Presentazione della 6^ Edizione “Forum del Dialogo” Repubblica di S. Marino –

Il Forum del Dialogo con la Comunità Civile

Un saluto e un particolare pensiero di gratitudine vada all’Ecc.ma Reggenza per l’Udienza per l’Udienza concessaci in mattinata ai Segretari di Stato, all’Ambasciatore d’Italia, così pure un grazie ai Relatori di ben 5 Università, alla Coop “Involo”, partner attivo del Forum, al Comitato Scientifico presieduto da 2 Magnifici Rettori di Padova e della Università Cattolica, ai Signori Sindaci dei Comuni vicini (di Lunano, Novafeltria, Montegrimano, Montefiore, Mercatino Conca…), ai Patrocinatori, agli Sponsor generosi, al Gruppo di Progetto che mi affianca da alcuni anni, alle Giunte di Castello di Città di Domagnano, Chiesanuova, Serravalle, Montegiardino, per la loro generosa collaborazione; alle Esperienze testimoniali che intervengono, ai Media che ci seguono e sicuramente a tutti voi partecipanti.

La lunga pausa non ci ha scoraggiato!

È giunto anche il Messaggio di Papa Francesco – cui siamo molto grati – ad incoraggiarci per riprendere il nostro percorso e la serie dei Forum e dei loro contenuti di studio, “per un coraggioso impegno cristiano al servizio della società civile”, per usare le parole del Papa.

Dopo gli impegnativi temi delle cinque edizioni precedenti:

Le diversità religiose, sociali, culturali.

Il rapporto tra Noi e l’Islam.

I nostri tempi: problemi, opportunità, aspettative.

Giovani e Adulti: parti o controparti di questa società complessa?

L’ambiente e i cambiamenti climatici: le cause i problemi, le aspettative per uno sviluppo sostenibile. Il tema di quest’anno punta alo studio della complessità della SOCIETA’ CIVILE: come l’insieme della Associazioni di cittadini che oeprano fuori dal contesto istituzionale e che coinvolgono la vita, le esigenze, i bisogni, le domande, le attività delle persone come singoli e come aggregazioni.

In prima fila: le Associazioni, le famiglie, i Gruppi, i Movimenti, le Cooperative… il Volontariato, il mondo produttivo: le imprese, i sindacati… per ridare un’anima alla società globalizzata.

Tra i tanti aspetti dell’emergenza che viviamo, si presentano con forte evidenza anche 2 altri grandi fenomeni sociali:

I Giovani delle nuove generazioni e la loro ricerca di senso della vita e del proprio tempo;

Gli Anziani… contagiati da tanta solitudine e spesso da abbandoni (“l’unica mia compagnia è la solitudine!” è la risposta di un’anziana signora alla domanda: con chi vive qui in casa?)

Tema complesso dunque la Società civile che fa riferimento a diversi aspetti della vita organizzata.

Ne abbiamo scelti alcuni:

una particolare attenzione al senso di Comunità in una società segnata dall’individualismo, dalla “religione dell’IO (Vito Mancuso) o dal mercato di beni materiali che snobba i beni immateriali, come le relazioni, i valori… i rapporti umani con le situazioni nuove.

Repubblica di San Marino

Abbiamo scelto di affrontare le implicazioni che comporta la costruzione del senso di Comunità in un mondo globalizzato e deglobalizzante, sempre più alle prese con il lavoro di reti delle organizzazioni.

Ci ha stimolato l’idea di GENERARE un positivo impatto sociale sulle Comunità già in attività e di stimolare l’accoglienza della sfida di creare nuove comunità, non soffermandoci solo al senso di crisi che sta interessando alcune realtà comunitarie, ma di farci incoraggiare dalla ricerca di nuova vitalità che, in questi tempi, investe associazioni, volontariato, gruppi… e persino le imprese, i sindacati… alla ricerca di come fare del lavoro non solo un fattore di produzione, ma anche uno strumento di “benessere e… di benessere con soddisfazione”.

Questo, per tener conto che oggi le organizzazioni si vedono sempre più stimolate verso una continua crescita in termini di alleanze, di gruppi, di acquisizione di competenze e di capacità di rispondere al bisogno di visibilità e di diffusione.

I relatori e le esperienze vive già sul campo, oggi e domani sicuramente ci faranno riflettere sullo sviluppo di alcuni processi virtuosi di transizione da un’organizzazione generica ad organizzazione di comunità, come tipologia non codificata e per questo particolarmente interessante… o potremmo dire, di processi stimolanti non tanto da una razionalità egoistica quanto piuttosto da una razionalità lungimirante.

La cooperazione si può vivere come azione razionale lungimirante”, dice Elinor Ostrom, premio Nobel per l’economia nel 2009.

Siamo veramente in presenza di una sfida culturale che mette accanto al tema della gestione e dello sviluppo delle organizzazioni del Terzo settore, una dimensione da riscoprire, relativa al rapporto con le persone e con i cittadini, in una modalità per quanto possibile di cooperazione e di condivisione dei fini e non solo di generica collaborazione.

Poniamoci una domanda: possiamo allora cominciare a pensare all’avvento di un nuovo Umanesimo? Per andare in questa direzione si propone – e, con molta determinazione, il senso della PERSONA -quale assoluto umano (E. Mounier)- alle prese con il concetto di sviluppo e di crescita che mira a costruire spazi di vita nei quali le disuguaglianze siano contenute e monitorate, per non lasciare troppo indietro qualcuno e per dare a tutti dignità e legittimazione.

Allora diventa veramente determinante il tema della Comunità?

Mi sento dire con forza Sì, con un Sì laico, nellesrimere una incondizionata affermazione che riguarda l’esistenza di tutti.

Di qui tutto il senso del significato di Comunità, come parola chiave che avvolge attività, esperienze, persone, beni, relazioni… .

Il tema è stato già oggetto di molti studi (di Tonnies, nella distinzione di Gemeinshaft (comunità) e Gemeinshaft (società)… di Durkheim, di Simmel…).

A questo punto, mi preme evidenziare il concetto di Comunità che abbiamo fatto nostro per questo 6° Forum:

  1. Comunità” come gruppo di persone che si riconoscono intorno ad una proposta di valore;

  2. Comunità” come microcosmo circoscritto e attivo, costruito da un gruppo stabile di persone, in forte interazione tra loro; parte di uno specifico “territorio” culturalmente omogeneo e in grado di riflettere stili di vita e forme di organizzazione di interessi e di cambiamenti in corso, in un mondo in grande metamorfosi.

  3. Comunità come il luogo del noi”, quale espressione di una socialità che punta al bene comune; come luogo in cui si combinano vari aspetti del vivere sociale: cooperazione, condivisione, comprensione, rispetto, ascolto, solidarietà e sussidiarietà, attenzione, consapevolezza responsabile… . Tutti termini che oggi sembrano parole in disuso, ma che richiedono il coraggio di reagire e di non dirsi impotenti.

Comunità: un termine facile da usare, difficile da definire!

COMUNITà, quindi come valore e come prassi, quale patrimonio di ogni cittadino e dell’intera collettività… come struttura compatta… attenta alla serie di bisogni:

al bisogno politico, per restituire visibilità, incisività e pregnanza al processo di riaffermazione della comunità;

al bisogno sociale di sicurezza, di non sopraffazione, di norme e di mediazioni di coabitazione…;

al bisogno civile per una convivenza, non segnata da paura o da sospetto; per un corpo sociale basato sulla solidarietà e sul dialogo, sul rispetto e la parità.

Da questa visione può derivare la logica di un graduale e ordinato sviluppo di comunità per fornire ai soggetti interessi, occasioni e strumenti, per cambiare le condizioni nella quale vivono e nella direzione che loro stessi decidono.

Prof. Renato Di Nubila

La strategia dello sviluppo di comunità ha bisogno essenzialmente e, prima di tutto, di cultura da mettere in gioco e da condividere, poi esige sinergia con attori vicini e lontani (per provenienza, cultura, ideali, competenze…).

Insomma, in un continuo processo di mediazione che presuppone l’urgenza di un’educazione delle persone e di una formazione mirata a preparare “attivatori” o animatori di comunità, in un approccio continuativo e dialogico (P. Freire), senza sottovalutare il ruolo dei Media, per costruire fiducia… per far fronte ai tentativi di abbattere i codici sociali.

basterebbe qui ricordare il pensiero di Maria Montessori sull’educazione alla Pace: “Costruire la pace è l’opera dell’educazione, la politica può solo evitare la guerra”.

In conclusione, tutto il tema esige una relazione consapevole e produttiva. Davanti a questi discorsi…sono sicuro che in molti scatta subito l’obiezione: questa è tutta utopia!… in un società come questa!

È la parola che sottoposi ad un grande utopista , come Giorgio La Pira, Sindaco di Firenze, poi Parlamentare, capace di contribuire a fermare la guerra in VietNam.

La sua risposta ha segnato la mia vita: ”L’utopia è il sogno più concreto in chi ci crede! Ma tenendo i piedi per terra e lo sguardo in avanti, e cioè con realismo e capacità di una speranza lungimirante!”

Commenta

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi