Ermete Nustrini
Dopo due mesi di campagna elettorale passata a raccontare solo promesse irrealizzabili, apocalittiche emergenze migranti, pericoli neo fascisti, centri sociali, anti-fascisti; cosa rimane ? Niente, assolutamente niente. Ma, forse, un risultato c’è : fanno venire voglia di non andare a votare, come paventa Carlo Cottarelli.
In un paese che ha un debito pubblico al 133% ed una disoccupazione al 12% ci si illude dietro la promessa di ridurre le tasse, di riproporre le baby pensioni e via dicendo. Manca soltanto di vedere, in questo circo delle assurdità, una folla entusiasta sulla nuova tassa che permetterà, finalmente, di finanziare la riduzione delle tasse !!
E’ una campagna priva di cultura, di programmi forti, di orgoglio europeo; senza mettere a rischio il bilancio dello Stato ma capace di indicare orizzonti cui tendere ed un mezzo credibile per arrivarci.
Una proposta “positiva” da sottoporre agli italiani e non promesse, se mai fossero mantenute, che costerebbero decine e forse centinaia di miliardi di euro.
Per riprendere le parole di Stefano Folli, “siamo all’interno di un gigantesco teatro dell’assurdo in cui nessuno crede a quello che dice.” Siamo di fronte ad un sistema politico che combatte solo per distruggere la credibilità del competitore.
Non ci resta che attendere il 4 marzo, perché comunque vada, è da qui che bisognerà ripartire anche se cosa succederà dopo nessuno lo sa. L’Italia si avvia verso una stagione piena di incognite: ma questo è il prezzo di una classe dirigente che nel corso di troppi anni ha mostrato solo una grande mediocrità.
Dobbiamo votare per cercare di contrastare chi lavora per gli inciuci e gli interessi personali.