Comunicato Stampa
L’associazione Le Ali di Frida sta portando avanti a Vietri di Potenza con il patrocinio del Comune un interessante progetto di diffusione ed utilizzo della poesia per finalità sociali oltre che culturali. Il progetto intitolato Percorsi diVersi si propone l’obiettivo di affrontare diversi temi di particolare interesse ed attualità attraverso l’utilizzo della poesia ed il grande potere di coinvolgimento che la stessa ha.
I muri, le strade e i monumenti del paese nel progetto sono le pagine di un libro di poesie che vuole aiutare a riflettere sulla realtà spesso difficile e drammatica che viviamo. Accostare poi versi di grandi poeti a fianco a timidi tentativi di cimentarsi con la poesia da parte di sconosciuti o giovani o giovanissimi autori locali vuole rafforzare l’idea della poesia come canale privilegiato ed accessibile per conoscere e gestire le proprie emozioni. L’altro aspetto importante anche se spesso difficile è il coinvolgimento e il protagonismo della realtà locale attraverso il contributo delle associazioni ma anche dei singoli cittadini o abitanti del quartiere o strada dove di volta in volta i percorsi poetici verranno installati e di cui diverranno custodi e promotori.
Diversi i temi già affrontati (pace, vecchie fontane, sport come inclusione, attesa nelle sue diverse e molteplici sfaccettature…) e quelli in attesa di essere proposti ed attuati (Vietri Porta della Lucania, morti sul lavoro, violenza sulle donne, migranti…). Attualmente stiamo ragionando per valutare nuove modalità di coinvolgimento affinché sia la stessa comunità vietrese a gestire direttamente con il nostro supporto le nuove pagine poetiche da affrontare.
Attenzione alle radici, consapevolezza del presente ed impegno per un futuro di pace.
Cultura protagonismo e coinvolgimento delle comunità sono le parole d’ordine per diffondere atteggiamenti di attenzione e sensibilità ai grandi temi di attualità e per favorire relazioni e sguardi positivi sui più fragili, su chi è in difficoltà, su chi chi vive ai margini della nostra società. Incubatori di gentilezza ed emozioni positive, questo vorremmo essere e promuovere e questo abbiamo provato a realizzare a Vietri di Potenza.
La poesia non è infatti soltanto la contemplazione della bellezza fine a sè stessa e nè tantomeno il compiacimento di un incastro di parole perfette. Attraverso i versi viaggiano sentimenti, si veicolano messaggi e idee che con altri mezzi farebbero poca strada. Ed ecco ad esempio che esiste una poesia che è anelito alla pace. Un’altra che si ispira alla solidarietà, alla difesa degli indifesi. Possiamo dedicare versi alla donna vittima di abusi, di violenza, alla femminilità vilipesa e violata.
Il progetto di Le Ali di Frida “Percorsi di-versi”, attraverso l’affissione di poesie a tema lungo i muri di Vietri di Potenza, aspira ad essere tutto questo. Col supporto fondamentale dell’Amministrazione comunale ed il coinvolgimento dei cittadini si propone che, rinchiusa nell’involucro della poesia, arrivi alle coscienze una nuova consapevolezza rispetto ai diritti, alla giustizia, alla verità.
Dopo il “Percorso dell’acqua” e il “Percorso della pace” e “lo sport come inclusione” questo quarto progetto riguarda il tema dell’Attesa. L’occasione è stata data dall’allestimento sul territorio comunale di un oggetto che, oltre alla funzione, soddisfa anche la vista: le nuove e belle pensiline pensate per dare conforto e riparo su cui sono state collocate dieci poesie che per l’appunto parlano dell’Attesa anzi, delle attese: l’attesa della persona amata, del figlio, della vecchiaia, della guarigione, della salvezza, della giustizia, della verità, dell’eternità, , del proprio destino, di qualcosa di indefinito.
Quale occasione migliore per chi aspetta, per leggere i versi stampati sulle pareti di questo ricovero trasparente? Ma cos’è questa Attesa che invita alla pazienza e alla riflessione? La parola deriva da un verbo latino, ad–tendere, che significa essere orientato verso…. L’attesa è quindi una tensione al futuro, verso qualcosa di distante che si avvicina producendo timori o speranze. È quell’arco di tempo che serve a trasformare il futuro in presente, a realizzare un evento annunciato o un progetto. Cosicché quel tempo ha un significato intenso perché è orientato a ciò che temiamo o che desideriamo.
Sappiamo che l’attesa è sorella della pazienza ma anche dell’impazienza. Può essere una scossa all’indolenza o un richiamo al dovere. Un tempo da amministrare come bene prezioso avendo a mente che la fretta non da mai buoni frutti. Tutte le nostre vite sono pervase dall’attesa più grande di tutte, l’attesa della morte, della quale per fortuna siamo scarsamente consapevoli. Incomincia già alla nascita ed è scandita da un conto alla rovescia di cui nessuno si accorge. E ce la portiamo addosso smemorati del suo peso ed è con noi nel quotidiano affanno. Essa si nutre di un’illusione d’eterno che ci fa progettare imprese che durano un’ora.
In questo intervallo che è la vita, pullulano altre attese, meno ingombranti, più usuali e ripetibili a fronte della unicità della morte. Con un prodigioso volo parliamo ad esempio dell’attesa del piacere che è essa stessa un piacere. È quella che racconta d’Annunzio nel suo romanzo e che ritrae la scena di un giovane in attesa dell’amata. Ogni oggetto la brama, ogni luogo della casa la cerca e lei porterà un vento di passione che trasfigura la stanza. Di un altro genere di attesa ci parla Leopardi nel suo Sabato del villaggio, nel quale fa vivere alla donzelletta l’attesa del dì di festa che è fatta di trepidazione, di miraggi, di desideri. Ma è il sabato il giorno più bello perchè la domenica invece lascerà alla giovinetta solo rimpianti.
L’attesa è fatta di pazienza che è una vera e propria arte. Ci consente di aspettare che il grano germogli tra le zolle e che poi, a suo tempo, maturi oppure che nell’utero materno l’embrione diventi bambino. Ma purtroppo oggi più che mai l’attesa è il tempo della noia, della pigrizia, dell’impazienza, mentre dovrebbe essere l’anticamera di una pausa che ci arricchisce, che ci offre un riparo dalla pioggia di stimoli che ci inondano. Nell’era del WhatsApp, epoca di risposte istantanee, chi ha il tempo di attendere e di sopportare l’attesa? Siamo ancora capaci di aspettare? Pare proprio che l’attesa sia la grande sconosciuta del nostro tempo ed è fondamentale per comprenderla fare riferimento allo sviluppo della tecnologia che dà risposte in tempi sempre più rapidi per poter fare più cose nel medesimo tempo. Ne deriva che l’impazienza che domina il mondo ci fa perdere di vista ciò per cui vale davvero la pena di lottare.
Ci fa dimenticare che i buoni frutti arrivano ma bisogna saperli aspettare. Ci si sta scordando che l’attesa consente di godersi il vuoto fra un impegno e l’altro… tra un prima e un dopo…tra una speranza e la sua realizzazione, tra un dolore e la felicità.. “Pur’ lu pis’ cchiù trist’ cu la paciénz’ arrivént ligg‘”(Anche il peso più duro con la pazienza si fa lieve) recita un antico proverbio lucano. Il grande Eduardo, in Napoli milionaria, fa dire al protagonista di fronte alla figlioletta ammalata la famosa frase Adda passà a ‘nuttata . Una frase memorabile che fa riferimento a un’attesa che annoda i destini, che ha in sé l’angoscia, ma anche la pazienza e la speranza. Buona attesa a tutti voi!