Chiara Lostaglio
Evoca la primavera il titolo della 168^ Rassegna di cinema al Lovaglio di Venosa, asserito dalla signora Lidia, che si apre con due film italiani da poco nelle sale: La vita da grandi, opera prima di Greta Scarano che si occupa del delicato tema dell’autismo.
Ad interpretarlo sono Matilda De Angelis e Yuri Tuci, eccellente nel ruolo di un ragazzo dolcissimo, storia vera, peraltro, ispirata al libro autobiografico Mia sorella mi rompe le balle. Una storia di autismo normale dei fratelli Damiano e Margherita Tercon. Il film programmato dal 19 al 24 aprile. Altro film italiano al Lovaglio – dal 30 al 5 maggio – è anche questa un’opera prima, diretto da Luca Zingaretti La casa degli sguardi e da lui stesso interpretato con l’esordiente Gianmarco Franchini, tratto dal romanzo omonimo di Daniele Mencarelli. Il rapporto padre-figlio, difficile, in una Roma dai colori spesso notturni e un trattamento di regia che risente di un linguaggio vagamente televisivo. E comunque, un tema attualissimo: il ventenne che insegue sogni talvolta affogati nei fumi dell’alcol, sebbene convivano in lui estasianti ispirazioni poetiche. Ancora adolescenza e una rara patologia nel film Il bambino di cristallo di Jon Gunn, statunitense, storia drammatica dai risvolti solidali che rende toccante ogni scena. In programma l’8 e il 9 maggio. La rassegna venosina si conclude con due opere francesi di spiccato valore: Sotto le foglie dell’autore cult Francois Ozon, dove tre generazioni si susseguono, creando un unicum narrativo che ridisegna sensi di colpa, amore filiale e contrasti familiari, in una cornice agreste tipica della Borgogna. “Non conta quanto si è peccato, ma quanto si è amato”: si evoca il passo evangelico su Maria di Màgdala che racchiude il senso etico del film.

La regia di Ozon talvolta disorienta lo spettatore: non è detto che amare sia sempre voler bene. Il film è per il 15 e 16 maggio. In chiusura (22 e 23 maggio) l’altro francese è La gazza ladra diretto da Robert Guédiguian, che gira in una luce mediterranea nel quartiere dell’Estaque di Marsiglia. Anche qui c’entra la terza età, e un po’ meno l’opera rossiniana. Una donna che si prende cura degli anziani, e lo fa con un senso familiare. Tuttavia, vive in condizioni economiche precarie, perciò compie piccole ruberie a scapito dei pur amati anziani, per poter aiutare il nipotino a realizzare il sogno di diventare pianista. Il regista marsigliese continua ad appassionarsi a quel proletariato in questo che viene definito un inverno politico, dopo gli entusiasmi degli anni ‘70, fin troppo lontani. La sceneggiatura potrebbe virare in tragedia, ma evita quei toni cupi: è la commedia a prevalere. Un adorabile film francese.
CineClub De Sica – Cinit