Antonio Fortunato
Oggi, all’ora di pranzo, intorno alle tredici, una Panda si è ribaltata senza danni per la conducente e le persone presenti in via Emanuele Gianturco (i gironi di Vitola), dove esattamente una trentina di anni fa venne travolto da un’auto privandolo della vita un nostro compaesano.
Nella stessa via gli incidenti automobilistici che coinvolgono anche i pedoni non si contano più e sembra che noi francavillesi ci siamo assuefatti a questi episodi ritenendoli una fatalità, un castigo di Dio, tanto non ci possiamo fare niente.
Sembrano come la peste di Milano del Manzoni. Noi invece possiamo fare molto, e se non lo facciamo siamo un poco tutti responsabili. Anche se il paese ormai è ben delineato, con la moderna tecnologia possiamo mettere in sicurezza tutte le vie comunali. Non possiamo aspettare e tollerare che succedono altri episodi tragici e luttuosi per poi decretare il lutto cittadino, partecipare al dolore assicurando la nostra vicinanza.
Dobbiamo intervenire.
Torno a ripetere, e non mi stancherò mai di farlo, che ancora in via Certosa, caso più unico che raro al Mondo, non possono circolare contemporaneamente le macchine e i pedoni. Ho segnalato tante volte queste situazioni di pericolo, ma non c’è stata risposta alcuna dalle autorità comunali e neanche dagli uffici preposti alla vigilanza e alla sicurezza stradale.
È impensabile, e non aggiungo altro, che un paese si doti di campi sportivi di ogni genere, facendoli e rifacendoli cento volte, spendendo milioni e milioni di euro e non garantisce la sicurezza sulle strade ai suoi abitanti.
Non mi stanco di segnalare questi misfatti amministrativi; ma nello stesso tempo invito i miei compaesani a darsi una mossa: chiedere le cose necessarie e non accontentarsi delle famose tre “effe” che racchiudono la politica dei Borboni: feste, farina e forca. In tempi recenti consistono in
1)cantanti a Natale; 2)sussidi e bonus senza dare lavoro dignitoso e 3)tasse. Sì tasse perché i soldi che vengono assegnati per queste attività dalla Regione Basilicata sono anche le nostre tasse.
Perfetta fotografia di un paese che non ha mai avuto la visione del bene comune. Il prof. Fortunato è uno dei pochi se non l’unico che mette a fuoco varie cose che potrebbero essere riqualificate se ci fosse interesse per il bene comune. Ma è un paese che è morto già da tempo come tanti paesi del Sud spopolati e spolpati da decenni della stessa politica. Sono quarant’anni che sento sempre le stesse cose. Mi rattrista vedere che quelle strade sono peggiorate. Non si è mai veramente pensato a migliorare perché è sempre mancata una visione del futuro e quei pochi che l’avevano non sono mai stati considerati o sono andati via.