Annibale Formica
Pollino 23 marzo 2023. Fra circa 8 mesi, il 15 novembre prossimo, si compiono i trent’anni del Decreto del Presidente della Repubblica di istituzione dell’ente Parco Nazionale del Pollino.
Fu un traguardo che segnava finalmente il primo importante approdo del lunghissimo processo di promozione sia culturale, sia politica, sia istituzionale.
Fu il risultato di una grande scelta di civiltà, fortemente voluta dalle istituzioni nazionali, regionali e locali, dai politici, dagli studiosi, dagli esperti di natura e ambiente e scienziati, dalle popolazioni e dagli animatori locali, che dagli anni ’70 si sono impegnati per fare del Pollino un Parco Nazionale.
Tante sensibilità, tante attenzioni, tante preoccupazioni si sono mobilitate attorno ad una visione di uso compatibile delle risorse territoriali, naturali e culturali, che tarda, però, ancora ad avverarsi pienamente, smarrita tra i continui bagliori di una ribalta effimera, capace di accecare, distrarre, alimentare disinteresse o confusione.
Rincorrendo le ribalte del “sembrare”, anziché dell’essere amici del parco, si favorisce il proliferare di iniziative tutte legate all’idea di mercificare un risorsa diventata patrimonio dell’umanità, ignorando o dimenticando che il “territorio protetto” va protetto.
Dopo un inestricabile e tormentato iter tecnico, amministrativo e burocratico, che dura dal 1997, il territorio del Pollino resta ancora senza gli strumenti fondamentali di gestione delle risorse: il Piano per il Parco e il Piano Economico e Sociale dello Sviluppo Compatibile.
È, quindi, impossibile passare realmente dalla tutela alla gestione della tutela.