Presentazione del volume “sulle tracce della memoria e dei briganti” di Giovanni Viceconte

copPresentare un nuovo libro è sempre emozionante, ma al tempo stesso stimolante quando offre l’opportunità di ascoltare, direttamente dall’autore, l’ispirazione che lo ha guidato nella composizione dell’opera.

Nel nostro caso, il volume “sulle tracce della memoria e dei briganti” del prof. Giovanni Viceconte, curato nei minimi particolari col rigore scientifico proprio della sua attività accademica e della professione medico-chirurgica, ma anche con la passione che nutre per il proprio paese  e delle zone tante volte frequentate, è un omaggio alla sua terra d’origine, alla gente che l’abita, che incarna ancora quei saldi principi d’amicizia e di genuinità diffusa.

Il volume, che si presenta in una bella veste tipografica, curata dall’editore Osanna di Venosa, è la cronistoria di un viaggio a piedi, potremmo dire coast to coast, dallo Jonio al Tirreno, lungo i sentieri dei briganti, di Giovanni Viceconte, di Umberto Breglia, di Guido Viceconte e di suo figlio Giuseppe Nicola, di  Claudio Mazzella, del sen. Gaetano Quagliariello.

Il prof. Giovanni Viceconte, a furor di gruppo, è il decano della spedizione, ma anche la voce melodica dell’armoniosa compagine che si è costituita: racconta con impeccabile stile percezioni, evocazioni, sensazioni di un’avventura in uno scenario da mozzafiato, documentato da un corredo fotografico di rara efficacia, con affreschi panoramici d’indiscutibile bellezza, tutti convergenti su quell’ “Itaca” delle proprie origini, della storia di famiglia.

Il viaggio parte dalle rive dello Jonio, da Plataci, e già, traendo spunto da un monumento a Giorgio Castriota Scanderberg, il prof. Viceconte ci dà un saggio della sua passione storica con una ricostruzione della figura del famoso condottiero albanese, tenuto in grande considerazione dalle comunità arbershe della zona, appunto Plataci e, nel nostro territorio del Pollino, di San Paolo e di San Costantino Albanese.

Di passaggio da Alessandria del Carretto, paese natìo del suo adorato padre, non può non cedere alle emozioni   più forti, rivedendo i luoghi che  videro muovere i primi passi del papà e ritrovare, nella Chiesa Madre, la statua della Madonna del Carmelo, sul cui baldacchino si legge che essa è stata donata, per devozione, dalla nonna paterna, Angelina Rossi, nel lontano 1915.

Arrivando poi in prossimità del casino Viceconte, in contrada San Biase dell’agro di Francavilla, ecco il riaffiorare dei tanti ricordi uditi da bambino dalla voce del compianto papà, allorché, nelle serate estive, raccontava ai figli storie di briganti.

 

Prof. Giovanni Viceconte
Prof. Giovanni Viceconte

Ed è proprio il racconto di una visita ricevuta da un antenato, lo zio vecchio,  che emerge una novità di gran rilievo storico che ci aiuta a decodificare la figura di un brigante nostro conterraneo, Antonio Franco. Dalla descrizione emerge il profilo di un brigante che agisce sotto la spinta di un ideale politico, è un ex soldato borbonico, che, in nome di Francesco II°, fa giustizia dei soprusi commessi ai danni della povera gente.

Si tratta, come è evidente di una nuova caratterizzazione di quel brigante che la storiografia   ci ha abituati a vedere e,  chi, come me, da anni è impegnato nella ricostruzione della storia locale, non può non esprimere gratitudine per questo importante contributo!

Il volume contiene anche  le note a margine, le chiose, di Umberto Breglia che esprime viva soddisfazione per l’arricchimento ricevuto dall’incontro della natura e dalla solidale amicizia dei compagni di viaggio.

Giuseppe Nicola Viceconte ha visto ricongiungere, nell’avventura di questo viaggio inusuale,  il passato delle leggende e dei racconti del nonno, pienamente metabolizzati dal padre  ed ora patrimonio anche suo.

Per il senatore Gaetano Quagliariello, la motivazione più profonda è nata dal desiderio di conoscere il territorio, percorrendolo a piedi, per assaporarne l’intrinseca genuinità, al di fuori delle solite interpretazioni sociologiche o di categorie politiche.

Claudio Mazzella, con un intervento  da cui traspare  un grande amore per la natura, esprime l’auspicio che essa possa spingere l’uomo ad amarla sempre di più, imparando da Gaia  a salvare i propri figli e a dar loro la speranza.

Ultimo, ma non ultimo, il senatore Guido Viceconte, cui mi legano antichi  sentimenti d’amicizia, è il manager, lo stratega della spedizione con l’entusiasmo per la vita che riesce a trasmettere anche a noi, ma anche con in mente la storia di famiglia con la gioia di riviverla nell’esperienza del viaggio attraverso i luoghi della memoria, con la piena consapevolezza che nessun futuro è possibile senza partire da un passato!

 

piazza Luigi Viceconte
piazza Luigi Viceconte

Tornando alla  vox melodica, non si po’ sottacere il garbo con cui ci presenta la poetessa Isabella Morra, il cui castello svetta da una rupe di Valsinni: da quel castello la sfortunata principessa sembra ancora lanciare il suo messaggio di dolore, che il prof. Viceconte intercetta in una delle liriche più suggestive  “contro fortuna allor spargo querela / ed ho in odio il denigrato sito/ come sola cagion del mio  tormento/

Ed ancora “i fieri assalti di crudel fortuna/ scrivo, piangendo la mia verde etate,/ me che in si’ vili  ed orride contrate/ spendo il mio tempo senza loda alcuna”

E, se è vero che per secoli, sino agli anni più recenti, i versi di Isabella Morra sono stati l’emblema della condizione dei giovani lucani, oggi si può guardare al nostro territorio con occhi nuovi e l’avventura descritta  della natura del nostro territorio dall’autore  prevede nuovi orizzonti con l’apprezzamento del bello, come patrimonio da difendere  e da amare.

La sensibilità verso la natura e l’empatia con cui i nostri magnifici viaggiatori hanno avuto modo di apprezzare, diventerà un nuovo “modus vivendi” che darà un valido contributo al miglioramento della qualità della vita!  

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