Armando Lostaglio
La decima edizione di Cantinarte a Pietragalla, borgo fra i più suggestivi della regione, ha offerto in due serate spunti di riflessioni e di visioni d’arte: mostre, musica live in molti angoli, gastronomia e dibattiti sulla letteratura e la poetica dei borghi.
Premiato, con migliaia di visitatori, lo sforzo della direzione artistica, cui Vittorio Vertone (artista di fama) e Antonio Tantotero, coadiuvati da valenti collaboratori, hanno dato vita per un evento di rilevante importanza per i nostri territori. Ospite il paesologo irpino Franco Arminio, e la collaborazione del lucano Peppone Calabrese (volto di RaiUno) che hanno oltremodo reso visibile l’evento di Pietragalla. Spazio ad una serata di letteratura, con la musica di Donato Antonio Telesca trio in piazzetta, davanti al Palazzo Ducale, luogo magico di intense suggestioni.
Ad illustrare le critiche letterarie con quattro autori, è stato il critico Armando Lostaglio del CineClub Vittorio De Sica –Cinit, il quale ha interloquito con Federica Introna con il romanzo “La regina Guerriera” (tre60 editore), Grazia Telesca con “La libertà di Lolita” (Kimerik Editrice), “Istantanee di poesia” di Antonio Ciampo (Amazon) e Antonello Lombari con “Ri…sentimenti lombari” (Kimerik Editrice).
Antonio Ciampo è un anziano scrittore di Pietragalla che ha commosso i numerosi spettatori: è stato un operaio ed emigrato da ragazzo, ha sempre amato leggere e scrivere poeticamente, la nostalgia, la sua donna, e il paese natio Pietragalla. La figlia ha scoperto i suoi scritti e li ha raccolti e pubblicati: lui era incredulo, non è riuscito a parlare per l’emozione. Si avverte nei suoi versi genuini una leggera malinconia, vagamente montaliana, mentre la sonorità del verso vernacolare non può che rimandarci ad Albino Pierro, e ai toni agresti cari a Rocco Scotellaro.
Mentre a sorridere dall’alto c’è il volo del passero solitario caro a Leopardi, nel suo infinito disperato amore per la vita. La recondita malinconia di Grazia Telesca è funzionale alla speranza con cui si dona in queste intime stanze di vita quotidiana. Stanze di dolore e di rabbia per aver intrapreso percorsi errati, che nella sua naturale bontà non sapeva di percorrere. Eppure Grazia è qui, a dispetto del mondo, a dispetto di una adolescenza matrigna, fra orchi e sirene. Grazia è per le figlie un dono di speranza.

Di Antonello Lombari, giornalista di vecchia data e conoscenza, non presente alla serata, si può parlare della sua ironica e caustica lettura del quotidiano, da osservatore e cultore delle cose della vita, degli accadimenti fra il politico lo sportivo e talvolta intimo sentimento. Ci induce a pensare che nel profondo ci si imbatte in una recondita malinconia che solo il senso della battuta “colta” sa mitigare. Ed infine Federica Introna, unica non lucana fra gli autori, studiosa barese di storia antica, filologa di greco e latino, che ci regala in un corposo testo (265 pagine) una figura mitologica del 267 dopo Cristo: Zenobia di Palmira, la donna che sfidò l’Impero romano.
Siamo in Siria, luogo di appassionato studio della Introna, più volte visitato prima delle devastazioni dei talebani. Intanto Zenobia è pure il nome di una delle Città Invisibili di Italo Calvino. Ed è la storia di una donna straordinaria, Zenobia, di quelle cui la Storia accademica raramente tratta; è anche la vicenda di chi, in epoche e luoghi così lontani, ha avuto il coraggio di interpretare la Storia connotandola della propria femminilità. Un ruolo da sempre marginale se non annullato dagli eventi: battaglie, conflitti continui, faide di potere. Ma cosa ha affascinato così tanto l’autrice che narra anche della vita quotidiana di Zenobia? Ci dice che la storia di questa donna straordinaria è un emblema di eroismo e di costanza, che ha sfidato il grande Impero per ottenere una autonomia regionale, di una città di incanto e cerniera di scambi fra Occidente ed Oriente, devastata in questi anni dalla sottocultura di fanatismi religiosi. Una donna associabile a Madre Teresa di Calcutta e alla regina Elisabetta. Si potrebbe auspicare una serie Tv per valorizzare Palmira e la sua Zenobia, a mo’ di romanzo storico.
Comunicazione CineClub De Sica