Marilena Alvarez
Si è tenuta Domenica 2 Ottobre la festa di inizio anno catechistico e, in generale, di tutte le attività parrocchiali rivolte ai più piccoli della nostra comunità.
“Festa dell’Incontro”, questo è stato il titolo dato alla giornata, consapevoli che proprio l’incontro, con Dio e con le nostre sorelle e i nostri fratelli, rende belle e speciali le nostre vite e gli dà un senso.
Nella nostra villa comunale è stato allestito un grande luna-park, per vivere un momento ricco di giochi e tante attività divertenti sia per i piccoli e anche per i grandi. Non sono di certo mancati i momenti di formazione guidati da Don Nicola, che ci ha invitati a riflettere sull’importanza del crescere insieme.
Siamo nati desiderosi di crescere verso mete belle. Quando i genitori ci hanno messi al mondo ci hanno regalato il massimo dei valori umani: la Vita, così da quel momento in poi, per tutti noi questo dono ricevuto è diventato un grande compito, che ci impegna alla sua crescita e alla sua educazione. È nello statuto antropologico dell’umanità il compito dell’educazione! Nelle comunità cristiane, il catechismo, gli oratori, le associazioni sono un laboratorio in cui tutti siamo chiamati, ognuno con i propri talenti, a educare i più piccoli che ci vengono affidati; allo stesso tempo anche noi più grandi continuare a nostra volta a formarci. È una buona palestra dove si cerca, spesso, il punto di equilibrio per uscire dall’ossessione di essere liberi di fare quello che si vuole solo per sé stessi e abbattere le proprie certezze confrontandosi con gli altri.
Tre sono gli elementi che definiscono una relazione educativa: la necessità dell’incontro e della relazione, questa deve essere costante nel tempo; il ruolo esemplare dell’educatore, testimone e capace di dedizione appassionata; per ultimo, ma non meno importante, la corrispondenza e l’adesione di chi deve essere educato. Facendoci guidare dal vangelo di Giovanni, il tipo di relazioni che l’educazione presuppone deve rispondere alla domanda: “Che cosa cercate?” (Gv 1,38) e deve suscitare e riconoscere un desiderio. La domanda è una provocazione, una prima chiamata che incoraggia a interrogarsi sul significato autentico della propria ricerca.
Nella ricerca di ognuno di noi, gioca un ruolo importantissimo l’educatore che, come ci ha ricordato il nostro parroco, conferendo il mandato catechistico, deve essere un testimone della verità, della bellezza e del bene, deve porsi in maniera umile e in continua ricerca. Educa chi è capace di rendere ragione della speranza che lo anima ed è sospinto dal desiderio di comunicarla. L’educatore s’impegna a servire nella gratuità, ricordando che «Dio ama chi dona con gioia». La gratuità di cui si parla non è certo quella di chi lavora gratis, ma lo stile con il quale si vive il rapporto educativo. Nella nostra comunità siamo tutti importanti l’uno per l’altro ed è per questo che è necessario continuare a camminare insieme.
N.B.: chi è impossibilitato a reperire il cartaceo oppure desidera scaricare il giornale “La Parrocchia” basta cliccare sul link a seguire.