on. Peppino Molinari
Cento anni fa, il 17 gennaio 1924, nasceva il Sen Vincenzo Leggieri, medico, politico, amministratore, legislatore, uomo di cultura una delle personalità più autorevoli e rappresentative della Dc del Vulture melfese e non solo ma della intera Basilicata.
Ha servito la politica e non se ne è servito, ha servito il partito quando i partiti erano comunità di reale mediazione con la società. Ha reso un servizio alla società come persone, istituzioni, realtà economiche produttive e di rappresentanza.
Leggieri ha fatto parte di quella classe dirigente dove preparazione, competenza e radicamento sul territorio erano i pilastri fondamentali del fare politica. Ha saputo perfettamente coniugare temperanza insieme alla passione, diritti mai disgiunti dai doveri, fede sempre vissuta nella laicità, identità senza mai integralismi.
Ricordarlo oggi a 100 anni dalla nascita è fare memoria! Ringrazio Ezio Lavorano, studioso appassionato, che con questa sua bella biografia ci fa conoscere la vita di uno dei migliori figli della città di Orazio.
Vincenzo Leggieri, nasce a Venosa (Pz) il 17 gennaio del 1924. All’età di 21 anni, durante gli ultimi mesi della guerra dopo una breve frequentazione con l’on. Guido Miglioli allora al confino nel Comune di Lavello, si iscrive alla Democrazia Cristiana, e ne diviene segretario di sezione.
Dopo la breve parentesi politica, lascia Venosa per recarsi a Napoli ove frequenta la Facoltà di Medicina e Chirurgia. Conseguito il titolo accademico presta il suo servizio presso l’Ospedale Fatebenefratelli.
Ma ben presto sollecitato dagli amici venosini della DC fa ritorno in città e si candida al Consiglio Comunale per la DC nel corso della tornata elettorale del 1956. Tra i primi eletti svolge con passione il suo ruolo di consigliere di opposizione, mantenendo una dialettica aspra, ma corretta, con la compagine di maggioranza.
Nel frattempo avvia la sua attività professionale nell’Ospedale San Francesco di Venosa, ove assume la funzione di primario otorino. In quegli anni, precisamente nel triennio 1957 – 1959, con decreto prefettizio n. 1685/XXVIII è nominato membro del Consiglio Provinciale Sanitario, poi confermato nel successivo triennio con analogo decreto n. 1449/XXVIII del 2 dicembre 1961.
Nel 1960, in occasione delle elezioni amministrative ottiene la doppia elezione al Consiglio Comunale e a quello Provinciale, nel collegio di Venosa Maschito Forenza, nelle file della Democrazia Cristiana.
In tale ultima veste, svolge un ruolo attivo in Consiglio, soprattutto a favore della istituzione a Venosa sia del Liceo classico che dell’Istituto Tecnico. Sul piano politico – partitico viene eletto nel Comitato Provinciale della DC.
Parallelamente con decreto episcopale del 23 gennaio 1961 viene nominato Presidente del Movimento Laureati Cattolici per la Diocesi di Venosa, e con analogo decreto del 26 agosto dello stesso anno è nominato Presidente della Giunta Diocesana di Azione Cattolica della Diocesi di Venosa (triennio 1961 – 1963).
L’anno successivo con decreto del Ministro dell’Agricoltura e Foreste n. 13267 del 20 aprile 1962 è nominato componente della Deputazione di sezione per la Lucania e del Consiglio di Amministrazione dell’Ente per lo Sviluppo dell’Irrigazione e Trasformazione Fondiaria (triennio 1962 – 1964), incarico poi confermato per il successivo triennio (1965 – 1968) con decreto ministeriale n. 13208 del 2 dicembre 1965.
Nel 1965 in occasione delle elezioni amministrative si ricandida al Consiglio comunale sempre per la Dc, risultando primo degli eletti. In conseguenza di ciò assume la carica di primo cittadino per circa un biennio, fino al 1967.
Durante il breve, ma intenso sindacato, è protagonista di un atto di eroismo che alcuni anni dopo, precisamente il 9 maggio 1973 alla presenza del Presidente del Senato, on. Amintore fanfani, lo vedrà insignito dalla Fondazione Carniege per gli atti di eroismo della medaglia d’argento di 2° grado con la seguente motivazione «il 22 agosto 1966 in Venosa, quale Sindaco del Comune, si prodigava oltre ogni limite per ad arrecare soccorso, con pochi animosi, alle vittime di un crollo e, trascinando con assoluto sprezzo del pericolo altri soccorritori nell’opera di salvataggio di alcune persone da sicura morte, rimaneva per qualche tempo sepolto dalle macerie».
Nelle successive elezioni amministrative del 1968 è di nuovo candidato con la democrazia cristiana. Primo eletto, ricopre la carica di Sindaco per circa un anno, a capo di una compagine di centro-sinistra, per poi passare nelle fila dell’opposizione a seguito del riassetto politico della maggioranza consiliare.
In occasione delle elezioni politiche del 1972 viene candidato nel collegio senatoriale di Melfi, sempre sotto la “bandiera” della Democrazia Cristiana. In quella circostanza, anche grazie alla brillante campagna elettorale dispiegata nei singoli comuni, ottiene l’auspicato laticlavio senatoriale.
Nella Camera Alta dal Capogruppo democristiano viene assegnato alla 10° Commissione permanente (Industria, commercio, turismo) e alla 12° Commissione (Igiene e sanità). Come egli stesso ricorda in alcune pagine di ricordi parlamentari, il quadriennio romano fu intensissimo di attività politico- parlamentare. A lui si deve, infatti, tra le alte cose, in qualità di relatore e primo firmatario l’approvazione della legge sulla istituzione dei consultori familiari quali strumenti offerti “per fare scelte responsabili in ordine alla procreazione” e l’approvazione, in qualità di proponente e relatore, del disegno di legge “sulla profilassi della carie” (n. 1254).
È stato estensore e promotore del disegno di legge recante “Norme sulla informazione medico-scientifica riguardante i prodotti farmaceutici” (n. 765) e estensore e promotore del disegno di legge recante “Legge speciale per la Basilicata” (n. 1038). È stato, inoltre, cofirmatario dei seguenti disegni di legge:
– legge recante “Ripianamento dei debiti degli enti ospedalieri” (n. 2271), cofirmatario del disegno di legge recante “Assegnazione di un contributo annuo all’Associazione nazionale focolari” (n. 323);
– legge recante “concessione di contributi per opere ospedaliere” (368);
– legge recente “Interpretazione dell’art. 151, lettera d), del testo unico delle imposte dirette relativo alla esenzione dell’imposta sulle società nei riguardi dell’Ente autonomo per l’acquedotto pugliese” (n. 553);
– legge recante “Modifica dell’articolo unico della legge 7 maggio 1965, n. 459, delle legge 2 aprile 1968, n. 517, riguardanti il collocamento a riposo di ufficiali sanitari e sanitari condotti”;
– legge recante “Norme per il conseguimento della patente di guida per macchine agricole, carrelli e macchine operatrici da parte di mutilati e minorati fisici” (n. 958);
– legge recante “Istituzione dell’Università in Basilicata” (n. 117);nonché relatore e cofirmatario del disegno di legge recante “Obbligatorietà della vaccinazione antirosolia per le minori di anni nove e per alcune categorie di lavoratrici” (n. 980).
È stato ancora relatore e cofirmatario del disegno di legge recante norme sulla “Somministrazione obbligatoria di immunoglobulina anti. D nelle donne Rh negative non immunizzate per la prevenzione della malattia emolitica del neonato, da incompatibilità materno-fetale” (n. 310-B), norma approvata dal Senato della Repubblica e relatore e cofirmatario del disegno di legge recante “Sussidio integratico dello Stato a favore degli infermieri hanseniani e dei loro familiari a carico” (n. 1186).
È stato inoltre relatore designato dal presidente dei disegni di legge nn. 794, 825 e 1701 della VI Legislatura. Infine, è stato primo firmatario del disegno di legge recante “Provvedimenti urgenti per l’avvio della riforma sanitaria” (n. 2308). Accanto a tale proficua attività, non manca una altrettale intenso impegno di sindacato ispettivo con numerosissime interrogazioni e interpellanze vertenti le più disparate materie, a riprova di una visione ampia del suo mandato parlamentare.
Nel corso della Legislatura e precisamente il 26 ottobre del 1972 è designato membro dell’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa. In tale prestigiosa assise svolge il suo mandato all’interno della Commissione dei problemi sociali e della sanità. Infine nel corso del quadriennio parlamentare partecipa alle seguenti missioni all’estero:
– Strasburgo: Assemblea Consiglio d’Europa;
– Parigi: Sessione dell’U.E.O sugli armamenti;
– Bonn: Sessione dell’U.E.O sui rapporti con i paesi dell’Est;
– Edimburgo; Indagine conoscitiva sulle bioproteine.
Alla sua tenace attività si deve, inoltre, la realizzazione dello stabilimento Grandi Officine delle Ferrovie dello Stato presso l’allora istituenda area industriale di San Nicola di Melfi. Nel 1976, ricandidato dalla Democrazia Cristiana nel collegio senatoriale di Melfi, nonostante l’alta percentuale di voti ottenuta, circa il 40 %, non viene rieletto.
Nonostante ciò, il suo costante e proficuo impegno parlamentare sui temi socio-sanitari lo portano a essere uno degli interlocutori privilegiati delle istituzioni e dello stesso partito. In ragione di tale esperienza maturata sui banchi del Senato, con decreto del Ministro della Sanità Tina Anselmi (D. 16 marzo 1979), viene nominato membro della Commissione di Studi istituita presso il medesimo dicastero «con il compito di compiere studi e indagini ricognitive sulle esperienze regionali di riorganizzazione dei servizi socio-sanitari di base, nel quadro di garanzie di salute uniformi su tutto il territorio nazionale».
In questa veste svolge una intesa attività convegnistica tesa divulgare i principi della riforma sanitaria e ad avviare la sua armonizzazione con la consentanea legislazione regionale di attuazione. Sempre in questo periodo è nominato dall’ANCI nazionale membro del Gruppo tecnico permanente per i problemi organizzativi delle USL, e alcuni anni dopo (1982) dalla Direzione Nazionale della Democrazia Cristiana membro della Consulta Nazionale per i problemi della sanità pubblica.
Allo stesso tempo riprende attivamente la sua attività professionale di primario otorino presso l’Ospedale San Francesco di Venosa, nel frattempo è trasferito nella nuova e moderna struttura da egli stesso inaugurata nel dicembre del 1975 in compagnia del Ministro Emilio Colombo e del Presidente della Giunta Regionale Vincenzo Verrastro, del quale ricopre per lunghi anni la carica di Direttore Sanitario, oltre a occuparti, in qualità di responsabile unico, di tutti i servizi socio-assistenziali dell’ULS n. 1.
È in questo periodo parentetico che riprende il suo antico amore per la poesia dando alle stampe per i tipi delle Edizioni Osanna una prima raccolta di poesie dal Titolo Clessidra, seguita l’anno successivo da una seconda dal titolo Si fa sera. La immutata passione per la Politica e l’amore viscerale per la sua città lo porta nel 1985, in occasione delle elezioni amministrative, a spendere ancora una volta la sua persona quale capolista della Democrazia Cristiana.
L’esito, non affatto scontato, vede il partito largamente vincente con quasi il 50 % dei seggi conquistati. Assume per l’ultima volta la carica di Sindaco per circa un biennio e in tale veste pone le basi per il rilancio culturale e turistico della città offrendo all’attenzione dei colleghi «la preparazione in lunghi del grandioso avvenimento di portata mondiale rappresentato dalla celebrazione del Bimillenario della morte di Q. O. Flacco». Con la prematura interruzione dell’ultimo sindacato, e dopo aver anche ultimato il suo servizio professionale, assume per circa tre anni la carica di Direttore Generale della ASL n. 2 di Potenza. Con la conclusione di quest’ultimo incarico pubblico, trasferisce la sua residenza a Padova, dove inizia una nuova stagione di attività, dedicandosi a tempo pieno alla sua passione mai sopita, quella per la letteratura e per la poesia dando alle stampe numerosi contributi apprezzatissimi in sede nazionale, tra i quali si segnalano:
– Vincenzo Leggieri, Palazzo Calvino e dintorni. Rilettura a distanza di dialoghi con la gente, Ed. Osanna, 1993;
– Vincenzo Leggieri, Dodici pittori e un poeta, 1983;
– Vincenzo Leggieri, Versi e controversi, (raccolta di satire con lo pseudonimo si Zeno Levi); 2001;
– Vincenzo Leggieri, L’ultima corsa. Prosimetro in tre scene, Ed. Edizioni Osanna, 2003;
Vincenzo Leggieri, Il terzo orecchio, Ed. Panda, 2009.
Pochi giorni prima di concludere la sua avventura terrena, 8 febbraio 2013, dà alle stampe la sua ultima fatica letteraria dal titolo Cartoline antelucane, una sorta di testamento rivolto agli “amici”. Le sue spoglie terrene, per sua espressa volontà, riposano nel cimitero di Venosa, a testimonianza del suo forte attaccamento alla terra natìa.Leggieri e’stato un vero maestro di pensiero,protagonista e testimone di quel cattolicesimo popolare che è stato uno strumento essenziale e decisivo per la presenza dei democristiani nella cittadella della politica italiana.