La Redazione

C’è una storia diversa rispetto a quelle che abbiamo sentito finora e che parlavano quasi sempre di amministratori un po’ distratti e un po’ incapaci che si affidavano ai privati e che pagavano a piè di lista le cose fatte e anche quelle non fatte. C’è la storia di un Sindaco che toglie la discarica ad un privato e decide di gestirla in proprio. Mette a norma la vasca che aveva determinato una procedura di infrazione da parte dell’Europa, ne costruisce una seconda e con essa mette a dimora i rifiuti di 38 Comuni . Ci guadagna qualcosa come 1,7 milioni all’anno e con questi soldi crea agibilità al Comune, occupazione e servizi. Dai rifiuti tal quale, cioè buttati in discarica così come arrivavano, si è passati ai rifiuti trattati e biostabilizzati, con un enorme abbassamento dei volumi interrati e con un allungamento di vita dell’impianto per molti anni ancora. Lui è Nicola Telesca, ingegnere e Sindaco di Atella. E’ inutile dire che proviene dal privato: laureato al politecnico di Torino, si è interessato di tante cose, tra cui la direzione di una fabbrica dell’indotto Fiat. Si è fatto due conti ed ha realizzato subito che quello che il privato stava facendo (e male) lo poteva fare il Comune (e bene), guadagnandoci sopra e portando i benefici alla comunità cittadina. Ha fatto una società in house, ha assunto 14 persone e con il suo impianto fatto e con quelli in progetto, si è messo in testa di andare contro corrente, sfidando quelle aziende che sui camion che giravano per la Basilicata in cerca di discariche, ci facevano sopra tanti bei soldini.
E questa è solo la prima parte del racconto. La seconda è che, girando un po’ l’Europa, si era guardato intorno ed aveva visto cose che funzionavano alquanto bene, tra le quali la raccolta differenziata. Ha messo a riposo la ditta che faceva, costosamente, la raccolta porta a porta ed ha realizzato un nuovo meccanismo di conferimento differenziato dei rifiuti. Isole ecologiche nei quartieri, conferimento diretto da parte dei cittadini, pesatura della differenziata e accredito su una carta di credito intestata al cittadino di 20 centesimi a kilogrammo di differenziata, qualsiasi essa sia (vetro, plastica ecc).
Di una semplicità sconcertante: niente timbri, niente carte, niente di niente: il cittadino entra in quest’isola (dove ci sono due persone che spiegano e danno consigli se ve ne fosse bisogno, ma vigilano e controllano) mette la propria tessera sanitaria per identificarsi come cittadino residente ad Atella, e conferisce il rifiuto nel cesto della pesatura: in automatico gli viene lasciato uno scontrino e accreditata la somma sulla sua carta predisposta dalla Banca Sella. In questa maniera il Comune di Atella vuole riuscire a fare una differenziata pari al cento per cento. La quota minima di premialità è di 20 euro, ed anche questa non è casuale perché incentiva ad arrivare a cifre che consentono di pagare una bolletta, una scadenza e via di questo passo. In questo modo si ricicla di tutto: oli esausti, alluminio, vetro, carta, plastica. E tutto con gesti semplici e procedure automatizzate. Un Sindaco così dovrebbe essere portato ad esempio. Invece è odiato e lottato dentro e fuori il Comune. Vi dice qualcosa di come siamo ancora messi in Basilicata?