Ernesto Calluori

Gaetano Mosca, famoso giurista e politologo, nonchè fondatore della “Teoria delle classi politiche“, nella sua analisi sostiene che esiste una sola forma di governo e di classe politica : i governanti (che hanno il potere politico) e i governati (il resto della societa’). La prima, adempie a tutte le funzioni politiche, la seconda è diretta e regolata dalla prima in modo piu’ o meno legale, fornendo i mezzi materiali di sussistenza. Dice Mosca : “e’ vero, come ci ha insegnato Carlo Marx che la storia dell’umanità è una storia di lotta, ma non economica, bensì di lotta politica“. A questo punto, è necessario effettuare alcune ulteriori puntualizzazioni che faciliteranno l’analisi e la riflessione. Se si accetta, come si deve, la teoria che sostiene che la classe politica comprende tutti i detentori del potere politico, allora bisogna convenire che tale identificazione ha costituito uno dei problemi più dibattuti e studiati dalla scienza politica, soprattutto negli anni cinquanta e sessanta. La conclusione alla quale sono pervenuti gli studiosi è che affinche’ si mantenga una vera e propria èlite del potere, sono necessari tre requisiti che rispondono alla regola delle tre C : “consapevolezza, compattezza, complicita’ “. Queste osservazioni suggeriscono la necessità di tener conto di un altro aspetto del problema riferito ai giovani che si affacciano, per la prima volta, alla vita politica e avere nel contempo una certa visibilità’, il cui ragionamento è basato su

un dato fisso di partenza. Rottamare i meno giovani, o per meglio dire, gli anziani con riferimento all’età media che la ritengono colpevole di aver impedito il ricambio all’interno di essa. Si deve riconoscere che non tutti gli uomini politici, che hanno primeggiato, siano stati corrotti o che abbiano considerato la politica come l’arte di servirsi degli uomini dando loro l’illusione di servirli. Vi sono stati nel passato non molto lontano, grandi peronaggi politici che, oltre a brillare per onesta’ e rettitudine, hanno saputo ben governare la cosa pubblica, dimostrando sul campo le loro capacita’. Nello stesso tempo sono stati di esempio per le generazioni future che hanno potuto fare tesoro dei loro insegnamenti. Il disprezzare l’anziano costituisce un grave errore. E’ giusto che si dia spazio ai giovani, come è’ giusto che il loro entusiasmo sia contemperato dall’esperienza di chi, come dato anagrafico, potrebbe essere considerato un “rottame”. Si percorrano le strade da loro tracciate, ovviamente quelle dritte gia’ percorse da chi li ha preceduti.