AL SUD DELLA LUCANIA .
Da bivio di Farneta, con le fidate amiche, generose e prodighe di buoni consigli, Rina e Nicoletta, ci dirigiamo questa volta per raggiungere da lì a poco il borgo lucano di San Costantino Albanese (Shën Kostandini i Arbëreshëvet in lingua arbëreshe), in Val Sarmento, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino.

Ad attenderci nei pressi del Municipio, la dinamica Dina Iannibelli, Presidente della “Pro Loco S. Costantino Albanese” e consorte dell’attuale Sindaco della comunità arbëreshe, Renato Iannibelli.
Un lavoro instancabile quello di Dina con alla base la ricerca e lo studio del luogo, che porta i numerosi turisti a riscoprire usi e costumi, paesaggi e architettura tradizionale, con la finalità di promuovere e sviluppare il proprio territorio e, allo stesso tempo e in egual misura, tutelare le tradizioni locali e valorizzare i prodotti e le bellezze del luogo.
Con lei percorriamo le vie e i vicoli del centro storico alla scoperta di antichi palazzi, portali e numerose testimonianze dell’architettura del passato, con uno scenario che rapisce gli occhi immergendoti tra le leggende medioevali e la spiritualità bizantina.
Un’esplosione di storia e leggende che la bravissima Presidente fa emergere per la riscoperta di tradizioni, riti, tipicità e saperi del piccolo borgo arbëresh che creano le basi indispensabili per un turismo di qualità.
Anche a San Costantino Albanese, come a San Paolo Albanese, la toponomastica è stata realizzata con tecniche artigianali, utilizzando esclusivamente pietra locale e con scritte bilingue, nella parlata arbëreshe locale.
Si rimane entusiasti e senza parole nel visitare alcune strutture che testimoniano il passato e la sua cultura: l’Etnomuseo del borgo e la Casa Parco che abbiamo visitato sono un esempio di alto valore culturale nel campo della tutela e salvaguardia dei beni immateriali e materiali che si sposano con gli obiettivi dell’UNESCO per la capacità della comunità di coniugare la tutela e la salvaguardia del proprio patrimonio immateriale e la qualità della vita.
grano cotto
Ogni angolo, ogni via e vicolo del piccolo borgo porta con sè una storia da raccontare. Un museo diffuso dalle mille anime. Grazie mille Dina, per averci accompagnato in questo fantastico viaggio.
Scegliamo come luogo per il nostro reportage sul vestiario tradizionale e le scene nuziali, l’esterno del Santuario della Madonna della Stella, dove incontriamo il papàs Giampiero Vaccaro di Lungro, incaricato dall’Eparchia di Lungro, parroco della Parrocchia San Costantino il Grande.
Oltre che giovane, è molto preparato e vivace trascinatore, ben voluto da tutta la popolazione.
In precedenza, veniamo guidati dal sacerdote in una breve visita all’iconostasi e alle icone della Chiesa parrocchiale e subito dopo al Santuario della Madonna della Stella, protettrice del luogo, dove sono custoditi importanti affreschi seicenteschi e una tela del medesimo secolo. Abbiamo avuto il tempo di ascoltare anche alcuni frammenti del canto alla Madonna.
Ringraziamo di cuore il papàs per l’eccelsa ospitalità a noi riservata. In particolare, il reportage ha messo in luce le varie fasi della vestizione della sposa ed alcune scene di commiato della sposa dai parenti, dai genitori e dalle amiche.
Ringraziamo doverosamente i protagonisti delle foto per la disponibilità e per le emozioni che hanno fatto rivivere momenti autentici con le antiche scene di nozze nella società tradizionale di San Costantino Albanese: Mariastella Riccardi, Antonella Belluscio, Arianna De Salvo e Domenico Riccardi. L’amore che dimostrano per la nostra lingua e la nostra cultura è un onore per tutta l’Arberia.
Siamo inoltre molto grati ad Anna D’Amato e Sonia Motta per il loro aiuto nel portare avanti la complessa vestizione della sposa con suggerimenti e saperi molto preziosi. La nostra gratitudine va anche al sindaco di San Costantino Albanese, Renato Iannibelli. Nonostante i suoi impegni istituzionali ha voluto essere presente con noi durante il pranzo, offerto dalla Pro Loco, in uno dei ristoranti tipici della cultura gastronomica del terriorio “Tri Kartuce“.
Nel cordiale colloquio, ho avuto la netta sensazione di trovarmi accanto, non solo una persona molto brava, affabile e disponibile, ma tra i sindaci più preparati e operativi in Arberia a riguardo la salvaguardia del patrimonio storico-culturale-naturalistico ambientale del piccolo borgo, dove, da più anni ha tracciato le basi e le linee guida di sviluppo locale sostenibile in un territorio ricco di potenzialità e di reale attaccamento al patrimonio secolare.
Grazie di cuore per la squisita ospitalità e accoglienza.
S. Costantino Alb. viaggio nella Basilicata Arbëreshe
A proposito del ristorante, molto frequentato dai turisti, vorremmo ringraziare Pasquale, Rosa e Filomena per la gentilezza, disponibilità e la qualità della cucina, veramente sovrana, dove tutto viene fatto in casa e la qualità degli ingredienti e a dir poco sublime; dai salumi, e la carne eccelsa e una buona mano anche sui dolci, tutto accompagnato con vino locale classico. In ultimo anche le caldarroste cotte lentamente sul fuoco nell’apposita padella.
Dina Iannibelli
Nel pomeriggio appuntamento a casa della sarta Giuliana D’Amato, esperta sulla tecnologia della confezione degli abiti tradizionali arbëreshë dell’Alto Jonio Cosentino e in Val Sarmento. Esprimiamo gratitudine per la bravissima sarta e siamo infinitamente grati per la disponibilità.
Un’intervista molto proficua al fine di capire le caratteristiche strutturali che deve avere il tessuto e le varie fasi del processo della cucitura per realizzare l’intero costume tradizionale di gala e nuziale di queste comunità etniche al confine tra la Calabria e la Lucania.
Andiamo via a sera inoltrata, con le immagini e i segni identitari secolari che spaziano nella mente e nel cuore per una Arberia eccelsa.
Grazie per il calore della vostra accoglienza e l’utile arricchimento per tutti noi, in Calabria.

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