La solidarietà salverà il mondo

Mons. Orofino Vincenzo

“La bellezza salverà il mondo”, scrisse Dostoewskij, noi invertiamo la frase: La solidarietà salverà il mondo.

E’ ben noto quanto è accaduto recentemente a Scanzano Jonico circa la vicenda relativa al prete che vuole ospitare i migranti, ma viene criticato; però lo stesso ecclesiastico, il professor Don Antonio Polidoro, riceve molti attestati di solidarietà perché la sua azione è la risposta concreta all’appello del Papa di realizzare accoglienza nelle strutture delle comunità ecclesiali. Per tale ragione, si esprime sostegno all’azione interpretata da don Polidoro perché ci possa essere una matura accoglienza, e una risposta generosa che interessi il territorio e i suoi abitanti, in dialogo con le istituzioni coinvolte.
A questo punto diciamo che ormai il fenomeno delle migrazioni non è più un’emergenza, ma qualcosa di strutturale cui occorre dare una risposta che vada oltre la semplice accoglienza.
E’ necessario agire anche sulle cause, come la guerra, che costringono milioni di persone a fuggire. Le sterili polemiche ideologiche sugli immigrati servono solo ad accendere gli animi e a creare divisioni, senza offrire una minima soluzione che sia concreta e fattibile. Ma non mancano gli esempi di solidarietà.
Dunque aprirsi a dimensioni cosmiche, alla mondialità, all’amore e all’accoglienza concreta rivolta a tutti indistintamente. Il discorso qui scivola sul ciclone Trump relativamente al suo decreto anti-migranti (Marine Le Pen vorrebbe imitare Trump?).
Effettivamente non ci può essere vero amore degli uomini (e dei popoli) senza rispetto ed effettiva garanzia dei loro diritti e senza una tensione solidaristica intessuta di condivisione e liberazione.
Mentre stigmatizziamo l’atteggiamento del Presidente U.S.A. diciamo: occorre abbattere i muri per costruire ponti. La solidarietà non è un optional, ma un postulato della vita umana, ma soprattutto della vita cristiana, a protezione di ogni uomo, cioè di ogni vita.
Solidarietà è virtù che ci insegna ad essere vicini a chi sta male: dividere con lui il nostro bene, alleviare il suo dolore fisico, morale e spirituale, soccorrerlo a tutti i livelli.
La chiamiamo anche misericordia nel senso di mettere il cuore vicino alla miseria dell’altro.
Essa ci porta a vedere, a capire, a operare, dando amore con segni concreti ed efficaci.
E’ cosa che i cristiani devono vivere in tutte le sette opere di misericordia.
Solidarietà come via alla comunione, quindi; solidarietà che, pur muovendo da situazioni concrete da sanare, da interessi legittimi da tutelare, non si chiude in essi, ma si apre, e spinge ad aprirsi, alle necessità di ognuno.

don Camillo Perrone

Inoltre camminare insieme, gli uni accanto agli altri: chi è sano accanto a chi è malato, chi produce accanto a chi è pensionato, chi è pienamente inserito accanto a chi è emarginato: è la scommessa con cui è chiamata a confrontarsi la società attuale, se vuole sopravvivere. Sinodalità come metodo ecclesiale.
A proposito, non possiamo non riferire che in questi giorni i vescovi italiani hanno alzato forte la voce per chiedere un piano nazionale contro la povertà e decreti attuativi che diano concretezza a provvedimenti a favore della famiglia. E infatti ritardare la vita serena delle stesse famiglie, rinviando i necessari provvedimenti, espone al rischio di finire in balia del primo populista che si alza. Ci si è chiesti: come mai sono stati trovati 20 miliardi di euro per aiutare le banche e negli stessi giorni sono stati rinviati i decreti attuativi per i provvedimenti per le famiglie perché non si trovano i soldi?
Opportunamente in tali contesti solidaristici si situa la 39° giornata in favore della vita e della pace, promossa dalla Chiesa sul tema: “Donne e uomini per la vita nel solco di S. Teresa di Calcutta”, la santa dei reietti e degli ultimi. Pertanto anche la Diocesi di Tursi-Lagonegro, sotto la guida del solerte Pastore Mons.Vincenzo Orofino, ha convocato parroci e fedeli dell’omonima Diocesi nel Cineteatro Columbia di Francavilla in Sinni, sensibilizzandoli sulla suddetta urgente tematica.
Nella celebrazione autorevoli interventi e testimonianze a favore della vita umana si sono alternati con risultati confortanti.
E’ bello all’uopo dire che se in ogni testimonianza portata vi è un notevole investimento di fatica e, a volte, di sofferto impegno, il tono dominante è la gioia: il servizio alla vita, indipendentemente dai risultati, è sempre fonte di letizia.
Urge prestare attenzione associativa e operativa, alle politiche sociali a favore della famiglia, della vita nascente, dei giovani, degli anziani.
In conclusione, la vera solidarietà, lungi dall’essere solo terapeutica e consolatoria, è una prassi trasformatrice e liberatrice. Essa si costruisce gettando ponti tra le diversità, creando convergenze sempre più ampie nell’accoglienza della verità, in un orizzonte di tolleranza, di fraternità, di pace.

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